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Miami Dolphins insufficienti: i Seattle Seahawks vincono una brutta partita

Seconda sconfitta consecutiva per i Miami Dolphins. Il timore, ora, è che la streak potrebbe allungarsi parecchio.


Ricordate quest’estate, quando si parlava di una franchigia pronta a vincere e matura per scrivere la sua storia nei playoff NFL? Ben svegliati! I Miami Dolphins che vediamo all’opera ogni domenica sono soltanto lontani parenti di una squadra del genere. Dopo aver vinto una partita, in maniera fortunosa, all’esordio, contro dei Jacksonville Jaguars che hanno, fondamentalmente, commesso un fumble di troppo, ne hanno persa – meritatamente – una contro Buffalo e hanno trovato un’altra imbarazzante L contro i Seattle Seahawks, nella loro prima trasferta di questa giovane stagione, che potrebbe diventare davvero molto lunga per la franchigia.

Tra due team imprecisi e indisciplinati, vince quello che sbaglia meno

La sfida nel rumoroso Lumen Field, dove i calorosi tifosi di Seattle assistono a una partita costellata da numerosissime bandierine gialle (comprensibili per Miami, che giocava in un ambiente estremamente ostile e ha schierato due QB poco abituati alla grinta e all’emozione di una sfida di questa intensità, ma inaccettabili per i padroni di casa), si apre con un bel sack del difensore dei Dolphins, De’Shawn Hand, a cui risponde il kicker degli Hawks, Jason Myers che piazza un FG lungo 56 yards. Per gli ospiti c’è Skylar Thompson a sostituire Tua Tagovailoa – inserito in lista infortunati e dunque fuori causa per almeno 4 settimane, nonostante un primo neurologo lo abbia già autorizzato ad allenarsi con i compagni (il QB ne incontrerà altri, nei prossimi giorni) – il quale dimostra, fin da subito, di non essere all’altezza della situazione. Non tanto per imprecisione, quanto proprio per mancanza di mordente. Thompson non è uno da mettersi le mani nei capelli, ma è un backup e nulla di più. Lo si vede dal tempo che impiega per prendere le decisioni e dalla visione di campo piuttosto limitata.

Dall’altra parte c’è invece un Geno Smith in gran forma, che passa bene al suo TE Noah Fant e alla superstar DK Metcalf, realizzando due TD in rapida successione: il primo su corsa di Zach Charbonnet e il secondo su big play clamoroso di Metcalf, che realizza dopo essersi involato per 71 yards. Tra i possessi di Seattle assistiamo anche a quelli di Miami, che sono però effimeri e intangibili, nonostante la difesa faccia il possibile per mettere l’attacco in moto, intercettando Smith grazie a Kader Kohou e tenendolo sempre sotto una buona pressione.

Gli unici punti ospiti (3) saranno messi a verbale da Jason Sanders, che realizzerà un FG e ne sbaglierà un altro, lasciando ai posteri una prestazione mediocre come quella di tutta la squadra, la quale dimostra di avere voglia di giocare e buoni nomi in difesa, ma di non essere all’altezza della competizione in attacco. Sarebbe facile dare la colpa all’assenza di Tua ma si sbaglierebbe: è chiaro che Thompson sia meno brillante del titolare, ma si consideri che nel terzo quarto è dovuto uscire per infortunio dopo aver subito un paio di violenti sack: La linea offensiva non è efficace e in queste condizioni serve a poco avere Tyreek Hill e Jaylen Waddle, i quali non riescono a percorrere le loro tracce in un tempo così breve, per veloci che siano.

Un pessimo momento

Nell’immediato futuro, la situazione per Miami appare molto negativa. Dopo l’infortunio di Thompson, è entrato Tim Boyle, ma anche lui ha dimostrato di non poter essere il QB di una squadra ambiziosa come questi Dolphins. In settimana è stato firmato Tyler Huntley, detto Snoop, ex riserva di Lamar Jackson a Baltimora e nativo della contea di Broward, dunque tifoso di Miami e idolo locale. Anche lui però non dà troppe garanzie. Non a caso, era stato inserito in practice squad dai Ravens.

Insomma, si corre il rischio di dover attendere Tua per un mese e accumulare solo sconfitte nel frattempo, in una fase del torneo in cui il calendario non è certo insormontabile (in week 4, nel Monday Night, ce la vediamo con i Tennessee Titans, che potrebbero essere la peggiore di lega in questo momento, e corriamo il rischio di perderla!) Se ciò non fosse sufficiente, aggiungiamo che in questa rosa si infortuniano tutti: Terron Armstead, Austin Jackson, Alec Ingold… non è neppure finito settembre e abbiamo già tantissimi problemi fisici. Sappiamo naturalmente che il football è uno sport fisico, ma siamo sicuri che si tratti solo di sfortuna? Non è che si schierano troppi giocatori fragili, per così dire, o che la preparazione atletica non è sufficiente? I tantissimi giorni di riposo concessi ai veterani durante il training camp estivo non saranno stati troppi?

Siamo a inizio stagione e la lega vede numerose squadre molto quotate versare in condizioni pari a quelle di Miami, dopo aver accumulato due sconfitte in tre settimane. Si pensi ai Baltimore Ravens o ai San Francisco 49ers. Si tengano poi in considerazione i Cincinnati Bengals. Comunque vada il loro posticipo, non avranno più di una sola vittoria. La differenza tra i Dolphins e queste powerhouses, però, è che per le seconde si vede una traiettoria di risalita, mentre per i pinnati no. Hill e Waddle sono stati fondamentalmente non-fattori nelle ultime due settimane e anche De’Von Achane, giocatore dal talento estremo sia in corsa che in ricezione, ha fatto troppo poco. Quel bye in week 6, che era parso troppo vicino all’inizio del torneo durante la schedule release, è ora diventato il primo momento in cui tracciare un bilancio. Speriamo che non sia quello di un fallimento su tutta la linea della campagna 2024.

Crediti fotografici: Field Gulls.

 

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