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NFL Thanksgiving: i Lions battono i Bears 23-20
I Detroit Lions centrano la 10a vittoria consecutiva e tornano a vincere nel Giorno del Ringraziamento dopo un’attesa lunga 7 anni.
I Lions hanno vinto nel Giorno del Ringraziamento. Una frase che non veniva pronunciata né scritta dal 24 novembre 2016, giorno dell’ultima vittoria dei Detroit Lions nel “NFL Thanksgiving Day”. Contro i Chicago Bears, invece, i ragazzi guidati da coach Dan Campbell hanno centrato la decima vittoria consecutiva (l’undicesima in stagione su 12 partite giocate), evitando di far andare di traverso il tacchino ai propri tifosi. Ma, diversamente da quanto pronosticato, non è stata una passeggiata di salute; anzi, solamente un “pasticciaccio” finale tipico di questa stagione dei Chicago Bears ha evitato che i Lions subissero una clamorosa rimonta, dopo aver chiuso il primo tempo sul 16-0. Finisce 23-20, con il Ford Field in festa, Jared Goff e compagni che mangiano il tacchino e i Bears che si interrogano sull’ennesimo finale cervellotico che li ha fatti sprofondare 4-8 di record (con 6 sconfitte consecutive).
Ma andiamo a riavvolgere il nastro della partita.
Primo tempo marca Lions
Spinti dal Ford Field e dalla voglia di rivalsa dopo la sconfitta di un anno fa contro i Packers nonostante fossero favoriti, i Detroit Lions partono subito con il piede sull’acceleratore e iniziano a dominare sia in attacco che in difesa.
I primi 4 drive costruiti da Jared Goff e compagni finiscono tutti con punti a tabellone: 3 field goal realizzati da Bates e in mezzo un touchdown di LaPorta. Montgomery e Gibbs, che come sempre si alternano come running back in base ai drive e alle giocate, imperversano per tutti i primi due quarti di gioco contro una difesa dei Bears quasi sempre in grande difficoltà nel contenerli. I Lions hanno tenuto il possesso per 23 dei primi 30 minuti di gioco. Ecco, se c’è una cosa da contestare del primo tempo di Detroit è che dei 4 viaggi in red zone, solamente uno è terminato con un touchdown.
A contribuire al buonissimo primo tempo dei Lions è stata anche la difesa, eccezionale come sempre nel contenere l’attacco avversario. Nei primi due quarti di gioco i Chicago Bears hanno conquistato solamente un primo down e 38 yards, con Caleb Williams costantemente sotto pressione e incapace di generare giocate che potessero dare la scintilla ai suoi per provare ad entrare in partita.
Scintilla che è arrivata, invece, ad un minuto dalla fine del secondo quarto, con il fumble di Gibbs a 6 yards dalla end zone (su pressione di un ottimo Owens e di Stevenson) che ha consentito ai Bears di andare all’halftime sotto solamente 16-0. Difficile comunque, a quel punto, pensare ad una possibile rimonta dei Bears; quantomeno, però, con il punteggio di 16-0 e non di 23-0, la partita non poteva considerarsi chiusa.
Risveglio Bears
Invece nel secondo tempo, in particolar modo nell’ultimo quarto, è andato in scena l’impensabile. La difesa dei Bears, abbastanza brava a non crollare totalmente nel primo tempo e a reggere l’urto del miglior attacco della NFL costringendolo ad un solo touchdown segnato, è salita in cattedra negli ultimi 15 minuti di gioco. L’attacco dei Lions, dopo il secondo touchdown di giornata di LaPorta avvenuto nel terzo quarto, è stato completamente annullato nell’ultimo quarto: 2 drive sono finiti con punt (uno con un 3&out), un altro drive non è arrivato neanche in red zone, costringendo Bates ad un field goal dalle 45 yards che, però, non ha centrato i pali. E Caleb Williams ha iniziato a far girare il proprio attacco, sfruttando prima un Keenan Allen d’annata che ha chiuso con 5 ricezioni, 73 yards guadagnate e i 2 touchdown che hanno ricucito un po’ lo strappo fino al 23-13; poi orchestrando un drive partendo dalle proprie 35 e chiudendolo con un lancio dalle 31 yards per DJ Moore per il touchdown del 23-20. 3 touchdown segnati ad una difesa che nelle ultime 3 partite aveva concesso 0 punti agli avversari nei secondi tempi.
E quando l’ovale è ritornato in mano al QB degli ospiti con 3 minuti e mezzo sul cronometro, il Ford Field ha iniziato a tremare. Inizialmente anche a ragione: Williams, partendo nei pressi della propria end zone, è arrivato fino alle 25 yards avversarie a 43 secondi dalla fine della partita. Ma forse non tutti al Ford Field erano a conoscenza di come i Bears in questa stagione abbiano trovato modi cervellotici per perdere partite al fotofinish. Ecco la cronaca degli ultimi 43 secondi di Lions-Bears: penalità di 10 yards comminata ai Bears che cancella un guadagno di 12 yards sull’asse Williams-Allen; sack subìto da Williams con la tasca collassata che ha ricacciato indietro i Bears fino alle 41 yards; con poco meno di 30 secondi sul cronometro e un time out a disposizione, né coach Eberflus né tantomeno Williams hanno pensato di fermare il gioco per decidere come sfruttare l’ultimo gioco della partita; Williams, quindi, opta per un lancio profondo che finisce sul terreno del Ford Field. La partita finisce così, con i Lions vincitori e i Bears ancora una volta sconfitti.
Happy Thanksgiving – Not so happy Thanksgiving
I Detroit Lions, quindi, se la sono vista brutta ma sono riusciti a “sfangarla”. Il record 11-1 è il migliore della loro storia. Una serata di festa per Detroit e la sensazione che questo possa essere l’anno buono per arrivare fino in fondo. Il passaggio a vuoto del secondo tempo, risultato ininfluente visto il finale, non deve far preoccupare troppo coach Campbell; la vera preoccupazione, semmai, è se i Lions riusciranno a mantenere questo ritmo e questo livello di gioco fino a febbraio. Restano indubbiamente i favoriti per la vittoria finale, considerando che gli infortuni subìti a livello difensivo in questa prima parte di stagione non hanno intaccato comunque la tenuta della squadra.
I Chicago Bears, invece, dovranno ripartire dopo una sconfitta arrivata nuovamente a causa di decisioni cervellotiche nell’ultimo drive di una partita. E dovranno ripartire senza coach Eberflus, esonerato nella giornata di oggi (venerdì). Dispiace, ma, onestamente, probabilmente è stata la scelta giusta da compiere, dopo le 6 sconfitte consecutive e dopo un record di 4-8 che avrebbe potuto essere 8-4 se si fossero fatte scelte diverse anche in altre partite. Caleb Williams, il QB che avrebbe dovuto far risorgere questa franchigia dopo gli ultimi anni bui, continua ad essere molto discontinuo e probabilmente ha bisogno di un Head Coach che sappia come farlo performare al meglio. Resta il fatto che a Chicago, però, non hanno vissuto un bel Giorno del Ringraziamento.
Autore: Andrea Minnozzi
Data di pubblicazione:
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