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Sprofondo Browns: a Cleveland vincono i New England Patriots 38-15
Terza sconfitta consecutiva dei Browns, mai in partita e sconfitti in casa dai Patriots guidati da un sorprendente Zappe.
La nave non solo è alla deriva, ma sta proprio affondando. Contro i Patriots, al FirstEnergy Stadium di Cleveland, i Browns hanno toccato il fondo. Il passivo non sarà stato pesante come un anno fa (finì 45-7 per la squadra di coach Belichick), ma le sensazioni post partita sono sicuramente peggiori. Così come le prospettive.
I Browns sono stati in balìa dell’avversario dall’inizio alla fine, non hanno dato mai l’impressione di poter prendere in mano l’incontro e tornare alla vittoria dopo 2 sconfitte di fila. È mancato mordente, è mancata combattività, è mancata la voglia di reagire. I Browns sono sembrati una squadra sull’orlo del baratro, che sta quasi implodendo su sé stessa. E, sicuramente, le scelte dalla sideline non stanno aiutando nel tentativo di risalire la china. Se la difesa continua a non difendere, questa volta l’attacco ha toccato il punto più basso di questa stagione: colpa di Brissett (2 intercetti e un fumble perso) ma anche delle scelte cervellotiche di coach Stefanski.
Dall’altro lato, però, bisogna anche elogiare la buonissima partita dei Patriots, sia difensivamente che offensivamente. Difensivamente hanno limitato al minimo il gioco di corsa dei Browns, improntando il game plan sul lasciare l’ovale nelle mani di Brissett, precludere ogni opportunità a Nick Chubb e raddoppiare Amari Cooper, target prediletto dell’ex QB proprio dei Patriots. Offensivamente hanno estratto un coniglio dal cilindro: il QB Bailey Zappe, terzo in ordine di gerarchia in casa Patriots, catapultato titolare per la seconda volta di seguito a causa delle indisponibilità di Jones e Hoyer. Con Zappe come QB, per la squadra di Bill Belichick sono arrivate 2 vittorie in altrettante partite e ora il record è tornato in equilibrio (3-3). E a proposito del coach dei Pats: con la W contro la sua ex squadra, Belichick è arrivato a quota 324 vittorie in carriera, eguagliando George Halas al secondo posto nella classifica All Time.
Zappe mania
Ma parliamo della Zappe mania scoppiata in New England. Scelta numero 137 (4° giro) dell’ultimo draft, dopo aver giocato al college a Houston prima e alla Western Kentucky poi, Zappe è sceso in campo per la prima volta durante il primo quarto contro i Green Bay Packers (Week 4), riuscendo a guidare la propria squadra ai supplementari, poi persi. Ma nelle due successive partite, iniziate entrambe da titolare causa assenze di cui sopra, i Patriots hanno ottenuto 2 vittorie in altrettante gare, rifilando un 67-15 totale ai propri avversari. Zappe, in queste due gare, ha totalizzato 41 completati (su 55) e ha lanciato per 497 yards con 3 TD (a fronte di un solo intercetto); il QB Rating è sempre stato superiore al 100. Una manna dal cielo per i New England Patriots.
Contro i Cleveland Browns, in trasferta, Zappe ha passato per 309 yards e lanciato in touchdown prima Thornton e poi Henry, ha guidato l’attacco dei Pats come fosse un veterano, sfruttando anche i punti deboli della difesa dei padroni di casa.
Belichick nel post partita lo ha applaudito, mantenendo però un basso profilo. “Oggi ha visto alcune cose, le ha studiate, ne ha fatto tesoro e poi le ha sfruttate a suo e nostro vantaggio in più di un’occasione. È stata una prestazione molto solida ma ha ancora molto da imparare“.
E con uno Zappe così, Mac Jones ha tutto il tempo di recuperare senza forzare il rientro.
Browns senz’anima
“Siamo stati battuti in tutti i modi possibili: offensivamente, difensivamente, dagli special teams, dagli allenatori. Ci hanno massacrato. E ci abbiamo messo anche del nostro in più di un’occasione“.
Le parole di coach Stefanski descrivono perfettamente cosa sono al momento i Cleveland Browns: una squadra quasi allo sbando, quasi sempre in balìa degli avversari, incapace di acuti che possano riaccendere la scintilla nei momenti no delle partite. Sono 3 le sconfitte consecutive. E se c’è una costante in queste 3 sconfitte, a parte le pessime prestazioni della difesa, è la mancanza di reazione, l’incapacità di trovare la giocata che possa cambiare l’inerzia della partita. Contro i Patriots era palese sin dai primi drives quale sarebbe stata la squadra che avrebbe chiuso la partita con un 3-3 di record.
E poi ci sono gli errori: quelli di Brissett, come detto in precedenza, e soprattutto quelli di coach Stefanski in alcune chiamate. Perché è vero che la difesa sulle corse dei Patriots stava contenendo bene Chubb, ma era pur sempre la 22esima in NFL: dare fiducia ad uno dei migliori RB della Lega e al migliore backup (Chubb e Hunt) era il minimo che si potesse fare per provare a rimettere in piedi la partita nel secondo tempo. Ed invece il gioco di corsa è stato abbandonato, affidandosi a Jacoby Brissett, che non sembrava in gran forma, anche quando c’era da guadagnare solamente una yard. E non è ancora ben chiaro il perché decidere di provare la conversione da 2 punti sul 24-15 Pats a quasi 3 minuti dalla fine, quando con un extra point i Browns si sarebbero comunque portati ad un solo possesso di distanza dagli avversari.
Urgono, ogni settimana sempre di più, delle modifiche. Perché la stagione rischia di andare a rotoli e la nave rischia di affondare ulteriormente. Bisogna ritrovare lo spirito, bisogna ritrovare un’amalgama di squadra che al momento sembra assente. Bisogna guardarsi in faccia e capire che, nonostante questo brutto inizio di stagione, non tutto è ancora perduto. La AFC North non ha una squadra padrona, costante e, viste queste prime settimane di football, potenzialmente dominante. E domenica prossima si andrà a Baltimora. Se si vuole battagliare fino alla fine, la sfida contro i Ravens è l’ultima chiamata.
Autore: Andrea Minnozzi
Data di pubblicazione:
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