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Cronaca di un suicidio: Los Angeles Rams-Seattle Seahawks 30-20
Seattle perde, esce e lo fa male, subendo dei Rams più convinti e più preparati, e che potrebbero aver creato non pochi pensieri alla dirigenza dei Seahawks. Vediamo assieme com’è andata e cosa prospetta il futuro di queste 2 squadre.
Un vecchio detto recita: “prima o poi, tutti i nodi vengono al pettine”. E nella serata del Lumen Field, i nodi di questi Seahawks sono arrivati tutti in una botta sola, consentendo ai Rams, meritevoli di aver preparato in maniera eccellente la partita nonostante le grandi difficoltà di rosa, di sbancare in quel di Seattle ed approdare al Divisional round, mettendo a segno la prima vittoria a sorpresa contro i Seahawks, che perdono meritatamente e tornano a casa in anticipo con non poche riflessioni da fare.
La disfatta di Seattle
Come si è visto già da tempo, la stagione di Seattle poteva essere divisa in 2 esatte metà: La prima caratterizzata da un attacco estremamente prolifico e da una difesa che sembrava un groviera, e la seconda con la difesa divenuta trainante e l’attacco che si è dimostrato sempre più affannoso e poco efficace. Se si voleva percorrere un percorso buono in questi playoff, sarebbero servite entrambi le parti brillanti della squadra, e i Rams, squadra ostica ma estremamente abbordabile a causa delle assenze importanti erano un ottimo banco di prova. La difesa si è comportata nel complesso bene, mettendo la giusta pressione, limitando il gioco aereo di LA, e lasciando solo le corse che sono state meno prolifiche di quanto i numeri dicano, e sostanzialmente lasciando Seattle in partita (o almeno con una speranza) fino all’ultimo istante di gara. L’attacco invece è stato completamente annichilito dalla difesa dei Rams, con Wilson in primis che, anche a causa della forte pressione subita dalla DL avversaria, è stato portato ad alcuni errori (tra cui quello del intercetto ritornato in TD da Williams) e era notevolmente fuori fase e con una lucidità estremamente inferiore agli standard a cui ci ha abituati negli anni. Altri grandi colpevoli sono stati in primis gli OL, che hanno riportato in vita i fantasmi degli anni passati cedendo sempre alla pressione dei continui blitz dei Rams, e in secondo luogo il corpo ricevitori, che non ha aiutato a migliorare la partita di Wilson a causa di troppe ricezioni sbagliate che hanno causato troppo occasioni perse. Ma la colpa maggiore va alla preparazione della squadra alla partita da parte dei coach, con l’offensive coordinator Schottenheimer in testa al gruppo. Seattle è rimasta con la testa alla prima parte di stagione, con quell’attacco stupendo che coglieva impreparati tutti gli avversari e metteva a segno una big play dopo l’altra dal nulla e con una facilità al limite del disumano. Il problema è che dopo qualche settimana le altre squadre le misure le hanno prese, in particolar modo il CB dei Rams Jalen Ramsey che per la seconda volta su tre in stagione è stato in grado di annullare DK Metcalf. E a quel punto la logica prevederebbe di cambiare gioco e provare a inventarsi qualcosa di nuovo ma no, i Seahawks restano su lanci lunghi e corse al centro, risultando estremamente prevedibili e venendo annullati da una difesa dei Rams impeccabile, che li lascia a 20 punti e li condanna a un’uscita di scena tanto veloce quanto inaspettata, specie dopo un’ottima stagione da 12 vittorie.
La sorpresa di LA
Come già anticipato nel paragrafo precedente, l’arma vincente dei Rams è stato principalmente McVay e il suo staff, che preparando la partita al meglio hanno annullato alla grande le poche mosse provate da Carroll e compagnia. Nel corso della stagione abbiamo visto i Rams molto incostanti (vedesi la partita con i Jets…), ma contemporaneamente capaci di mettere assieme prestazioni convincenti e con una varietà di modi che poche squadre hanno. Questa loro capacità è stata ancora una volta dimostrata ieri sera nella partita contro Seattle, in cui la difesa, di cui abbiamo già abbondantemente parlato, ha annullato le armi di Seattle, mentre l’attacco è stato portato avanti in maniera ultra conservativa da un ottimo Cam Akers, capace di 131 yards e un TD, che sono serviti più a mangiare il cronometro e portarsi in posizioni buone da field goal che al puro scopo realizzativo. Ciò è stato necessario a causa dell’infortunio di Goff, che però è stato richiamato lo stesso all’azione dopo che il suo sostituto Wolford è uscito per infortunio a causa di un brutto colpo ricevuto. I Rams non sono sicuramente una squadra di prima fascia, ma ieri hanno dimostrato ancora una volta le enormi capacità del loro coach e che se vengono pescati in giornata possono mettere in difficoltà chiunque. Piccola nota di conclusione: la pressione difensiva di LA è continuata imperterrita per più di un quarto e mezzo anche senza la loro superstar Aaron Donald. Quindi per tutte le altre squadre della NFC, fate molta attenzione, perchè se si subisce la loro ferocia, sono problemi per tutti…
E adesso?
Dopo la sconfitta di Washington di ieri sera, i Rams sanno di dover affrontare la seed numero uno in quel di Green Bay, il che potrebbe rivelarsi la miglior avversaria possibile per la truppa di McVay, data la somiglianza del loro attacco a quello di Seattle. Quindi il gameplan potrebbe essere molto simile in difesa, mentre per quanto riguarda l’attacco potrà essere più variegato dato il probabile ritorno alla forma di Jared Goff. Ovviamente i Packers partiranno come super favoriti, ma vista l’esperienza del Lumen Field, i Rams potrebbero avere qualche possibilità, rendendo la partita meno scontata e più imprevedibile del previsto, sempre che non ricadano nella Jets mode…
Per Seattle invece è già tempo di offseason, e viste le lacune dimostrate in stagione, e soprattutto nella partita di ieri, bisognerà fare qualche pensiero su qualche ruolo, non per quanto riguarda i giocatori, che quelli ci sono già quasi tutti, ma più per la composizione dello staff, che ha dimostrato più volte in questa stagione di non preparare al meglio le partite e avere poca varietà per contrastare gli avversari. Il roster è indubbiamente uno dei più completi della lega, con una base solida in tutti i ruoli e grandi giocatori sparsi in giro, specialmente in attacco e nel gioco aereo, ma in non saperli sfruttare al meglio e lasciare sempre alle magie del numero 3 il compito di portare a casa le partite più insidiose è un peccato assolutamente imperdonabile, specie se si ha una squadra che se fatta giocare bene, sarebbe tranquillamente in grado di puntare dritta dritta ad un Superbowl.
Autore: Filippo Tosi
Data di pubblicazione:
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