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Partenza lanciata: Il recap di Dolphins – Bills
I Miami Dolphins vincono ancora, di misura, contro i Buffalo Bills. Il racconto di un’altra entusiasmante domenica.
Nella giornata di domenica 25 settembre, a Miami i termometri indicavano una temperatura intorno ai 30 gradi, con un’umidità del 70%. Il clima era caldo e afoso, principalmente all’interno dell’Hard Rock Stadium, ove la presenza della difesa dei Miami Dolphins innalzava ancor più la temperatura. Il reparto, infatti, è stato incandescente e ciò ha significato riuscire a raggiungere una vittoria attesa da 4 anni.
Grande equilibrio, finalmente
C’è un dato da cui partire. Domenica al Rock le due squadre che si sono affrontate hanno avuto una gestione del possesso di palla molto differente. Una delle due franchigie l’ha controllata per oltre 40 minuti, per cui l’altra ha avuto l’ovale tra le mani soltanto per 19. I Buffalo Bills, la squadra migliore di lega, guidata da Josh Allen, uno dei favoriti per il titolo di MVP se non proprio il frontrunner per l’ambito premio, sono la prima squadra. La seconda, quella abbarbicata in difesa, sono i Dolphins. Alla fine, la gara l’hanno vinta questi ultimi. Non ci riesci se non hai una grande defense.
Aldilà del risultato, importantissimo per Miami ma non distruttivo per le ambizioni di Buffalo, team che resta fortissimo e che ha perso soltanto per due miseri punti, quel che ha colpito in maniera più positiva è il fatto che finalmente, dopo 4 anni, la partita è stata equilibrata, in bilico per la sua intera durata. Se consideriamo che le ultime 8 sfide erano state vinte da Buffalo, che in alcune occasioni aveva proprio banchettato sui pinnati, è un gran bel passo avanti per i Fins.
Aggiustamenti in corso d’opera
Durante il primo atto della sfida, Buffalo fa chiaramente capire gli equilibri in campo. Pronti via ed è subito lancione di Allen per Stefon Diggs. Poi arrivano primi down dal HB Devin Singletary, dal FB Reggie Gilliam, una penalità contro Xavien Howard, un bell’intervento di Melvin Ingram e, da ultimo, uno screen pass dalle 2 yards per Singletary, che va in TD. Sono 8 partite consecutive che i Bills segnano al primo drive. È molto più tempo che gli ingranaggi di questa offense girano alla massima velocità senza incepparsi mai.
Miami risponde con un punt ed è allora subito la difesa a sostenere il proprio attacco. Da un terzo down di Buffalo, il reparto coordinato da Josh Boyer confonde con i propri movimenti Allen che, nel tentativo di far mente locale perde l’attimo e subisce un sack ben piazzato da Jevon Holland. Ingram è lì vicino per ricoprire il fumble e mettere i padroni di casa in attacco dalla redzone. Trent Sherfield la porta sulle 1 e da lì Chase Edmonds segna il TD del pareggio. Si tratta della prima volta, in questa stagione, che Miami segna una meta in corsa.
I Bills sono ancora padroni della partita, comunque. Allen gioca con il suo TE Dawson Knox, poi coinvolge il WR Jake Kumerow, che riceve due bei passaggi ma poi si infortunia, e infine passa a Isaiah McKenzie: prima il ricevitore si prende 27 yards e poi il TD lungo 8.
Tua Tagovailoa questa volta batte un colpo ben assestato. La passa a Tyreek Hill, Durham Smythe e Jaylen Waddle per tre primi down, poi coinvolge Raheem Mostert, che un nuovo set di down se lo prende in corsa, dopodiché va ancora da Waddle per chiudere con lui un end around che, pur non valendo una conversione, si fa apprezzare e mette Miami in grande posizione. Dopo un’altra efficace corsa di Mostert, Tua sublima un play da raccontare. Il QB, ben protetto da Terron Armstead e Robert Hunt, vede River Cracraft sulla sideline lontana e piazza un laser prevedendo la sua virata tra tre difensori. Spin perfetto e ovale tra le braccia del ricevitore elevato, per la seconda week consecutiva, dalla practice squad: TD per Miami e pareggio da applausi. Un lancio del genere, nel traffico, richiede una precisione totale o corre il rischio di venire spizzato o, peggio, intercettato. Il numero 1 lo trasforma in 6 punti (o meglio 7, dopo il PAT di Jason Sanders).
La sfida a questo punto si rilassa un pò e le squadre vanno al riposo senza granché da segnalare se non il contatto tra Tagovailoa e Matt Milano, con il difensore che spinge a terra il QB, provocandogli un trauma alla testa significativo, dal momento che, non appena il timoniere si rialza, si inginocchia a terra, dimostrando di non essere lucido. Concussion protocol immediato e Teddy Bridgewater in campo, per un 3 e fuori abbastanza bruttino.
Il fattore afa
Il primo possesso del secondo tempo è per i Dolphins, con Tua che riesce a tornare in campo e guidare la offense. I tempi rapidi dell’uscita da un protocollo che spesso è abbastanza lungo avrebbero, a quanto si legge, insospettito la NFLPA, l’associazione dei giocatori della NFL, la quale procederà in settimana con l’apertura di una indagine formale sulla vicenda. A noi tifosi importa fino a un certo punto ma va specificato che se la franchigia fosse giudicata colpevole, potrebbe incorrere in sanzioni.
Il possesso di Miami è da 3 e fuori ma, sul punt, la S special team Justin Bethel, trova un intervento spettacolare che tiene l’ovale dentro le 5 di Buffalo in seguito al calcio libero di Thomas Morstead. Allen riparte dunque da molto indietro. Ciononostante, i punti arrivano lo stesso, sebbene siano soltanto 3, grazie al FG di Tyler Bass che chiude una grande risalita sul campo dovuta a McKenzie, Gilliam, alle corse di Allen e quelle di Zack Moss.
Curioso come, nella prima volta in gara nella quale Boyer decide di non blitzare sul terzo tentativo, la difesa di Miami tenga grazie a Emmanuel Ogbah e Trey Flowers, costringendo gli ospiti al calcio, invece che servendo loro la chance per il TD. Sarà un aspetto da tenere in considerazione per le prossime sfide. La forza di questa defense è spesso stata il full blitz in cover 0 – schemi ove l’intero front seven attacca la linea e il QB, liberando spazi importanti tra le linee – che però, in partite serrate come questa, può finire per rivelarsi arma a doppio taglio.
In definitiva, comunque, questo modus operandi ha finito per premiare Miami contro Buffalo, grazie anche all’operato di un prezioso alleato: l’afa della Florida del Sud.
Nel tardo terzo quarto appare evidente come il caldo sia una sofferenza per tutti, con molti giocatori che perdono lucidità, divenendo goffi e imprecisi. I tanti falliti intercetti nelle ultime due frazioni si devono proprio a questo frangente: tanto il QB quanto i difensori erano ben più pasticcioni rispetto a inizio gara.
Come spesso accade nel football americano, però, ecco il momentum shift che cambia l’inerzia della gara. Buffalo si mantiene più convincente in attacco e, pur non riuscendo a sfondare la difesa di casa, ha modo di allungare con un calcio. Bass, però, finora infallibile in stagione, non centra i pali su un FG lungo 38 yards e il punteggio rimane sul 17-14 ospite. Mike McDaniel e Tua, dunque, capiscono che possono tentare il colpaccio. Il capo allenatore si fa più coraggioso e il QB osa in seguito alle chiamate dell’head coach/ coordinatore offensivo. Approfittando della stanchezza e di alcune assenze sensibili nella secondaria ospite, i Fins coinvolgono il dinamico Waddle: da un complicato terzo e 22, il numero 17 riceve da Tua e guadagna 45 yards, con palla sulle 7 offensive. I Bills, nervosi e affaticati, diventano fallosi, e una violenza non necessaria sposta la linea di scrimmage sulle 2. Edmonds non ci mette granché a entrare in meta da quella corta distanza. Miami va sul 21 a 17.
C’è tempo ancora per l’emozione del butt punt, un calcio libero di Morstead, in propria meta, che rimbalza sul sedere del suo protettore e si impenna per una safety, quella che fissa il punteggio sul 21 a 19 finale. Indipendentemente dai modi con cui si è sviluppato, il play ha fatto il gioco di Miami, dando respiro al punter per allontanare il pericolo dalla red zone e tenere Allen fuori dal range del suo kicker. Una rocciosa difesa tiene Buffalo in controllo fino allo scadere dei suoi tentativi in attacco e scatena la festa. Dopo 8 partite perse di seguito, i Dolphins battono finalmente i Bills.
Settimana corta ma ricca di buone sensazioni
https://twitter.com/dolphinscheer/status/1574396796243247104?s=20&t=GeCky6IS1c1nk8k-Ab7jcQ
Archiviata la vittoria contro Buffalo si pensa al futuro e, questa settimana, lo si fa celermente: giovedì notte si sale a Cincinnati, per affrontare dei Bengals che non hanno cominciato bene la stagione, con due sconfitte nelle prime due settimane, e hanno vinto poi contro dei sottodimensionati New York Jets.
Oltre al vantaggio di giocare nella giungla, come chiamano il loro stadio, i Bengals ritroveranno per giovedì il loro pericoloso RB, Joe Mixon. La sfida si preannuncia entusiasmante anche perché sarà l’occasione di vedere un testa a testa tra Tua e Joe Burrow, i primi due QB chiamati nel corso del draft virtuale del 2020. Le sensazioni, dopo due importanti vittorie come quelle ottenute da Miami in week 2 e 3 sono ottime ma attenzione a non montarci la testa, Cinci ha dei bei nomi e un allenatore che sa il fatto suo.
Autore: Mattia Mezzetti
Data di pubblicazione:
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