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Una vincente partita a scacchi: recap di Miami Dolphins@New England Patriots

I Miami Dolphins sbancano anche il Gillette Stadium, vincendo di nuovo. Ora rientreranno in casa alla ricerca della terza vittoria su tre.


Sono 2 su 2.

Dopo il vincente esordio di Los Angeles, contro i Chargers in opening week, i Miami Dolphins replicano durante il Sunday Night di Foxborough, sconfiggendo nella loro tana i rivali divisionali dei New England Patriots. Il buon risultato è sufficiente per suggellare il successo della spedizione – e di ambedue le settimane lontane dalla Florida, se vogliamo – ma quel su cui è più importante porre l’attenzione, probabilmente, è il fatto che, W a parte, il risultato maturato in Massachusets è giunto in maniera completamente diversa rispetto a quanto era avvenuto in California 7 giorni e qualche ora prima.

Buona affermazione iniziale

I Patriots padroni di casa aprono le ostilità, giocando il primo drive offensivo in seguito alla vittoria di Miami del lancio della monetina e la scelta di ricevere nel secondo tempo. È il RB Rhamondre Stevenson a guadagnare in corsa un primo down prima che la matricola Demario Douglas faccia lo stesso in ricezione. Poi però un sack di David Long costringe il punter Bryce Baringer, altro rookie, a calciare via l’ovale.

La reazione dei Dolphins è molto buona: primo down Braxton Berrios, primo Jaylen Waddle, altro primo in corsa di Raheem Mostert, giocatore chiave in questo match come vedremo, e infine Tyreek Hill che ne guadagna uno ulteriore. Gli ospiti arrivano in red zone grazie a Salvon Ahmed, ma lo fanno con fatica.  Bill Belichick adotta infatti un approccio molto sicuro per evitare big plays sul profondo: tiene sempre la secondaria alta, togliendo spazio di manovra ai velocisti Dolphins. In questa maniera, costringe gli avversari ad adottare un approccio diametralmente opposto a quello tenuto contro i Chargers. Dalla zona rossa, Tua Tagovailoa scivola agguantando una palla passata dal C e ciò costringe l’azione ad arenarsi su un corto FG, infilato da Jason Sanders senza alcun problema.

DeVante Parker ed Ezekiel Elliott muovo i Pats prima di un big play difensivo di Bradley Chubb, il quale causa un fumble strappando la palla dalle mani di Douglas e favorendo il turnover. Si rivedono Hill, Ahmed e Waddle sul fronte offensivo prima che il drive venga rallentato da un contatto illegale fischiato contro la G, Isaiah Wynn, ex di New England che è recentemente passato dall’una all’altra sfidante di questo match, come numerosi altri giocatori presenti sul prato del Gillette Stadium. Segue però un’altra bella ricezione di Waddle e infine il TD, in corsa, firmato Mostert e procurato da un blocco efficace del TE, Durham Smythe. Mike Gesicki, che da quest’anno gioca con i Patriots, era abilissimo a ricevere, ma aveva grossi limiti in fase di blocking. Per tal motivo i Dolphins non gli hanno rinnovato il contratto nella passata offseason. Smythe è sicuramente meno esplosivo, ma possiede ambedue le fasi.

NE non ingrana in attacco, perché Andrew Van Ginkel, eccezionalmente schierato come edge a causa dell’assenza di Jaelan Phillips, è un mastino e mette pressione a Mac Jones, forzando un punt. La stessa cosa fa Jake Bailey, con la casacca di Miami, dopo il 3 e fuori in risposta di Tua. Nel possesso successivo gli applausi li prendono Stevenson, Parker e Gesicki ma il primo decisivo lo conquista il QB Jones, facendosi spingere in avanti su un terzo tentativo corto. Il drive ha il merito di valere i primi 3 punti Patriots in seguito al buon calcio di Chad Ryland, matricola esattamente come il punter.

River Cracraft riceve per 21 yards e un primo tentativo nel possesso del 17 a 3, firmato da Hill che riceve un passaggio corto al termine di un nuovo attacco corale, causato ancora dall’impossibilità di testare il lancio lungo per via dell’ottima copertura difensiva. In chiusura del secondo quarto, Miami si trova sopra di 2 possessi.

Un secondo tempo meno convincente

Nel corso del secondo tempo, Miami perde brillantezza mentre New England si rifà sotto. Questo piccolo momentum shift si concretizzerà principalmente durante l’ultimo periodo di gioco, rendendo il quarto quarto, e dunque l’intera sfida, più avvincente. Nel terzo quarto non si mette infatti a verbale alcuna marcatura.

Gli highlights del periodo sono il sack di Matthew Judon ai danni di Tua, che non era mai stato atterrato in week 1, l’ottimo stop dello special teamer Patriots, Brenden Schooler, su un tentativo di FG di Sanders, il duello vinto da Waddle contro Myles Bryant, CB che lo marcava a uomo, per un guadagno di 32 yards e un intercetto di Xavien Howard ai danni di Jones, che ci auguriamo sia il primo di tanti. Fino alla stagione 2021, X era impareggiabile in questo fondamentale e recentemente sembra essersi un pò perso.

Nel quarto quarto il match si accende, la responsabilità è del TE1 di casa, Hunter Henry, che riceve un TD dal suo QB, al termine di un possesso dove si vede anche JuJu Smith-Schuster, molto lontano dai fasti di Pittsburgh ma che potrebbe rivelarsi un WR importante se trovasse continuità. Oltre al merito dei Patriots, occorre evidenziare il demerito dei Dolphins. Nell’ultimo quarto d’ora infatti, non solo rivediamo le imprecisioni del centro Connor Williams in fase di snap che ci avevano regalato brividi fuori stagione al SOFi Stadium, bensì anche le decisioni sbagliate del QB. Solo una in realtà, ma che corre il rischio di rovinare una partita tutto sommato ben controllata, dal momento che galvanizza il notevole rookie Christian Gonzalez, il gioiello più splendente della corona del draft 2023 di questi Pats, il quale intercetta Tua su un lancio francamente troppo rischioso.

Fortunatamente per i colori ospiti, Van Ginkel ha deciso che questa sarà la sua serata da ricordare, e trova un sack per gettare acqua sui bollori di New England, che adesso crede alla rimonta. La difesa di casa non sorregge comunque appieno l’attacco, lasciando Mostert troppo libero – e intoccato – su una deep run di 43 yards che vale il TD che di fatto chiude la gara. Arriveranno infatti poi una marcatura da 6 punti di Stevenson per accorciare le distanze e un errore su calcio lungo di Sanders prima del rocambolesco finale, quando dei Patriots in cerca del pareggio giocheranno un lateral pass disperato da Gesicki alla linea Cole Strange, che lotterà come una bestia feroce per il primo, finendo però corto da quarto tentativo e quattro.

Insomma, i Patriots fanno una figura migliore di quella che probabilmente meritavano a causa di un ultimo periodo di gioco nel quale i Fins si distraggono troppo. Gli ospiti sono stati chiaramente la squadra migliore e hanno meritato la W ma attenzione a chiudere le partite. Contro avversari più attrezzati, l’upset è dietro l’angolo se si molla così nel quarto quarto.

Andrew Van Ginkel prepara il sack ai danni di Mac Jones. Il difensore è stato protagonista nella splendida performance difensiva degli ospiti al Gillette Stadium.

Un risultato molto importante in prospettiva

Gli appunti scritti 7 giorni fa restano validi. Miami ha chiaramente moltissimo talento, ma commette leggerezze imperdonabili che vanno eliminate con urgenza. Se si può accettare che Tagovailoa si prenda dei rischi sparacchiando lungo, dal momento che ha ottimi ricevitori, è intollerabile che il C continui a snappare male, mettendo in difficoltà il proprio QB e limitando clamorosamente il potenziale offensivo. Quello del centro è un ruolo molto importante, troppo per assegnarlo a chi cede male l’ovale. Qualora anche in week 3 si verificassero questi problemi, sarebbe ora di ripensare la posizione di Williams, o la sua titolarità.

La vittoria è merito della versatilità di squadra – nonché dell’ottimo playcalling di Mike McDaniel – la quale è riuscita a giocare due partite molto diverse tra loro ma accomunate dallo stesso, positivo risultato. Nella prima settimana Miami ha sfoderato un air raid da stropicciarsi gli occhi, mentre nella seconda ha vinto grazie a un ground and pound che fa ripensare al football dei bei tempi andati. Non è scontato riuscire a fare risultato interpretando due partite in maniera così differente.

In prospettiva, occorre considerare che i Dolphins sono già 2-0 e ancora non hanno messo piede all’Hard Rock Stadium. Non si può cominciare meglio di così e se lo fai con due trasferte, è notevole. Delle 15 partite restanti, Miami ne ha ben 9 in casa. Tra le 6 trasferte, ne disputerà una in campo neutro (a Francoforte, per le International Series) e le ultime 5 sfide, che potrebbero essere decisive per il posizionamento playoff, saranno tutte tra le mura amiche tranne una. Il calendario ci dà chiaramente una bella mano.

Tra qualche giorno, per la week 3, si presenteranno nella Florida del Sud i Denver Broncos, franchigia che non sta convincendo (sono 0-2) e che non è certo abituata al clima tropicale di Miami. I Dolphins sono favoriti, non ci resta che verificare se i pronostici saranno rispettati.

Crediti fotografici: The Phinsider.

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