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Finalmente una vittoria per i Miami Dolphins

I Miami Dolphins tornano alla vittoria contro New England, ma mostrano ancora tante incertezze e punti deboli.


In una lega come la NFL è sempre meglio ottenere una brutta vittoria che non una bella sconfitta. Specie fuori casa. Specie contro una rivale divisionale. Poi, certo, qualcuno come me deve pure fare una cronaca di New England Patriots contro Miami Dolphins, la sfida tenutasi a Foxborough in week 5, e lo farà nelle prossime righe. Non ci sarà molto da dire perché la partita, citando Rob Gronkowski durante l’intervallo, “non è stata certo un bello spettacolo” ma vi chiedo di pazientare. Se invece non avete alcuna voglia di riviverla (e lo comprendo, sebbene sarei lieto se il mio testo trovasse lettori nella sua interezza), saltate pure all’ultimo paragrafo, dove si racconta meno e si specula di più su quel che sarà di questi Dolphins.

Una noia mortale, anche per il tifoso più sfegatato

Tyler Huntley sembra più a suo agio sul campo, rispetto a una settimana fa. Nel primo drive offensivo per Miami chiude un primo down con Tyreek Hill e uno con Jonnu Smith, prima che Anfernee Jennings sfondi la linea e trovi un sack. Jason Sanders chiude il possesso con un FG lungo 54 yards che vale il primo vantaggio stagionale per i Dolphins, che finora hanno sempre inseguito i loro avversari. Inizia poi un valzer di punt, che vede le difese prendersi la scena con grandi exploit, per Miami, di Emmanuel Ogbah e Zach Sieler, i quali mettono a referto un sack ciascuno. Anche NE difende bene e trova addirittura un INT, con il valido CB Christian Gonzalez, il quale affronterà per l’intera partita Hill.

Lo spunto difensivo sollecita l’attacco, e soprattutto il RB Rhamondre Stevenson, che dopo l’intercetto troverà dapprima un primo down e poi un TD lungo 33 yards. I Fins si ispirano ai loro avversari e iniziano a correre coinvolgendo tutti i velocisti: De’Von Achane, Raheem Mostert e Jaylen Waddle. Un secondo tentativo di FG termina sul palo e lascia campo corto ai Patriots, consentendo loro di posizionarsi per il calcio e segnare il 10 a 3. Il TE Smith e le altre star della offense di Miami imbastiscono un buon possesso, secondo gli standard di questa stagione, ma poi avviene un pasticcio sullo snap. Blake Ferguson, LS, non blocca bene la palla per Sanders, il quale rinuncia al FG e causa un turnover on downs. Qui i Fins toccano un punto bassissimo, sbagliando una meccanica chiara anche ai kicker delle high school. Fortunatamente, giunti sul fondo si rimbalza e Miami fa proprio così, ingranando bene dopo questa figuraccia del suo special team.

Una mano a recuperare il gap di gioco e punteggio lo daranno a Miami anche i Patriots, i quali diventeranno molto nervosi dopo l’intervallo, commettendo molti falli, numerosi dei quali disciplinari.

Mike McDaniel si affid,a a partire dal terzo quarto, sempre più al suo running game, puntando molto su Mostert e il rookie Jaylen Wright, principalmente a causa di un infortunio ad Achane. La scelta pagherà i suoi dividendi, con ambedue i runner che metterano a tabellone più di 80 yards corse e la matricola che contribuirà alla realizzazione dell’unico TD di Miami della serata (griffato Alec Ingold), sufficiente a dare ai compagni la W per 15-10. dopo due calci convertiti da Sanders (il primo per 32 yards e il secondo per 47).

Eccoci al tanto atteso bye: tra due settimane tornerà Tua?

Con un magro record di 2-3, che non è comunque troppo compromettente a inizio ottobre, i Dolphins entrano nella loro settimana di riposo: in week 6 non giocheranno. Ciò darà modo agli acciaccati di tirare il fiato e a Tagovailoa di uscire dalla lista infortunati, poiché in week 7 saranno trascorse 4 settimane dal suo inserimento e potrà tornare disponibile. Ciò non significa necessariamente che i Dolphins giocheranno meglio. Anche con il QB1 in campo Miami ha avuto serie difficoltà questa stagione. Certo, si è trattato di due partite a inizio settembre, quando i ritmi non sono ancora elevati e il football di ottobre è diverso, ma questo roster appare ancora indietro rispetto ai tempi di marcia delle altre franchigie, come se stesse ancora esprimendo un gioco da termine di preseason. L’attacco, in particolar modo, ha deluso. Il fatto che McDaniel, che chiama i plays offensivi, si sia affidato con più convinzione alle corse, nella seconda metà di gara, è un buon segno e potrebbe essere la strada giusta per rilanciare la offense.

La difesa di Anthony Weaver, invece, appare in forma. In offseason sono stati azzeccati alcuni nomi (Ogbah e Marcus Maye su tutti) che sembrano in grado di sostituire egregiamente l’infortunato Jaelan Phillips, la cui stagione è già finita, e il non in palla Jalen Ramsey, che non sembra aver trovato ancora il giusto ritmo di gara.

Capitolo a parte merita lo special team. Quanto abbiamo visto al Gillette Stadium è indifendibile e inqualificabile. Gli errori non sono stati così numerosi, ma la loro gravità è assoluta. Abbiamo visto scene che non sono tollerabili neppure al college e che potevano costare la partita. Danny Crossman, il coordinatore di reparto, deve rispondere di quel che è successo e, qualora episodi così improponibili si verificassero nuovamente, il suo ruolo all’interno dell’organizzazione dovrebbe essere messo in discussione.

Crediti fotografici: Sun Sentinel

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