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Un giovedì da leoni: recap di Miami Dolphins – Baltimore Ravens
Importante vittoria per i Miami Dolphins, in diretta nazionale, contro i lanciati Baltimore Ravens. I successi consecutivi sono ora 2 e la squadra migliora.
La notte ci fa belli. In primetime, in diretta nazionale, i Miami Dolphins ingabbiano i Baltimore Ravens e il loro elettrico QB, Lamar Jackson, sconfiggendoli per 22 a 10 in un Hard Rock Stadium che soffre con i suoi beniamini per l’intero primo tempo e poi si lascia andare a boati di gioia, nei due quarti finali.
Congrats to Defense! Haven’t seen a #Dolphins D perform like that in a looooong time!#BALvsMIA #FinsUp #NFL #VeteransDay2021
— Larry Csonka (@Larry_Csonka39) November 12, 2021
Il racconto
La partita si svolge in due parti, principalmente perché cambiano gli attori in campo a un certo punto, come vedremo. Il primo quarto è tutt’altro che entusiasmante. I Ravens partono in attacco e percorrono soltanto 52 yards in 11 giochi. Allora occorre il robot Justin Tucker, il miglior kicker di lega, per dare i 3 punti ai suoi, con un FG lungo 46 yards. La risposta dei padroni di casa è un punt dopo 7 giochi. Di nuovo Baltimore e di nuovo Tucker, per allungare, ma questa volta la palla scivola via, fuori dal perimetro giallo. A volte sbagliano anche i migliori. Un punt per parte e arriviamo pigramente al secondo quarto.
Il ritmo di questa frazione segue quello della prima ma questa volta accade soprattutto grazie alle buone giocate della difesa di casa: i 4 drive di Baltimora terminano in 3 punt e chiudono il quarto, senza che gli ospiti riescano a totalizzare un solo punto. D’altra parte, anche la offense di Miami, guidata in questo momento da Jacoby Brissett, al posto di Tua Tagovailoa che accusava problemi al pollice sinistro, dunque quello della mano con cui lancia, fatica a ingranare, soprattutto perché appare chiaro che la principale bocca da fuoco dell’unità, Mike Gesicki, non è in serata: chiuderà la partita con 0 ricezioni su 7 passaggi che lo hanno bersagliato. A muovere il tabellone pensa il kicker, Jason Sanders, grazie a due FG – uno lungo 31 yards e l’altro 22 – che varranno 6 punti ai suoi.
Nel terzo quarto la miseria offensiva continua a imperversare: gli unici punti di cui parlare li segnerà Miami, altri 3 dopo un FG lungo 29 yards, sullo scadere della frazione, realizzato da Sanders. Prima di questa azione solo punt: ben 3 per parte, indice di due attacchi che faticano, di un Jackson in difficoltà e di un Brissett fuori fase, tanto che a un certo punto Brian Flores deciderà di tenerselo accanto in panchina, preferendogli l’infortunato Tagovailoa. Il giovane QB non mostra grossi problemi alla mano, neppure dopo che il LB avversario, Patrick Queen, la colpirà involontariamente durante un’azione di gioco. Anche con il numero 1 non al 100%, il ritmo della offense di casa aumenta immediatamente. Tua trova Albert Wilson per una ricezione lunga 72 yards, la più lunga della stagione di MIA; il ricevitore ha messo assieme una grande performance in questa sfida, mostrandosi rapido e agile, nonché dotato di grandi mosse per ingannare i suoi marcatori.
L’ultimo periodo comincia con i fuochi artificiali: Jackson commette un fumble, forzato da Xavien Howard; il numero 25 ha la lucidità di ricoprire l’ovale e portarlo con sé per molte yards, fino alla meta avversaria, dando 6 punti ai suoi e mettendo in mostra il primo TD della serata. I Fins tenteranno la conversione da 2 punti, fallendo. Baltimore è piccata dalla segnatura e risponde dopo un possesso per parte chiuso in punt. In un drive con Rashod Bateman sotto l’occhio di bue, Baltimore – aiutata da diverse penalità contro Miami – Si fa sotto: il TD è di Mark Andrews e il PAT di Tucker. Siamo sul 15 a 10 Fins e, finalmente, abbiamo una partita. Tua però sente l’odore del sangue e ancor più lo fa Wilson, che riceve per 64 yards e mette i suoi vicini alla end zone. In maniera conservativa, da lì sono Myles Gaskin e lo stesso QB a muovere la catena. Il TD arriva grazie a Tua con uno scramble lungo 1 yard.
Siamo sul 22 a 15 e gli ospiti non sarebbero ancora morti ma si fanno intercettare, dopo aver avviato bene il possesso grazie all’ottimo Bateman, da un Justin Coleman ben piazzato in end zone. L’INT, di fatto, chiude la sfida.
Ottimi segnali
Partiamo da un importante antefatto: il pessimo inizio di stagione dei Dolphins, con 7 sconfitte consecutive, molte delle quali pessime, arrivate dopo una vittoria fortunosa a Foxborough nella kickoff week, potrebbe condizionarci un pò. Abbiamo visto svarioni pazzeschi da parte di Miami sul gridiron e, quindi, ora siamo portati ad entusiasmarci anche se Liam Eichenberg, una matricola e uno dei più colpevoli tra gli uomini di linea offensivi, ricopre un fumble tra 5 giocatori dei Ravens, ovvero fa quel che ogni lineman si allena settimanalmente a fare. Quella giocata, probabilmente, salva il risultato e la W dei suoi compagni visto che si era sul 15 a 10 e restituire palla a Jackson quando il QB può giocare con il cronometro sarebbe potuto diventare un grosso problema per i pinnati. A parte questo potenziale problema, però, va sottolineato come ci siano degli evidenti progressi che Miami mette in mostra ogni settimana.
Partiamo da quello a mio avviso più evidente: lo sviluppo della difesa. Nella prima parte della stagione, nonostante la linea offensiva inguardabile e un running game risibile, la principale delusione è ovviamente stato questo reparto. Se sei una squadra difensiva, la cui mentalità è la defense e il cui capo allenatore è un ex coordinatore difensivo; se puoi schierare Emmanuel Ogbah, Byron Jones e Xavien Howard devi fare meglio di quanto si sia fatto nei primi due mesi della regular season 2021. Nelle ultime tre settimane, la difesa ha fatto meglio, cominciando a giocare all’altezza delle sue aspettative. Menzione particolare va fatta ai due rookie, Jaelan Phillips e Jevon Holland; per quanto giovani e inesperti siano, stanno entrando sempre più negli schemi di squadra e Holland ha dimostrato di poter essere una stella, nel suo ruolo di safety. Ci auguriamo sia così perché la secondaria è la forza di questa difesa.
In attacco, purtroppo, continuano i guai per Tagovailoa, il quale ha saltato numerose partite in questa stagione e continua a dimostrarsi fragilino. Il ragazzo è un guerriero e lo ha dimostrato giocando bene con un pollice infortunato contro Baltimora. Non è però possibile, per una squadra NFL, fare affidamento su un timoniere che ogni due partite che gioca, una ne salta. Speriamo si sia trattato solo di sfortuna ma se la situazione continuasse così, bisognerebbe fare le dovute valutazioni. La differenza tra QB1 e QB2, comunque, si vede eccome. Con Tua in campo cambia tutto: la squadra ha più ritmo, più affiatamento e vediamo giocate migliori; Jaylen Waddle, altra ottima sorpresa tra le matricole e, a mio avviso, già il migliore tra i ricevitori della squadra, si trova molto meglio quando deve ricevere la palla dal suo ex QB al college. Non sottovalutiamo poi l’apporto che Gaskin sta portando. Il RB non è partito bene quest’anno ma si sta ritagliando sempre più una sua posizione. Non abbiamo in squadra Derrick Henry e abbiamo scelto di non chiamare al draft Najee Harris, il quale si sta già facendo valere a Pittsburgh, con mio grande disappunto ma non fa nulla, ormai è tardi per rammaricarsene. Il numero 37, ad ogni modo, è in grado di partecipare all’attacco sia in corsa sia in ricezione e muove la catena quando serve.
Naturalmente, ai Fins occorrono ancora dei tasselli e, sono sicuro, andranno a cercarli in offseason quando avranno uno dei maggiori salary cap di lega. Prima di pensare all’anno prossimo, però, occorre chiudere al meglio questo e, soprattutto, adempiere alla principale priorità: i rinnovi contrattuali di Ogbah e Gesicki.
Autore: Mattia Mezzetti
Data di pubblicazione:
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