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Termina il draft: l’analisi della lotteria dei Miami Dolphins
Si è concluso il Draft NFL 2021. Ripercorriamo le scelte dei Miami Dolphins, conosciamo i giocatori e diamo qualche impressione a caldo.
Si è concluso, nella notte tra sabato e domenica scorsi, il più atteso appuntamento della offseason NFL: il draft. I più notevoli studenti – atleti delle università statunitensi sono stati chiamati dalle franchigie della lega e potranno così coronare finalmente il loro sogno di diventare giocatori di football professionisti.
Dopo l’esperienza dell’anno scorso del draft interamente virtuale, quest’anno siamo ritornati ai consueti fasti della lotteria NFL. O meglio, questo è quel che si è tentato di fare. Ovviamente la pandemia non si è ancor conclusa e persistono delle necessità di distanziamento sociale, le quali sono state rispettate dagli organizzatori dell’evento. Non tutti i giocatori erano infatti presenti a Cleveland, sede del draft 2021, e quelli che lo erano hanno rispettato per quanto possibile le regole imposte dalle autorità. Il pubblico doveva garantire la sua negatività – o il vaccino – prima di poter accedere alla sede dell’evento.
Nuovi volti a Miami
Andiamo a conoscere i nuovi membri dei Miami Dolphins, i giovani selezionati al draft e che verranno portati al training camp di squadra, durante la prossima estate. Come ben sappiamo c’è una certa gerarchia tra i ragazzi chiamati in questa occasione. È lecito attendersi che chiunque sia stato chiamato alto, all’inizio, nei primi due giri, riuscirà con tutta probabilità ad entrare nel roster attivo. Le scelte più basse, invece, faticheranno naturalmente di più e potrebbero finire in squadra di allenamento oppure, qualora non si dimostrino all’altezza, persino tagliati dalla rosa.
La strategia al draft ha lasciato qualche perplessità, soprattutto a caldo. A bocce ferme, però, si può dire che i Dolphins abbiano condotto una buona 3 giorni, andando a coprire molti dei buchi di squadra e revitalizzando un reparto come la offense che era parso abbastanza stitico al termine della scorsa stagione.
I magnifici 7
Ripercorriamo le scelte dei ‘Fins percorrendole al contrario; partendo da quelle di sabato (le ultime in ordine cronologico) e risalendo a quelle di giovedì 29 notte.
Gerrid Doaks
Nel corso dell’ultimo giro, il settimo, Miami ha scelto un RB dal college di Cincinnati. La pick è stata la numero 244. I tifosi probabilmente avranno esclamato “finalmente” alla luce di questa selezione. La posizione di RB è infatti un cruccio da anni a Miami. L’attuale – e presunto futuro a questo punto – titolare, Myles Gaskin (anch’esso ex settima scelta) è un runner concreto e capace, non è però certo in grado di sostenere da solo l’intero reparto. Accanto a lui già l’anno scorso fu messo Salvon Ahmed, il quale non ha certo fatto male quando è stato chiamato in causa. Anch’egli, però, non ispira troppa fiducia in quanto non è ritenuto un RB capace di correre sui 3 down. Il tandem attuale, insomma, aveva chiaramente bisogno di un rinforzo.
Per tal motivo, in molti ci auguravamo – mi ci metto anche io – che Miami chiamasse uno dei 3 grandi del ruolo disponibili in questa classe ’21: Najee Harris, Travis Etienne oppure Javonte Williams. Solo quest’ultimo è arrivato a venerdì, essendo stati gli altri due chiamati già nel corso del primo giro. Per garantirsene i servigi, i Denver Broncos hanno fatto trade up alla numero 35 assoluta, esattamente un posto prima della 36 di Miami. Non ci è dato sapere se Williams sarebbe stato selezionato dai Dolphins – ritengo sia abbastanza probabile – e se questo abbia sconvolto un pò i piani di Chris Grier e Brian Flores. Non è però con i sé che si fa la storia, dunque smettiamo di crucciarci su quel che sarebbe potuto accadere.
Chi è Doaks? Difficilmente uno starting RB in questa NFL, il ragazzo da Cinci è però un giocatore con la stazza giusta: 180 cm per 103 kg. Tosto e determinato, Gerrid Doaks è assolutamente uno che può ritagliarsi un posto nel roster. Al momento la depth chart posizionale appare ordinata con Gaskin RB1; Ahmed RB 2 e Malcolm Brown, arrivato in free agency, ultimo anello di un backfield dalle tre teste. Patrick Laird e il rookie dovranno lottare per il quarto spazio – che Miami consuetamente utilizza – e mostrare tutta la loro duttilità per restare in squadra. La formazione dello special team potrebbe essere il vero arbitro in questa contesa.
Larnel Coleman
Alla 231 assoluta, ancora nel corso del giro finale, Miami ha chiamato questo tackle offensivo dall’Università del Massachusetts. I Dolphins sono una di quelle squadre che ritiene come nella lega non ci sia mai un numero troppo elevato di uomini di linea offensivi all’interno di un roster. Il ragionamento non è completamente sbagliato. L’importanza di questi giocatori è capitale e la possibilità che s’infortunino molto elevata. Coleman è un prospetto tutt’altro che fatto e finito. Parliamo di un giocatore ancora in via di sviluppo, di quelli che può diventare un grande o dimostrarsi un bust assoluto. Fisicamente ha alcune caratteristiche interessanti; su tutte la seconda maggior apertura alare – wingspan si dice in gergo, ovvero la distanza tra i due diti medi con le braccia allargate – tra i partecipanti a questo draft. Probabilmente Miami ha voluto scommettere sull’atletismo di questo ragazzo, il quale ha già esperienza sia come tackle destro che sinistro.
Come scrivevo, spesso capita che le settime scelte debbano lottare molto per farcela. Larnel Coleman è uno di quei giocatori che potrebbe dover cominciare la sua carriera dalla squadra di allenamento, magari trascorrendo con essa l’intero anno 2021. Dopo un pò di gavetta, però, potrebbe davvero fare comodo a Miami come swing tackle, capace di dare una mano su entrambi i lati della linea.
Hunter Long
Una sorpresa? Forse. Il TE da Boston College – frequentato anche da coach Flores – è stato chiamato nel corso del terzo giro, con la scelta numero 81 assoluta. Nella posizione Miami è abbastanza coperta e dunque questa scelta può stupire. Ovviamente, qualora la franchigia fosse riuscita a prendersi Kyle Pitts, TE di valore assoluto nonché uno dei primissimi talenti in questo draft, nessuno avrebbe aperto bocca – anche perché il fenomeno ex Gators è a tutti gli effetti un WR. Eccezion fatta per lui, però, gli altri TE non apparivano come elevata priorità per i Dolphins. Va però detto che tanto Mike Gesicki quanto Durham Smythe saranno free agents al termine della prossima stagione e dunque potrebbe essere stato ritenuto necessario premunirsi di una assicurazione nel ruolo.
Hunter Long è comunque un buon TE. Si tratta del giocatore che conduce la FBS (Football Bowl Subdivision, una branca NCAA) in ricezione e Miami ha già avuto modo di conoscerlo durante l’ultimo Senior Bowl. Essendo stato selezionato piuttosto alto è inevitabile domandarsi se non sarebbe stato meglio chiamare qualcun altro tra i numerosi buoni giocatori che potevano essere scelti dai ‘Fins a quel punto della lotteria ma evidentemente si è voluta fornire un’altra arma a Tua Tagovailoa, il quale – come stiamo per vedere – ha un attacco di tutto rispetto in questa stagione.
Liam Eichenberg
Era idea diffusa quella secondo la quale Miami sarebbe andata su un tackle nel day 2 del draft. Così è infatti stato. Nel secondo giro, con la quarantaduesima assoluta, i Dolphins hanno infatti chiamato l’OT da Notre Dame. Nel suo college Eichenberg ha giocato quasi sempre a sinistra ma la sua versatilità gli consente di adattarsi anche al lato destro. Soprattutto se Robert Hunt fosse spostato a giocare come guardia destra – questa pare essere la decisione dello staff di Flores – il rookie potrebbe cominciare fin dalla week 1 a schierarsi come tackle destro. Dal canto suo, Eichenberg ha detto che può giocare in ogni posizione della linea offensiva. In realtà, non ha alcuno snap come centro.
Liam Eichenberg non è un giocatore particolarmente elegante o pulito, né è bello da vedere. Non eccezionalmente veloce o forte, basa tutto sul posizionamento ed è stato una garanzia per i QB dei Fighting Irish che si è trovato a proteggere. Dal 2019 ha concesso pressione soltanto sull’1,1% degli snap che ha giocato. Si tratta del quarto miglior tasso tra i LT che abbiano bloccato per almeno 400 passaggi nel campionato universitario. Il problema con questa pick potrebbe essere che per arrivare a Eichenberg i Dolphins hanno dovuto cedere una terza nel 2022 – risalendo in tal maniera di 8 posizioni sulla board. L’anno prossimo, scongiurati i problemi pandemici, il processo di scouting dovrebbe essere più consueto e affidabile e, dunque, cedere scelte 2022 non è una mossa saggia. D’altra parte, se trovi una linea affidabile in cambio di quella scelta, nessuno avrà mai ripensamenti su questa decisione. La selezione appare comunque positiva, Eichenberg potrebbe veramente essere già pronto per la NFL.
Jevon Holland
Eccoci alla scelta 36 di cui ho scritto mentre mi occupavo dei RB. La critica che si può muovere a Miami – e che diventerà un macigno qualora anche quest’anno il backfield si dimostrasse un punto debole per la squadra – è quella di non aver fatto nulla, neppure quest’anno, per aggiudicarsi un top-tier RB. Javonte Williams ci è stato davvero soffiato sotto il naso da Denver. Detto questo, parliamo di Jevon Holland, safety da Oregon scelto per quarto nel corso del secondo giro. Holland è ideale per la difesa di Flores.
Egli può infatti schierarsi come safety profonda o marcare lo slot receiver, come ha fatto spessissimo all’università. In due stagioni ha totalizzato 9 intercetti mostrandosi un playmaker vero e consentirà ai Dolphins di avere un uomo capace di marcare i ricevitori veloci. Se qualcuno ricorda ancora la sfida di week 3 2020 contro Buffalo sa bene quanto Miami soffra certi matchup contro WR rapidi e veloci. I Dolphins hanno concesso, lo scorso anno, una media di 6.2 yards dopo ogni ricezione. Il dato è il peggiore in NFL. Occorre avere un uomo in grado di ridurre questo valore allarmante.
Se Holland fosse pronto per la week 1, Bobby McCain potrebbe non essere più necessario a Miami; ciò potrebbe liberare quasi 6 milioni e mezzo di dollari del suo salario non garantito, qualora la squadra decidesse di privarsene.
Jaelan Phillips
Comprensibilmente, i ‘Fins hanno preso due playmaker nel corso del primo giro, uno per ogni lato della palla. Di nuovo, potremmo osservare come qui in tanti volessimo Najee Harris ma come fai a criticare una scelta come quella di Phillips?
La posizione del pass-rusher ha più valore di quella di RB e Miami ne aveva bisogno dopo aver liberato diverse acquisizioni pesanti della scorsa offseason. Alla numero 18 assoluta si è optato allora per la certezza: il miglior edge puro di questo draft. I suoi attributi fisici, il suo rendimento al college e le potenzialità che ha mostrato lo hanno reso uno dei favoriti alla lotteria di Cleveland. Il punto interrogativo si deve alla fastidiosa storia di infortuni che ha limitato un pò troppo spesso la sua carriera, impedendogli ad esempio di entrare nella squadra dell’Università della California di Los Angeles (UCLA), la sua città natale. I Dolphins potevano puntare anche sui due compagni di reparto valutati immediatamente dopo Phillips: Kwity Paye (Michigan) e Azeez Ojulari (Georgia), evidentemente, però, Miami vuole fidarsi della tenuta fisica del giocatore.
La coppia Phillips – Emmanuel Ogbah solletica naturalmente molto la fantasia dei tifosi di Miami. La difesa potrebbe dimostrarsi ancor più esplosiva grazie alla velocità del rookie e i Dolphins potrebbero riuscire a blitzare senza schierarsi a vista con una difesa aggressiva. Se Phillips supera i suoi problemi fisici (è un grosso se), Miami ha messo a segno un grandioso colpo.
Jaelan Phillips, californiano, conosce bene Miami avendoci giocato all’università. Da membro di spicco degli Hurricanes delle ultime stagioni, il difensore si è detto estasiato di poter continuare a giocare in Florida seppure, come ha candidamente ammesso, gli dispiace un pò doversi nuovamente trasferire dopo aver appena completato il trasloco dall’appartamento universitario che aveva affittato a Coral Gables, da studente. Non che avrà grossi problemi ad acquistarsi uno spazio con il rookie bonus e il suo primo assegno da atleta professionista.
Jaylen Waddle
La prima chiamata per Miami è arrivata al numero 6 ed è stata utilizzata per selezionare Jaylen Waddle, acrobatico ricevitore da Alabama. Dal momento che ai Dolphins in attacco servivano velocità e giocate elettrizzanti, questa selezione non deve stupire. Waddle ha le capacità di diventare, già da settembre, uno dei più interessanti slot e ritornatori della lega. Qualcuno ha già azzardato il paragone con Tyreek Hill ma a me questo sembra davvero troppo prematuro. A quel punto era disponibile anche il compagno di squadra di Waddle, quel DeVonta Smith fresco vincitore dell’Heisman Trophy, il riconoscimento al miglior giocatore al college. Smith appariva più educato e abile nel percorrere le sue tracce. Sembrerebbe che i ‘Fins abbiano voluto puntare forte sul futuro, convinti che la proiezione di Waddle tra qualche anno fosse migliore.
Un attacco con Will Fuller e questa matricola è immediatamente molto più pericoloso di quello che caratterizzò il 2020 di Miami. L’anno scorso potevamo contare sull’affidabilità di DeVante Parker e l’esplosività di Preston Williams – probabilmente saranno entrambi nella squadra anche quest’anno – ma il ricevitore più veloce di Miami, Jakeem Grant, è stato molto deludente. Difficile dire che ne sarà di lui ora che, a quanto sembrerebbe, nel roster non c’è più spazio per lui.
Waddle e Tagovailoa sono stati compagni di squadra anche a Tuscaloosa, negli Alabama Crimson Tide. Questo potrebbe essere un vantaggio per il QB, il quale ora potrà guardare a una faccia nota in campo, con la quale ci si aspetta si ricrei da subito affiatamento. I Dolphins amano i giocatori di Alabama, questo è chiaro, dal momento che ne hanno scelti tre negli ultimi due draft e cinque negli ultimi sei. Quel che occorrerà vedere ora è se Waddle sarà stata la scelta migliore oppure se sarebbe stato meglio Smith. Esattamente come sta avvenendo tra Tua e Justin Herbert, anche le carriere di questi due ricevitori saranno probabilmente sempre paragonate, d’ora in avanti.
Per scegliere sesti i Dolphins sono stati coinvolti in un blockbuster trade a fine marzo, il quale li ha fatti prima scendere fino alla 12 e poi risalire alla 6. Ciò ha di fatto comportato l’impossibilità di chiamare Kyle Pitts e Ja’marr Chase, i quali potevano forse essere preferiti da Miami a Waddle. Si verificherà un caso di rimorso dell’acquirente? Ci auguriamo di no ma il rischio c’è, in fondo parliamo di draft e non di una scienza esatta.
Come valutare questo draft
Ora che abbiamo ripercorso le tre nottate di draft dei Dolphins non ci resta che dare una sorta di giudizio sull’operato della squadra a Cleveland. Lo faccio naturalmente soltanto per completezza d’informazione, essendo io sprovvisto di sfera di cristallo capace di illustrarmi come giocheranno questi rookie nei prossimi anni.
A mio avviso il draft di Miami è stato davvero molto buono. Forse potevano fare meglio, per esempio avrei preso Smith su Waddle ma tant’è, non sono io a prendere queste decisioni e probabilmente è meglio così. Tolte queste spigolature, le prime quattro scelte sono quattro giocatori che possono essere titolari da subito, e questa è un’ottima cosa per una squadra che è rimasta sulla soglia dei playoff l’anno scorso. Le chiamate più basse andranno invece verificate ma questo è inevitabile, accade ogni anno e fa parte del gioco.
Prima di vedere effettivamente all’opera i nuovi; verificare quante e quali migliorie porteranno alla franchigia, augurandoci che tutti possano portarne, ritengo che possiamo dirci soddisfatti di come Grier e Flores abbiano condotto questa lotteria. Ai posteri poi, l’ardua sentenza.
Autore: Mattia Mezzetti
Data di pubblicazione:
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