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MNF: i Broncos superano i Browns 41-32
Winston protagonista (nel bene e nel male) nel MNF: lancia per 497 yards e 4 TD, ma si fa intercettare 3 volte (con 2 pick six). Per i Broncos è l’ottava vittoria stagionale.
Il Monday Night Football di Denver ha avuto un solo protagonista: Jameis Winston. Nei 60 minuti di football dell’Empower Field, l’ex QB dei Bucs e dei Saints ha dato un saggio dei suoi pregi e difetti: 497 yards lanciate, 4 touchdown, 3 intercetti (di cui 2 pick six). Assistere alla sfida tra Broncos e Browns è stato come immergersi nella “Jameis Winston full package experience”.
Comunque non si può dire che non sia stata una bella partita, con due squadre mai dome e che non hanno mai mollato fino alla fine.
Da questo MNF Denver ne esce rafforzata in ottica playoff: la vittoria contro i Browns porta il record della squadra del Colorado a 8-5, le consente di mantenere il settimo posto nella AFC e di incrementare le proprie possibilità di qualificarsi alla postseason (al momento intorno al 75-76%).
Cleveland, invece, incappa nella nona sconfitta stagionale, ma può consolarsi del fatto che, quantomeno, le ultime gare disputate sono state un po’ più spettacolari e sono state affrontate con una voglia diversa rispetto a quelle giocate nei primi 2 mesi di Regular Season. Una magra consolazione, certo; potrebbe però essere un punto di partenza per la prossima stagione.
Winston croce e delizia Browns
L’aspetto positivo della partita di Winston è stato che, ancora una volta, l’attacco dei Browns ha girato benissimo; quando il QB della squadra di coach Stefanski non è incappato nei suoi soliti errori, è stato comunque capace di lanciare per 497 yards, di completare 34 lanci su 58, di sfruttare al meglio tutti i suoi ricevitori di punta. Jerry Jeudy, ex di turno con il dente avvelenato, ha ricevuto per 235 yards e ha siglato il touchdown del momentaneo 25-28 (dopo un lancio di Winston dalle proprie 30 yards); Njoku ha ricevuto per 52 yards ma si è fatto trovare pronto in end zone per ben 2 volte, segnando prima il touchdown del 7-7 e poi quello del 17-21; Elijah Wood ha ricevuto per 111 yards; Chubb, in una gara in cui i Browns hanno usato pochissimo il gioco di corsa, ha comunque ricevuto per 24 yards e segnato il touchdown che ha illuso la squadra dell’Ohio, quello del 32-31 a 9 minuti dalla fine della partita. Un attacco che nella prima parte di stagione, con Watson come QB nelle prime 7 partite, ha sempre faticato parecchio e non ha mai segnato più di 18 punti, con Winston titolare come QB ha superato quota 20 in 3 partite su 5; e questo è un grande merito di Jameis. I demeriti, invece, sono ovviamente gli intercetti che continua a lanciare in ogni singola partita; come ammesso da lui stesso, i 3 sanguinosissimi lanciati contro i Broncos sono costati ai suoi, con molta probabilità, la partita in quel di Denver e mettono in secondo piano le sue statistiche positive. Anche perché, come detto, 2 di questi 3 intercetti sono stati riportati in end zone dalla difesa dei Broncos: il primo da Bonitto nel secondo quarto, per il momentaneo 21-10 Broncos; il secondo da McMillian su un drive che avrebbe potuto dare il nuovo vantaggio ai Browns a poco meno di 2 minuti dalla fine della partita e che, invece, ha dato ai Broncos la possibilità di allungare sul 41-32. Il terzo intercetto, invece, è stato quello che ha messo fine alla “Jameis Winston full package experience” ed è arrivato a 2 yards dalla end zone a 44 secondi dalla fine dell’incontro (privando quindi i Browns di un’ultima possibilità con l’onside kick). Sicuramente con Winston i Browns sono diventati una squadra più competitiva ma, pensando alla prossima stagione, a Cleveland dovranno soppesare per bene la scelta sul loro QB per l’immediato futuro.
Non i soliti Broncos, ma tanto basta
Immediato futuro che potrebbe significare per i Broncos un accesso ai playoffs, non del tutto preventivato all’inizio di questa stagione. Dopo il bye del prossimo weekend, Denver sarà attesa da un rush finale non propriamente soft, con le gare in casa contro Indianapolis e Kansas City e, nel mezzo, le due trasferte a Los Angeles (sponda Chargers) e Cincinnati. Per questo era importante dare continuità alle ultime 2 vittorie ed uscire dalla partita contro Cleveland con una W in tasca, in modo da potersi tenere stretto il settimo posto, l’ultimo che da’ accesso ai playoffs. La vittoria è arrivata; anche se i Broncos non hanno performato come fatto nelle ultime settimane.
A partire da una difesa (una delle migliori in NFL, numeri alla mano) che ha concesso troppo all’attacco di Cleveland, considerando che l’unica squadra in questa stagione ad aver superato i 30 punti contro Denver era stata Baltimore; poi, ovviamente, bisogna anche sottolineare la bravura nell’aver intercettato 3 volte Winston, ma la sensazione è che siano stati più i demeriti del QB dei Browns che i meriti della difesa dei Broncos. Un inciampo ci può stare; ma per riuscire a sorprendere ancora tutti e mantenere la posizione playoffs (che i Broncos non hanno mai raggiunto nel post Peyton Manning), la difesa dovrà fare la voce grossa nelle ultime 4 partite.
Anche perché Bo Nix riesce a far girare senza problemi il proprio attacco; contro i Browns non è stata una partita che verrà inserita tra le più importanti ed impattanti della sua carriera ma, comunque, nonostante i 2 intercetti subìti, il 24enne dell’Arkansas è riuscito a portare in porto la partita, affidandosi al gioco di corsa quando ce n’è stato bisogno (McLaughlin ha chiuso guadagnando 87 yards, 2 touchdown sono arrivati con corse brevi di Burton e Williams) e non disdegnando ugualmente, nonostante gli errori, di affidarsi anche ai lanci: un suo lancio di 93 yards per il touchdown di Marvin Mims Jr. ad inizio terzo quarto ha dato il primo allungo ai suoi; i 2 drive che, a cavallo tra terzo e ultimo quarto, hanno portato ai 2 field goal di Lutz, sono stati eseguiti in modo quasi perfetto. Nix non sarà il miglior QB della NFL, non avrà il talento dei vari Mahomes, Allen, Rodgers, Jackson, etc.; ma sta dimostrando di poter tranquillamente fare bella figura nella lega, di poter risollevare le sorti di una franchigia in crisi come lo erano i Broncos prima di questa stagione, di poter gestire il gioco quasi da veterano. Non è un caso, onestamente, che sia uno dei pochi QB ad essersi fatto tutti e 4 gli anni di college. Avere Sean Payton come coach non può che fargli bene.
E, in caso di reale accesso ai playoffs, attenzione a questi Broncos, possibile mina vagante in AFC.
Autore: Andrea Minnozzi
Data di pubblicazione:
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