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Philadelphia ride, Cleveland piange: gli Eagles superano i Browns 20-16
Vittoria importante per gli Eagles, che superano i Browns al termine di una gara combattuta. Altra domenica “no” per l’attacco guidato da Watson: Cleveland sprofonda 1-5 di record.
Al Lincoln Financial Field di Philadelphia è andata in scena la sfida tra 2 squadre, Eagles e Browns, reduci da un inizio di stagione tutt’altro che positivo. Al termine di una partita combattuta, a tratti anche brutta, sono stati i padroni di casa ad avere la meglio: grazie al 20-16 finale Philadelphia avanza 3-2 di record e prova a rimettere in carreggiata la propria stagione da possibile contender; Cleveland, invece, con la sconfitta in Pennsylvania sprofonda 1-5 di record, mettendo definitivamente da parte le proprie speranze di playoffs.
Le fortune degli Eagles, gli affanni dei Browns
“It’s always sunny in Philadelphia”. Ma in realtà, per gli Eagles, queste 2 settimane (complice la bye week) che li hanno accompagnati dalla sconfitta contro i Buccaneers alla gara contro i Browns sono state dense di nuvole, a causa di un inizio di stagione tutt’altro che entusiasmante.
I tifosi hanno chiesto a gran voce il licenziamento di coach Nick Sirianni e lo hanno ribadito anche durante i primi minuti della gara contro i Browns; Philadelphia ha risposto portando a casa una partita in cui, nonostante la vittoria, si sono rivisti gli stessi errori delle prime 4 partite di regular season, con Saquon Barkley utilizzato nuovamente con il contagocce, Jalen Hurts che, nonostante le 264 yards guadagnate su lancio e i 2 touchdown, fatica a connettersi con continuità con i suoi ricevitori, lo special team che commette un altro errore madornale che sarebbe potuto risultare fatale ai fini del risultato finale. La fortuna dei Philadelphia Eagles è stata che sono tornati a giocare DeVonta Smith e A.J. Brown. Brown si è ripresentato mettendo insieme numeri pazzeschi: 116 yard guadagnate con 6 ricezioni, in aggiunta al touchdown del momentaneo 10-0; a Smith, invece, sono bastate 3 ricezioni per guadagnare 64 yard e segnare il touchdown del 20-13 (con 45 yard di ricezione). Avere a disposizione entrambi i suoi target preferiti è stata una manna dal cielo per l’Hurts balbettante di questo inizio di stagione.
Oltre alla fortuna di aver ritrovato i 2 WR sopracitati, i Philadelphia Eagles devono anche ringraziare il calendario che, in questo momento altalenante della loro stagione, li ha messi davanti ai Cleveland Browns. Per la sesta volta in 6 partite di regular season, i Browns non sono riusciti ad arrivare a segnare 20 punti; e anche questa volta non si può non puntare il dito sulla fase offensiva della squadra dell’Ohio. Coach Stefanski continua imperterrito a voler chiamare lui gli schemi dalla sideline e a riporre la propria fiducia in un Deshaun Watson che continua a fare una fatica incredibile a guidare questo attacco e non sembra in condizione, né fisica, né tantomeno psicologica per provare ad invertire la rotta. I 16 punti messi a referto dai Browns sono arrivati grazie a 3 field goal di Hopkins e ad un touchdown difensivo di McLeod arrivato poco prima dell’intervallo lungo (grazie al blocco di Myles Garrett sul field goal calciato dal kicker dei padroni di casa Elliott). Per il resto, l’attacco ha fatto scena muta. Un attacco, quello dei Browns, che anche a Philadelphia si è confermato il peggiore della NFL, con la OL ancora protagonista in negativo: perché Stefanski e Watson sono la punta dell’iceberg di un reparto che sta colando a picco a partire dalla Offensive Line, che in Pennsylvania ha concesso 5 sacks alla difesa avversaria (arrivando a 31 sacks subìti in stagione); ed è logico che per Watson giocare costantemente sotto pressione è impossibile. Poi, come detto, ci mette tanto del suo, visto che la possibilità per pareggiare la partita con un bel drive i Browns ce l’hanno avuta: a 8 minuti dalla fine, con il punteggio di 20-13 per gli Eagles, i Browns hanno ripreso possesso dell’ovale; Watson, con l’unico vero lampo della sua partita, ha trovato in profondità Jeudy (35 yard di ricezione), portando Cleveland in territorio avversario; poi, con altre 2-3 scelte azzeccate, Watson ha portato il proprio attacco a sole 3 yard dalla end zone; ma qui si è inceppato tutto: 2 penalità per falsa partenza (ancora, anche a Philadelphia) e coach Stefanski che, considerando come stavano andando le cose e per evitare di non mettere punti a tabellone a 4 minuti dalla fine dell’incontro, ha preferito affidarsi al field goal di Hopkins per il 20-16, sperando di poter ricevere nuovamente l’ovale prima della fine della partita. Ma l’ovale i Browns non l’hanno visto più. Hurts ha giostrato bene l’ultimo drive, bruciando minuti e trovando A.J. Brown con un lancio di 40 yard che ha consentito agli Eagles di chiudere il down e fissare il punteggio sul 20-16.
Invertire le rotte
Adesso, dopo le 3 partite giocate lontane da casa, i Cleveland Browns torneranno all’Huntington Bank Field per 2 scontri divisionali: domenica (20 ottobre) arriveranno i Cincinnati Bengals, la settimana successiva (27 ottobre) sarà il turno dei Baltimore Ravens. Coach Stefanski sembra intenzionato a non modificare l’assetto del suo reparto offensivo, mantenendo Deshaun Watson titolare. Al momento, numeri alla mano, è un azzardo, perché vincere gli scontri divisionali sarebbe un buon modo per rendere meno amara la stagione per i tifosi dei Browns; e con Watson come QB resta impensabile il poter trovare anche solo una vittoria nelle prossime 2 partite. Resta il fatto, comunque, che le prossime 2 settimane saranno un crocevia importante per tutta l’organizzazione: in caso dovessero arrivare altre 2 sconfitte, oltre al posto di Watson, anche il posto di coach Stefanski non sarebbe più tanto sicuro.
Gli Eagles, invece, devono essere contenti della vittoria di domenica ma devono anche rendersi conto che per arrivare in fondo a questa stagione non possono permettersi queste prestazioni. La W era fondamentale, ma il modo in cui Philadelphia ha giocato non si è discostato di molto dal modo in cui ha giocato nelle 4 partite prima della bye week. Su questo coach Sirianni dovrà ragionare e provare a porre rimedio (più che sul battibeccare con i propri tifosi). Perché, come detto, non si incontrano i Browns ogni domenica.
Autore: Andrea Minnozzi
Data di pubblicazione:
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