Non esiste sport al mondo più imprevedibile dell’NCAA Football. In quindici giorni abbiamo celebrato Alabama, ne abbiamo registrato la caduta per poi assistere ieri al suicidio di Kansas State e Oregon. Notre Dame sarà con ogni probabilità il nuovo #1 nei BCS Standings ed è in controllo delle proprie chances di accesso al BCS National Championship Game. Nel frattempo, si rilanciano le quotazioni per la finale del campione della SEC, che uscirà dal lotto di Alabama, Georgia, Florida e Florida State.
A Manhattan se la saranno presa
I Kansas State Wildcats, sorprendenti #1 nei ranking BCS dopo la week 11, sono stati letteralmente distrutti da Baylor, squadra nemmeno lontanamente parente di quella guidata l’anno scorso dal vincitore dell’ultimo Heisman Trophy, l’attuale QB dei Washington Redskins, Robert Griffin III. I texani, “forti” di un record di 4-5 prima della sfida con i leader BCS, si sono permessi di asfaltarli per 52-24. I tre intercetti del favorito all’Heisman 2012, il QB di Kansas State Collin Klein, hanno probabilmente affossato le velleità di titolo dei Wildcats ed anche le proprie chance di Heisman. Settimana scorsa, pur cercando di non inimicarci nessuno a Manhattan, Kansas, non avevamo esattamente perorato la causa di Kansas State in vista della finalissima BCS. La disperazione sarà palpabile stamattina nell’aria, come sempre, in qualsiasi college town d’America, dopo una bruciante disfatta della propria scuola.
Oregon, la maledizione continua
I Ducks di Oregon, #2 nel ranking, hanno pensato bene di ripetere il suicidio dello scorso anno, sempre alla Week 12, quando gettarono alle ortiche una perfect season perdendo contro USC, per un field goal mancato allo scadere che sarebbe valso l’overtime. Fu uno shootout emozionante, che quest’anno non si è ripetuto, con Stanford che ha avuto la meglio sui Ducks per 17-14. Questo in una settimana in cui si sono rifatti insistenti i rumors di coach Chip Kelly seriamente intenzionato a fare il salto in NFL, considerato il forte interesse, secondo le voci, di varie franchigie pro. Kelly non ha negato il dolore per la sconfitta, consapevole che, di nuovo, il cammino di accesso al title game si è fatto a dir poco tortuoso.
A South Bend si recita il rosario per i Fighting Irish (ma si picchia anche sul legno)
Da un Kelly all’altro (senza vincoli di parentela), da Chip a Brian, coach di Notre Dame e legittimo favorito per la nomina a coach dell’anno. In Italia si tocca ferro, nel mondo anglosassone si picchia con le nocche sul legno e, passateci la battuta, diamo per scontato che Coach Kelly e la comunità di Notre Dame tutta non si diano a riti scaramantici di altra natura, ma piuttosto si affidino a protezione dall’alto. I Figthing Irish, che sembravano inchiodati al #3 degli standing BCS da un calendario ritenuto favorevole agli avversari, si trovano catapultati in vetta, con un percorso netto di 11-0, dopo aver sbrigato la pratica Wake Forest con un rotondo 38-0 nell’ultima gara interna della stagione. Settimana di rosari e veglie a South Bend, Indiana, perché gli Irish tornino, per la prima volta dopo l’ultima undefeated season del 1993 e dall’ultimo titolo nazionale del 1988, a giocarsi il trono di campione dell’NCAA. La prima finale per ND sarà però quella di sabato prossimo al Coliseum di Los Angeles contro gli USC Trojans, da sempre grandi rivali di ND. Un piccolo vantaggio potrebbe essere rappresentato dalla possibile assenza della stella dei Trojans, il QB Matt Barkley, infortunatosi nella sconfitta contro UCLA. Ok, dopo questa nota, perfino per gli Irish, si può dare il via a scongiuri molto profani…
(fotografia www.si.com)