Il giorno della marmotta.
Ancora una volta i Browns partono bene ma poi non riescono a reggere l’urto per tutti i 4 quarti e vengono travolti dagli avversari. Non fatevi ingannare dal risultato finale: i Bills, dopo un inizio in sordina, hanno rimontato lo svantaggio prima dell’intervallo lungo e hanno stravinto, mettendosi alle spalle il periodo difficile caratterizzato dalle 2 sconfitte di fila contro Jets e Ravens.
E se Buffalo può tornare a guardare con ottimismo alla vetta dell’AFC East (al momento occupata in coabitazione con i Miami Dolphins), Cleveland deve interrogarsi sui perché di un’altra stagione buttata nella spazzatura, con l’unico motivo di interesse da qui alla fine della Regular Season rappresentato dal rientro di Deshaun Watson (tra 2 settimane).
Illusione Browns
Come detto, la partita era iniziata nel migliore dei modi per Cleveland, con l’opening drive chiuso in touchdown sull’asse Brissett-Cooper. E con la difesa dei Browns che giganteggiava, per tutti i primi 2 quarti, contro l’attacco dei Bills: nei primi 3 drives, Buffalo non conquistava nessun primo down, trovandosi sotto 10-3. Sembrava che la squadra di coach McDermott, oltre a risentire delle 2 sconfitte consecutive, fosse ancora stordita dalle vicissitudini passate in settimana a causa della tempesta abbattutasi su Buffalo e che aveva costretto la NFL a spostare la partita tra i Bills e i Browns in quel di Detroit. Qualsiasi altra squadra con ambizioni di playoffs avrebbe approfittato della situazione; invece i Browns non sono riusciti a capitalizzare offensivamente quanto di buono era stato fatto difensivamente, hanno tenuto in vita i “padroni di casa” e i Bills ne hanno approfittato.
Strapotere Bills
È bastato un drive fatto come si deve prima dell’intervallo per dare la scossa a Josh Allen e all’attacco dei Buffalo Bills. Da quel momento in poi, non c’è stata più partita. Nel terzo e nell’ultimo quarto, l’attacco dei Bills ha maltrattato la difesa dei Browns, nonostante, comunque, Allen non abbia dovuto lanciare tantissimo in giro per il campo. Ma le corse di Singletary e Cook e i calci di Bass hanno aperto la forbice tra Buffalo e Cleveland, incapace di rispondere alle sfuriate dei ragazzi di coach McDermott. E i Bills possono andarsene da Detroit (dove dovranno poi ritornare a giocare giovedì contro i Lions) con, almeno, 4 buone notizie: gli 0 intercetti di Allen (non succedeva dalla Week 6); l’aver ritrovato un touchdown nel secondo tempo (non succedeva, anche questo, dalla Week 6); l’aver scoperto che a volte ci si può affidare maggiormente al gioco di corsa; la grande prova della difesa, vera protagonista della partita.
Nubi all’orizzonte
“Dobbiamo assicurarci di non sprecare il talento che abbiamo all’interno dello spogliatoio e che è, al momento, nel picco della carriera“. Senza sé e senza ma: quello di Myles Garrett è un attacco al coaching staff e, probabilmente, il messaggio era indirizzato direttamente alla dirigenza dei Browns. Dirigenza che dovrà iniziare a fare le proprie considerazioni e a pensare, ormai, a come organizzare la prossima stagione: continuano gli errori di coach Stefanski e del suo staff, molte volte incapaci di leggere le partite e svoltarle in proprio favore. Questo finale di stagione dei Browns si preannuncia grigio e con molte nubi all’orizzonte: l’unica possibile luce è rappresentata dal rientro in campo, tra 2 settimane, di Deshaun Watson. Ma non si può caricare di aspettative il ritorno dell’ex QB dei Texans, non sapendo come possa reagire ai quasi 2 anni di inattività. L’importante adesso, in questo ultimo mese e mezzo di Regular Season, è evitare figuracce e lottare fino alla fine: i tifosi se lo meritano. I playoffs sono irraggiungibili ormai, un altro anno è stato buttato. Salvare la faccia, adesso, è l’unica cosa che conta per i Cleveland Browns.