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Dominio Ravens: Browns sconfitti 28-3
Niente da fare: i Browns, privi di Deshaun Watson, cadono in casa contro i Baltimore Ravens. Lamar Jackson mattatore.
Una brutta sconfitta. Non solo per il punteggio finale, ma anche per le modalità con cui è avvenuta e per l’impatto che questa sconfitta potrebbe avere (oltre che sulla classifica) sul morale.
I Cleveland Browns si arrendono in casa ai Baltimore Ravens 28-3 e falliscono nell’intento di prendersi il primo posto solitario della AFC North. Primo posto occupato ora proprio dai Ravens che, dopo aver vinto a Cincinnati in Week 2, espugnano anche il campo di un’altra rivale di division, con la possibilità, in Week 5, di completare l’en-plein in casa degli Steelers.
Una partita a senso unico
Dopo l’entusiasmo generato dalla vittoria contro i Titans, la settimana dei Cleveland Browns, purtroppo, è stata condizionata dai problemi alla spalla di Deshaun Watson: lavoro leggero nelle giornate di mercoledì e giovedì, qualche lancio provato venerdì e il successivo inserimento nella lista dei “questionable” in vista della sfida contro i Ravens; ma dopo i tentativi fatti nel pregame, si è deciso di renderlo inattivo. Porte spalancate come QB titolare, quindi, al rookie Dorian Thompson-Robinson, scelto al quinto giro del draft (in uscita da UCLA) e reduce da una buona pre-season. L’impatto con la vera NFL, però, è stato drammatico: 19 lanci su 36 completati, passer rating di 25.3, 3 intercetti e 4 sacks subiti. L’attacco dei Browns, guidato da Thompson-Robinson, ha guadagnato solamente 166 yards (di cui 53 nell’ultimo inutile drive della partita). Un vero disastro.
“Questa organizzazione, questa squadra, tutti quanti, sin dal processo pre-draft, hanno riposto grandissima fiducia in me e nel fatto che potessi ricoprire il ruolo di QB2,” ha detto Thompson-Robinson nell’intervista post-game. “Oggi non ho per niente giocato nel modo in cui dovrebbe giocare un QB2 in NFL.”
Sicuramente il ragazzo non difetta in onestà e gli auguriamo di poter avere altre occasioni per mostrare il suo talento; però contro i Ravens si è notata tutta la sua inadeguatezza e la sua inesperienza nel guidare l’attacco sotto pressione e non è apparso per niente pronto per giocare a certi livelli e a certe velocità. Avrebbe avuto bisogno di maggior apprendistato prima di essere buttato nella mischia (avete presente Brock Purdy?), per di più per guidare un attacco che aveva realmente iniziato a funzionare, causa vicende note di Watson, solamente da questa stagione. Poi, il poter usare meno il gioco di corse (causa infortunio di Chubb) ha fatto il resto: tanti (forse troppi) tentativi di lancio, la maggior parte dei quali hanno palesato una mancanza di alchimia tra QB e ricevitori.
Sul poco utilizzo delle corse bisognerebbe aprire un capitolo a parte; limitiamoci a dire che coach Stefanski, vista la situazione QB, avrebbe dovuto utilizzare di più Ford e Strong Jr., entrambi molto impattanti sia contro gli Steelers che contro i Titans. Invece, aver tentato solamente per 14 volte il gioco di corsa, avendo un rookie come QB alla prima esperienza in NFL, è stato un errore da matita blu.
Ma se Atene piange, Sparta non ride. Se l’attacco è stato catastrofico, la difesa dei Browns non è stata per niente all’altezza della situazione. Entrata in Week 4 come la difesa numero 1 della NFL (statistiche alla mano), non è stata capace di trovare le contromosse ad un Lamar Jackson in versione MVP, bravo a variare il suo gioco e a cambiarlo dopo i due 3&out subìti nei primi due drive dell’incontro. Una capacità di lettura che invece non c’è stata da parte di Jim Schwartz e dei suoi uomini di difesa, fatti a fette dall’MVP del 2019. I numeri: a fronte dei 3 sacks rifilati a Jackson, la difesa dei Browns ha concesso al QB dei Ravens di completare 15 passaggi su 19 (per 186 yards, più 2 TD), di correre per 27 yards (di cui 2 volte in end zone) e di gestire a suo piacimento i vari momenti della partita. Non c’è stata risposta, né reazione, con Lamar Jackson ad imperversare come se stesse giocando contro la difesa peggiore della NFL, non la migliore. E dire che anche lui (e i Ravens) aveva dovuto fare a meno di due frecce del suo arco: l’ex Odell Beckham Jr. e Rashod Bateman erano entrambi out. Poco male: primi 2 TD segnati segnati entrambi su corsa, il terzo TD con un lancio/colpo di magia per Mark Andrews, il quarto TD sempre con un lancio per Andrews (9 TD in carriera contro i Browns per il Tight End dei Ravens). Punto esclamativo messo a 6 minuti dalla fine della partita, con i tifosi Browns rassegnati verso l’uscita dello stadio.
Non c’è stata letteralmente partita a Cleveland.
Ravens superiori, Browns da ricalibrare
Cosa lascia questa partita? Sicuramente la sensazione che quest’anno i Ravens siano la squadra da battere in AFC North. Lamar Jackson, dopo aver saltato le ultime 6 gare della scorsa regular season e dopo tutta la querelle relativa alla sua estensione contrattuale, è entrato in questa stagione tirato a lucido e, come detto, sta giocando a livelli altissimi. E questo ha permesso di sopperire alle varie assenze a cui a dovuto far fronte, in queste prime 4 partite, coach Harbaugh. Il record di Baltimore è 3-1 (ma poteva essere tranquillamente 4-0), con la possibilità di estendere la propria leadership in AFC North nella sfida di Pittsburgh della prossima settimana.
I Cleveland Browns, invece, avranno bisogno di queste due settimane con il bye di mezzo per leccarsi le ferite, ma soprattutto per recuperare i vari giocatori acciaccati: Deshaun Watson su tutti, ma anche Garrett (uscito ieri con un problema alla caviglia), Njoku (che ha giocato ieri nonostante fosse stato in dubbio fino all’ultimo per un incidente domestico), Hunt (problemi alle costole e all’inguine), Pocic (problema al ginocchio accusato ieri) e Wright (problemi al petto). Fondamentale ripresentarsi al via tra 2 settimane con tutto il roster a disposizione: il 15 ottobre arriveranno a Cleveland i 49ers e servirà l’apporto di tutti per provare ad uscire vincitori da una sfida che, al momento, sembra impàri.
Non bisogna comunque abbattersi: il record dei Browns recita 2-2. Era il minimo indispensabile per ripresentarsi dopo la settimana di bye con le prospettive di playoffs intatte.
Autore: Andrea Minnozzi
Data di pubblicazione:
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