NCAA Football, week in review della decima del campionato universitario con conferme, ritorni e punti interrogativi sul campionato.
Sweet home Alabama
La partita dell’anno, per la terza volta negli ultimi 12 mesi, vedeva di fronte durante la Week 10 dell’NCAA, i Louisiana State Tigers ed i Crimson Tide di Alabama.
Malgrado il fattore campo, i ragazzi di Les Miles si sono dovuti nuovamente inchinare all’inarrestabile armata rossa di Alabama, guidata da Nick Saban. Certo, non è stata una disfatta come nella partita valida per il titolo BCS dello scorso gennaio, ma il 21-17 esterno di ‘Bama dimostra ancora una volta che le possibilità di ripetersi per la terza volta in quattro anni, come campioni nazionali, sono estremamente concrete.
Oregon non molla, sia nel ranking, #2 dei BCS Standings alle spalle di Alabama, sia sul campo. Il pirotecnico 62-51 con cui a Pasadena i Ducks hanno battuto Matt Barkley ed i suoi Trojans di USC sembrano suggerire che quest’anno, contrariamente al 2011, Oregon potrà finalmente sfidare ‘Bama per il titolo.
Se l’Irlandese lo permette
Tuttavia, è innegabile che la grandissima sorpresa di quest’anno sia rappresentata dai Fighting Irish di Notre Dame, #4 nel ranking BCS, alle spalle degli imbattuti Tigers di Kansas State. Suona quantomeno strano indicare in Notre Dame una sorpresa. D’altronde, molte stagioni largamente al di sotto non solo delle aspettative, ma anche del blasone stesso della gloriosa squadra di football dell’università cattolica più famosa d’America, non offrivano garanzie di alcun tipo sull’esito di questa annata.
Eppure, coach Brian Kelly ha saputo condurre un lavoro straordinario, che lo ha giustamente portato alla ribalta come candidato a coach dell’anno. Chi vi scrive ha potuto apprezzare con i propri occhi gli Irish contro Michigan State ad inizio stagione, rimanendone impressionato. Notre Dame, in quell’incontro, mise in mostra tutto ciò che l’ha portata a consolidare la propria forza nel corso della stagione: una difesa solida intorno a Manti Te’o (il quale ha tutto per essere il prossimo linebacker-stella nell’NFL, sulla scia di grandi vecchi come Ray Lewis e Brian Urlacher) ed un attacco capace di big plays, malgrado la relativa inesperienza del sophomore Everett Golson come QB titolare, capace di grandi cose con le gambe ma anche nel gioco di passaggio.
Big10, dove sei finita?
Un’ultima nota sulla Big10: d’accordo, Ohio State è imbattuta ma non bowl eligible e quindi fuori dai ranking BCS per gli scandali delle ultime stagioni di Jim Tressel. Ma dietro i Buckeyes, è possibile che ci sia il vuoto, a parte qualcosa di buono visto da parte di Nebraska?
Quasi, le cose più sorprendenti si sono viste da Penn State, altra scuola travolta da un tristissimo scandalo che con il football non aveva nulla a che vedere. Davvero gli anni in cui la Big10 era il modello per tutto il football collegiale sembrano alle spalle, ma sarebbe ora che nelle grandi scuole del Midwest si ritrovasse, finalmente, la via per vincere.