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Senza storia: i Commanders annientano i Browns 34-13

Non c’è partita a Washington: i Commanders, guidati dal rookie Jayden Daniels, non danno scampo ai Cleveland Browns. Per la truppa di coach Stefanski è la 3a sconfitta consecutiva.

AP Photo/Nick Wass

Tutto come da pronostico. I Washington Commanders, trascinati dal rookie Jayden Daniels, travolgono i Cleveland Browns e trovano la quarta vittoria consecutiva in stagione. Per i Browns, invece, arriva la terza sconfitta consecutiva, con un’altra prestazione pessima di Deshaun Watson. Finisce 34-13 a Washington, con le stagioni di entrambe le compagini che prendono 2 direzioni opposte e imprevedibili fino ad un mese e mezzo fa.

Jayden Daniels: come ti trasformo una franchigia

La partita, purtroppo, è stata a senso unico. Dopo un inizio non brillante, i Washington Commanders hanno preso le redini dell’incontro e non le hanno più lasciate fino a pochi minuti dalla fine dell’ultimo quarto. Jayden Daniels ha confermato ancora una volta perché, dopo questa prima parte di stagione, è diventato l’indiziato principale per la vittoria dell’Offensive Rookie of the Year: è vero che siamo solo all’inizio, ma i numeri messi assieme dal prodotto di LSU sono impressionanti. Contro i Browns ha giocato quasi da veterano, non facendosi influenzare minimamente dall’intercetto subìto a poche yard dal touchdown durante il secondo drive dell’incontro. Quando ha rimesso piede sul rettangolo di gioco, Daniels ha ripreso a giocare come se non fosse successo nulla, guidando i suoi a 3 touchdown e un field goal nei soli primi 2 quarti di gioco; chiuderà la partita con 14 completati su 25, 238 yard guadagnate su lanci, 82 yard guadagnate con le proprie gambe e soprattutto il grande lancio di 41 yard per il touchdown di Brown del 24-3 con cui si è chiuso il primo tempo. Per la difesa dei Browns, l’attacco guidato da Daniels è stato un’enigma impossibile da risolvere per tutti i 60 minuti di football. E non parliamo solo dei lanci ma anche, e soprattutto, del perfetto gioco di corsa messo in pratica dai padroni di casa: Ekeler, McNichols (un touchdown) e Robinson Jr. (2 touchdown) hanno fatto impazzire il reparto difensivo ospite. L’attacco dei Commanders ha girato a meraviglia e Daniels, ancora una volta, ha dimostrato di essere il QB perfetto per trasformare questa franchigia nella mina vagante di questa stagione.

Deshaun Watson: come ti affondo una franchigia

I numeri invece messi assieme dall’attacco dei Browns e da Deshaun Watson sono stati raccapriccianti e il confronto tra il QB ospite e Jayden Daniels è stato impietoso. L’offensive line dei Browns è praticamente inesistente nella protezione al proprio QB, ma Watson ci sta mettendo tanto del suo per rendere l’attacco di Cleveland uno dei peggiori (se non il peggiore) della NFL: il gioco di corsa non esiste, i lanci profondi sono diventati una chimera, i lanci sul breve faticano a trovare ricevitori liberi, l’allineamento pre snap risulta a volte imbarazzante (con lentezza nel chiamare i giochi in tempo) e genera (ovviamente) continue penalità. Un attacco così brutto non si vedeva a Cleveland da almeno 5-6 anni. I numeri finali di Watson recitano: 15 completati su 28, 125 yard guadagnate su lancio (non ha mai superato le 200 yard di guadagno in queste prime 5 partite di regular season), 77.2 di rating, 7 sacks subìti, un fumble (recuperato poi da Emerson), un touchdown a partita conclusa. Deshaun Watson, purtroppo, non sembra in grado di poter guidare questo attacco e avvicinarsi al QB ammirato nelle prime stagioni con i Texans; colpa dello stop, colpa degli infortuni subìti, colpa della pressione che ha nel dover dimostrare di valere i soldi spesi (e le scelte spese) dai Browns per strapparlo ai texani. Il linguaggio del corpo di Watson non mente: testa bassa dopo gli errori, l’evitare lanci lunghi in situazioni di terzo down per “paura” di commettere errori (col risultato, però, di non riuscire a guadagnare down o yard), poca chimica con i compagni di reparto. Così, onestamente, non si può andare avanti.

Cambio in vista?

Probabilmente per coach Stefanski è arrivato il momento di decidere: panchinare Watson e vedere se l’innesto di Winston può in qualche modo risollevare un reparto offensivo che ha toccato il fondo. Anche perché, con una difesa che in questa stagione non riesce ad essere incisiva come in passato, servirebbe un attacco capace, comunque, di ribattere colpo su colpo agli avversari di turno; per ora, invece, 4 partite su 5 sono state a senso unico (in favore degli avversari dei Browns). Winston potrebbe dare una scossa e nuova linfa ad un reparto offensivo che ha comunque delle frecce importanti nel proprio arco e dare un po’ di imprevedibilità agli schemi offensivi dei Browns. Forse è tardi per provare a rimettere in piedi la stagione a Cleveland: evitare, però, che i prossimi 3 mesi si trasformino in una lenta agonia, deve essere l’obiettivo di questi Browns.

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