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Bengals vs. Dolphins: i Delfini nell’arena delle Tigri

Antipasto di TNF: domande e risposte su quel che ci aspettiamo da Cincinnati Bengals contro Miami Dolphins


Si preannuncia un Thursday Night elettrizzante quello che apre la week 4 al Paycor Stadium di Cincinnati. Gli imbattuti Miami Dolphins si dimostreranno degni di potere ambire all’eredità dello scettro dell’AFC detenuto dai Cincinnati Bengals, sin qui apparsi l’ennesima vittima del Super Bowl hangover?

Grande inizio di settimana

Week 4 in rampa di lancio, ancora presto per allarmarsi o eccedere in elogi ma la sfida tra Cincinnati Bengals e Miami Dolphins non potrebbe offrire antipasto più appetitoso ai fans dell’NFL affamati di grande football. L’inizio di stagione è stato sin qui generoso di sorprese ed emozioni.

Gli ospiti, lontani ed al riparo dalla devastazione dell’uragano Ian che sta scuotendo la Florida, si presentano imbattuti nella giungla dei Cincinnati Bengals, finalmente a segno contro i New York Jets in Week 3 per riparare ad uno 0-2 iniziale che ha fatto temere da subito un ennesimo caso di Super Bowl Hangover (o Super Bowl Slump o Super Bowl Curse, a seconda delle espressioni più in uso oltreoceano), ossia quella caduta di rendimento che spesso caratterizza la stagione del vice campione dell’NFL, dopo la sconfitta nella finalissima.

Sapranno i Bengals invertire definitivamente un trend iniziale preoccupante? Oppure i Dolphins ripeteranno i successi prestigiosi maturati ai danni di Baltimore Ravens e Buffalo Bills, confermandosi la squadra del momento?

Gli insiders di Touchdown Magazine direttamente interessati, Mattia Mezzetti (sponda Dolphins) e Sandro Anfuso (sponda Bengals) sono stati intervistati dal nostro Federico Aletti, spettatore neutrale, per presentare alcuni spunti chiave del TNF di questa sera.

Domande e risposte

Bengals vs. Dolphins è anche e forse soprattutto Joe Burrow vs. Tua Tagovailoa. Una storia di rivalità che risale agli anni del college, alla sfida tra Louisiana State e Alabama nella loro ultima stagione in NCAA e alla “corsa” per la prima scelta assoluta nel draft 2020, “vinta” da Burrow in ragione di un’annata 2019 clamorosa, conclusa con il titolo nazionale per LSU e caratterizzata da un infortunio pesante per Tua, con conseguente “caduta” al draft fino alla quinta scelta, quando è stato finalmente selezionato da Miami. Come giudicate l’inizio di stagione dei vostri due quarterback, nonché simboli delle vostre franchigie?

Mattia Mezzetti: La crescita di Tua è sotto gli occhi di tutti. Dopo due anni che non hanno convinto, in un terzo nel quale si gioca buona parte della sua futura carriera e circondato da armi ben più appuntite di quelle avute in precedenza, Tagovailoa sembra aver trovato la sua dimensione.

Si guardino le sue performance contro Baltimore, quella delle quasi 500 yards e 6 TD, numeri da Dan Marino, oppure il TD per River Cracraft contro Buffalo, con quel raggio laser messo tra tre difensori in mano al ricevitore numero 5 in depth chart che è valso il TD della vittoria.

È presto per dire se il numero 1 stia vivendo la stagione della sua consacrazione, anche perché ancora commette qualche errore decisionale di troppo.

Joe Burrow non è mai stato tra i miei QB preferiti ma è, sicuramente, la definizione stessa del franchise quarterback, avendo ribaltato le sorti di Cinci da quando è arrivato in città. Quest’anno ha iniziato malissimo con 5 intercetti lanciati in week 1 e una week 2 tra luci e ombre, poi però sono arrivati i New York Jets e si è risollevato, anche a causa di un avversario sottodimensionato. Questa sfida saprà darci conferme – o meno – sul conto di entrambi.

Sandro Anfuso: La prossima sfida ha il sapore di quelle speciali, e su più fronti, ma quello dei due condottieri a capo degli attacchi e’ di certo quella dalla valenza piu’ suggestiva. Di certo Tua Tagoivaloa si presenta in The Jungle con numeri da QB da hall of fame. Sicuramente starà pensando al suo ultimo anno al college e alla sorte che gli è capitata quando rivaleggiava con Burrow sia nelle statistiche che sui campi universitari. Di certo si trova con dei ricevitori on fire, con una linea di attacco rodata e con tutti i riflettori (finalmente) addosso al positivo. Sarà sufficiente? A mio parere deve ancora mostrare continuità, concordo con il collega, ma la strada sembra tracciata.

D’altro canto il padrone di casa inizia a scaldarsi. Il QB idolo di casa, che ha praticamente saltato la pre-season a causa di un’operazione, ha mostrato all’inizio dei limiti che nessuno gli avrebbe mai attribuito: scarsa precisione, lentezza nel rilascio della palla, poca confidenza con una linea di attacco super rinforzata ma decisamente ancora distante dall’essere un vero reparto. Lo scenario attualmente e’ ancora critico per lui: troppi sack, game plan poco vario e facilmente leggibile, difese che si permettono di essere arroganti e aggressive.

Dopo aver subìto, e male, nelle prime due partite, perse di poco solo per merito di una buona difesa, sta secondo me trovando il ritmo. Credo lui sia più concentrato su di sé che nella sfida personale con il suo coscritto, ma poi, in campo, l’agonismo emergerà e sarà bello vedere se la risposta sarà spumeggiante con in passato o mediocre come nel presente.

Altra chiave di lettura, a livello di grandi confronti a distanza, sarà la sfida nella sfida tra Ja’Marr Chase e Tyreek Hill. La ragione suggerisce che il compito di Chase sia più arduo, sia per la secondaria di maggiore qualità che schierano i Dolphins rispetto ai Bengals, sia per i cronici problemi della linea offensiva di Cincinnati, che, se esposti al front seven di Miami, possono limitare l’efficacia della connection Burrow–Chase. Quale ritenete che sia, per le due squadre, la chiave per innescare da un lato e limitare dall’altro i due ricevitori superstar oggi in campo?

MM: Partirei ribaltando il piano dell’analisi: se fosse il ground game la chiave della sfida? Penso a Cinci che ritrova Joe Mixon, e a Miami che è allenata da un maestro delle corse come Mike McDaniel, il quale ha investito molto nella posizione chiamando Chase Edmonds e Raheem Mostert ma ha ancora raccolto soltanto due TD di Edmonds domenica contro i Bills a fronte di una esplosione della air offense. A mio avviso il running game sarà fondamentale nella sfida.

Per quanto riguarda i ricevitori, ne abbiamo di spettacolari. A mio avviso Hill e Chase saranno molto chiusi dalle difese e potrebbero dunque avere più spazio Jaylen Waddle, che dall’arrivo di Hill ha guadagnato moltissimo, godendo di una maggiore libertà, o a Tee Higgins per i padroni di casa, che potrebbe avere un matchup agevole se consideriamo che Byron Jones è infortunato e Xavien Howard avrà le mani piene a marcare Chase. 

SA: Credo che la chiave per innescare le due punte di diamante dell’attacco delle due franchigie sia la varietà nel game plan. Come dice bene il mio collega tanto si può fare sul fronte del running game, e se dovesse funzionare credo che le secondarie possano e debbano rischiare un po’ lasciando ai cornerbacks qualche situazione di coverage one-to-one in più del dovuto.

Ecco, credo che Chase (molto chiuso dalle doppie coperture in questo suo secondo anno e apparso un po’ innervosito per questo) e Hill (che ha dichiarato diciamo “speciale” il suo re-incontro con il CB dei Bengals Eli Apple, verso cui vuole una rivincita dopo i playoffs dello scorso anno) non aspettino altro, e noi tifosi e appassionati altrettanto. 

Chiudo invitandovi a gettare lo sguardo, per quanto sia difficile considerando la tensione del prepartita di quest’oggi, oltre il TNF. Per quanto sia presto, troppo presto per, a seconda dell’esito dell’incontro, farsi prendere dal panico o adagiarsi sugli allori, dove credete che una vittoria possa proiettare le due squadre e dove temete che una sconfitta possa confinarle? 

MM: Personalmente ritengo che i Fins abbiano già fatto meglio del previsto a partire con queste 3 vittorie dati gli avversari affrontati. Una sconfitta in questa gara non sarebbe un dramma se consideriamo che il calendario a ottobre sarà più agevole per i pinnati, i quali godranno – esattamente come i Bengals – di un semi-bye dovuto alla partita di giovedì notte prima della week 5.

D’altra parte, però, il ferro va battuto finché caldo perché sappiamo bene quanto conti mettere assieme più W possibili in ottica playoff. È molto difficile poter giocare a gennaio se si trascura il primo quarto di stagione – che non è più quarto, ora che le partite sono 17, ma ci intendiamo – dunque mettere un altro successo in fila potrebbe davvero rappresentare una svolta per la franchigia. 

Vincere darebbe modo a Miami di controllare agevolmente la propria division per un’altra settimana, anche perché Buffalo va a Baltimora e ha un cliente scomodissimo. L’ambiente Bengals ha disperatamente bisogno di una vittoria, non solo per dimostrare che con New York non si è vinto soltanto per manifesta inferiorità dell’avversario bensì anche per non cominciare 1-3. Un simile score, infatti, rende statisticamente molto difficile accedere alla postseason, specialmente in un periodo come questo nel quale Lamar Jackson, che è in division con Cinci, sta giocando da MVP.

SA: I Dolphins sono in flow, c’è poco da aggiungere, e sono nettamente i favoriti. Hanno battuto avversari ben più forti degli attuali Bengals. Vincendo fuori casa in un campo, comunque, non facile sarebbe un modo per timbrare un cartellino di credibilità che da tanto tempo manca sul fronte della città della Florida. Credo che ne abbiano bisogno sia gli atleti che i tifosi, per potersi permettere di aspirare ai playoffs e soprattutto a sperare qualcosa di più goloso.

Per Cincinnati, che pur giocando malissimo ha rischiato comunque per un pelo di aver un record vincente visto come sono andate le prime due partite, è un’occasione difficile ma importante per risollevarsi contro le statistiche di chi inizia 0-2, contro chi pensa che l’anno scorso sia stato un caso e che la squadra e le sue stelle siano over rated, contro chi dice che chi fa le scelte in campo non sia all’altezza del potenziale di questo team. In più, la città è ancora fortissimamente con il team, ci crede, vuole spingere le tigri, oggi in bianco, a fare di più, a fare meglio, a fare quando serve, come l’anno scorso dove quando era necessario, per segnare “quei 3 punti” decisivi contro ogni pronostico.

Nessuno avrebbe detto l’anno scorso che questa partita avrebbe avuto questo scenario, ma forse è proprio quello che serve a Cincinnati per risollevarsi, avere un sfida, lo sfavore dei pronostici, un valore da confermare e un riconoscimento da restituire ai suoi caldi tifosi. Uno scenario che ricorda molto l’anno scorso, in cui piano piano sono arrivati a vincere la AFC. Sarà sufficiente una vittoria per riportarli sui binari e tornare a puntare alla post season? Credo che questa partita sia il primo crocevia per dircelo.

Qui si dice WHO DEY, il grido di battaglia che porta i Bengals a difendere il proprio campo, la loro giungla, e portare a casa il successo. Vedremo. Vinca la migliore ma soprattutto ci auguriamo che sia uno spettacolo!

Sandro Anfuso, Mattia Mezzetti & Federico Aletti

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