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Con il training camp, inizia la stagione dei Miami Dolphins
Dal 25 luglio i Miami Dolphins inizieranno il training camp in vista della nuova stagione. Vediamo i temi principali della loro preparazione.
La convocazione è fissata per il 25 luglio. Dopo una settimana di lavoro con le sole matricole, tutti i giocatori a roster dei Miami Dolphins (che a questo punto della stagione sono circa 90) sono attesi alla Baptist Health Complex Facility nella mattinata dell’ultimo martedì di luglio per dare inizio alla preparazione tattico-atletica in vista della stagione 2023.
Si chiude così una offseason tanto lunga da apparire interminabile e caratterizzata da due notizie: il draft supplementare di inizio luglio, che si è concluso senza alcuna chiamata, e il passaggio di proprietà alla guida della franchigia dei Washington Commanders, che si sono finalmente liberati di una figura quantomeno imbarazzante come l’ormai ex patron Dan Snyder. Ora la squadra potrebbe anche optare per un cambio di nome. Di nuovo.
Nonostante le franchigie abbiano modo di portare avanti un qualche tipo di preparazione collettiva durante la primavera – si tratta delle cosiddette OTAs, acronimo di organized team activities, le quali si tengono alla fine di maggio, e dei piani atletici individuali che i giocatori portano avanti in autonomia – la vera preparazione di gruppo è quella tenuta durante il camp. Questa fase dura oltre un mese, all’interno del quale si tiene l’intera preseason, ovvero il periodo di amichevoli – per usare un termine più comprensibile ai tifosi europei – che si tengono in agosto. Si tratta di partite che non hanno alcuna rilevanza e sono spesso invise alle franchigie, le quali corrono il rischio di perdere giocatori durante contrasti che non servono a nulla. Queste sfide hanno lo scopo di aiutare gli staff tecnici a registrare le gerarchie in roster e nulla di più.
La prima sfida che si giocherà sarà l’Hall of Fame Game, il 4 agosto, seguita da 3 settimane di partite e una di stop prima del kickoff 2023, in programma per la seconda domenica di settembre. Quali saranno i principali temi di questa preseason per i Miami Dolphins?
Tutti gli occhi su Tagovailoa
Per quanto il football americano sia uno sport di squadra piuttosto equilibrato in tutte e tre le sue fasi, è innegabile che il propulsore di una franchigia sia il primo giocatore che riceve la palla quando si attacca: il QB. Miami ne ha uno innegabilmente talentuoso (controllare le stats dell’ultimo anno e vedere dove si piazza per credere) ma altrettanto sfortunato vista la sua storia di infortuni.
Conscio di questo limite, Tua Tagovailoa ha lavorato molto sul suo corpo durante questa offseason, com’è evidente se si osserva una sua foto recente. Oggi il QB appare molto più muscoloso, quasi imponente e, oltre al lavoro fisico, ha seguito un corso di ju jitsu per imparare a cadere meglio, evitando lesioni e traumi come quelli che gli hanno impedito di portare a termine le tre stagioni precedenti in cui è stato al timone di Miami. Auspichiamo che, finalmente, si possa ammirare il suo gioco per 18 settimane nella prossima stagione. Se così non dovesse essere, alle sue spalle ci sono Skylar Thompson e Mike White. Uno dei due non sarà parte della squadra a settembre e finirà in practice squad (dunque disponibile a essere messo sotto contratto da un’altra franchigia). Oggi, Thompson appare in vantaggio per il ruolo di QB2. Ci sono però in vista numerose settimane di camp, e potrebbero ribaltare questa situazione.
Una difesa solida e organizzata
Sul lato opposto del campo, I Fins non sono certo restati a guardare, anzi. Gli investimenti in difesa sono stati considerevoli dopo la conclusione della stagione 2022. Miami si è mossa velocemente in free agency per aggiungere alla squadra un CB non proprio simpatico, ma sicuramente capace di mettere in ombra gli attaccanti avversari, come la superstar Jalen Ramsey. Non paghi, hanno sostituito il buon coordinatore difensivo Josh Boyer, non scelto da Mike McDaniel ma restato al suo posto dopo l’addio di Brian Flores, con il suo ottimo collega, Vic Fangio, che ha sempre fatto salire di livello il suo reparto, nei precedenti tornei in cui è stato parte di uno staff tecnico di lega.
Questi due nomi hanno inciso molto, in termini economici, sul salary cap dei pinnati, i quali ora sono in attesa di godersi un bel ritorno sul proprio investimento. Con un Tua migliore e una difesa rocciosa e al completo (l’infortunio di lungo corso è costato il posto a Byron Jones, sostituito dal già citato Ramsey), i Dolphins hanno modo di giocarsi al meglio le loro carte, pur trovandosi in una division tutt’altro che semplice come la AFC East, che si è molto rinforzata.
Una division impegnativa
La division di Miami potrebbe essere in assoluto la migliore della NFL nella prossima stagione. A una franchigia già pronta per vincere il Super Bowl come quella di Buffalo (che potrebbe essersi indebolita leggermente, per quanto riguarda l’attacco, dal momento che non ha firmato alcun WR per agevolare l’ottimo Stefon Diggs) si affiancano i New York Jets, forse troppo spesso bistrattati, ma che ora hanno firmato un ottimo QB come Aaron Rodgers: stagionato sicuramente ma ancora in grado di spostare gli equilibri, come ha dimostrato a Green Bay fino a pochi mesi fa. I New England Patriots sembrano i meno minacciosi, almeno sulla carta, ma sono messi in campo da uno dei migliori capo allenatori della storia: quel Bill Belichick che è in grado di far rendere al meglio anche roster che sulla carta appaiono sottodimensionati, proprio com’è il caso quest’anno.
I Dolphins possono competere con tutti – specialmente se troveranno altri rinforzi nei due reparti meno completi, la linea offensiva e il backfield dei runner – ma si sa, nessuno si qualifica ai playoff ad agosto e bisognerà affrontare la stagione al meglio e sperare in un pizzico di fortuna per quanto riguarda l’infermeria, se si vuole andare lontano. Prima di concentrarsi sugli avversari, è indispensabile lavorare bene al camp e affinare schemi e affiatamento di gruppo.
Se son rose fioriranno e a leggere la rosa sembrano esserlo. Il roster di Miami è, senza dubbi, il migliore degli ultimi anni (e pure di gran lunga) per cui aspettarsi una buona season è lecito. Dal piano astratto si deve però passare a quello concreto: è quel che va fatto nelle prossime settimane.
Crediti fotografici: miamidolphins.com/news
Autore: Mattia Mezzetti
Data di pubblicazione:
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