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Alla ricerca di una vittoria: preview di Pittsburgh Steelers – Miami Dolphins

Nella notte italiana di lunedì, durante il MNF, i Dolphins sfidano gli Steelers a Pittsburgh in una partita non fuori dalla loro portata


Un monday night dallo strano sapore

Fino a non molto tempo fa il monday night football, o MNF come è stato ribattezzato il posticipo del lunedì sera dalla rete televisiva ESPN che da anni lo trasmette in esclusiva, era l’appuntamento di lusso della football week, la cornice nella quale si affrontavano due powerhouse, due squadre forti e dal record vincente che si giocavano i playoff o la miglior posizione possibile durante essi, a gennaio, nelle sfide che contano davvero. In sostanza, era uno spazio che la NFL dedicava a due tra le sue migliori squadre per farle giocare da sole, senza la contemporaneità con altre partite, in prime time come si dice in America, perché le due franchigie in campo erano in grado di generare grande attenzione, non solo quella dei propri tifosi, bensì anche quella di tutti gli appassionati di football in generale, che sono tanti.

Ultimamente però, la lega sembra essersi concentrata con più attenzione sul TNF, l’anticipo del giovedì sera, tanto che spesso e volentieri le squadre più calde si affrontano nell’anticipo piuttosto che nel posticipo, esattamente come accaduto in questa settimana dove lo spazio del giovedì sera è stato dedicato ai Minnesota Vikings, che si sta giocando la corona della NFC North, mentre lunedì sera si affronteranno Dolphins e Steelers a Pittsburgh, due squadre che complessivamente hanno un record di 2 vittorie e 10 sconfitte (Miami come sappiamo è 0-6 mentre Pitts è 2 – 4), non esattamente due franchigie da monday night.

Una città ampiamente delusa

L’orgoglio sportivo della città d’acciaio è profondo. Pittsburgh è una città operaia, fiera del suo status di storica locomotiva d’America, ora trasferitosi ad Ovest a causa dell’esplosione della Silicon Valley, e grande tifosa delle sue rappresentanze sportive: i Pirates che giocano a baseball, i Penguins nell’hockey su ghiaccio e, naturalmente, gli Steelers. La famiglia Rooney, storica proprietaria della franchigia, è riuscita a mettere assieme una dinastia che, per qualche anno, in tempi recenti, si è giocata con i Patriots la reputazione di miglior squadra della AFC; tutti ricordiamo i bei tempi andati delle cosiddette killer bees: Le’Veon Bell, Antonio BrownBig Ben Roethlisberger, nomi che abitualmente guidavano il team ai playoff; cosa che difficilmente avverrà quest’anno. Nessuno dei tre giocatori ora citati sarà in campo con la divisa black and yellow lunedì sera, né in altre partite nel corso della stagione, dal momento che Bell gioca a New York con i Jets, e ne parleremo presto, Brown è disoccupato (ma ha comunque già strapazzato la difesa di Miami nella sua unica presenza con la maglia di New England) mentre Roethlisberger ha subito un grave infortunio e, con ogni probabilità, ha già terminato il suo campionato, e secondo alcuni analisti anche la carriera.

La tripletta d’attacco si compone ora di Mason Rudolph (QB), JuJu Smith – Schuster (WR) e James Conner (RB), che sono tre buoni attaccanti, ma ben distanti dal livello delle killer bees, soprattutto Rudolph. La offense schiera altri nomi noti, come ad esempio il secondo ricevitore James Washington, il TE Vance McDonald e i due uomini di linea Maurkice Pouncey (C) e Alejandro Villanueva (T di sinistra). Similmente, anche il livello difensivo è buono, con Pittsburgh che può contare su  star come il LB TJ Watt, il CB Joe Haden e il T Cameron Heyward. Assieme ad essi rivedremo anche una vecchia conoscenza di Miami, Minkah Fitzpatrick, arrivato agli Steelers in settembre in cambio di una prima scelta al draft in una trade, a mio avviso, enormemente sbagliata. Sappiamo però bene quale processo stiano affrontando i Fins in questo momento, e dunque è comprensibile che giocatori ambiziosi come il giovane e talentuoso CB abbiano preferito cambiare aria; nulla esclude che entro il 31 ottobre, trade deadline, Miami indebolisca ulteriormente le sue già non vigorose fila.

Se sulla carta la formazione di Pittsburgh rimane pericolosa, è la condizione psicologica della squadra di Mike Tomlin che, verosimilmente, può ritenersi tra le principali cause del loro brutto record. Sono tempi grami per una franchigia che vanta 30 partecipazioni ai playoff, 22 titoli divisionali, 8 titoli AFC e 6 Super Bowl nel suo palmarès, e questo è evidente.

Nulla da perdere

Quando sei sul fondo non puoi che risalire e i Miami Dolphins lo sono sia in termini di record (il pessimo 0-6 condiviso con i Cincinnati Bengals), sia in termini di stats, con la squadra che occupa posizioni tra la numero 30 e la 32 in quasi tutte le rilevazioni, e la gara con gli Steelers potrebbe, ci auguriamo, essere quella che interrompe questa ignobile streak. Pittsburgh infatti si trova, come già scritto, in un brutto momento, mentre i Fins sono in crescita dal punto di vista del gioco, e hanno il disperato bisogno di una vittoria che possa risollevare il loro morale e iniettare un pò di fiducia ad un ambiente già preparato al peggio, ma comunque desideroso di vincere ogni qual volta scenda in campo, come ogni altra squadra.

Brian Flores ha già informato che sperimenterà nuove soluzioni e giocatori, soprattutto in difesa, dove il suo coordinatore Patrick Graham si è contraddistinto finora per aver schierato numerose formazioni e svariati giocatori fuori ruolo, per non dare alcun punto di riferimento agli avversari. Dovremmo riuscire a rivedere in campo Xavien Howard, il quale è apparso recuperato in settimana, ma non è ancora stata ufficializzata la lista degli infortunati, nel momento in cui scrivo. L’attacco sarà nuovamente guidato da Ryan Fitzpatrick, il veterano che al momento rappresenta decisamente la soluzione migliore under center, ben più tonico ed efficace di un Josh Rosen apparso imballato e spuntato, nelle sue due partite come titolare. Non va sottovalutata l’importanza di avere tra i titolari il giocatore che rappresenta la più concreta possibilità di vittoria, poiché anche se la carriera di Fitz volge al termine mentre quella di Rosen è appena incominciata, è il numero 14 che offre le maggiori possibilità di crescere ai giocatori che stanno attaccando meglio, come Mark Walton, il TE Mike Gesicki o i ricevitori Preston Williams e DeVante Parker. Ci sono squadre con coppie di WR ben peggiori di quella formata da Williams e Parker, e questi due hanno bisogno di un QB che possa utilizzarli al meglio; ora come ora Rosen non è in grado di farlo.

Cosa aspettarsi

I Pittsburgh Steelers sono favoriti: hanno un roster migliore, una tattica più rodata dal momento che hanno lo stesso capo allenatore da oltre 12 anni e giocheranno in casa, in un Heinz Field dove i tifosi di casa, muniti del loro immancabile terrible towel giallo, non mancheranno di farsi sentire nel sostenere i loro beniamini. Miami però non giocherà da vittima sacrificale, farà il suo e, qualora riuscisse a mettere assieme finalmente 60 minuti di football invece di mollare dopo l’intervallo lungo, potrebbe giocarsela fino alla fine. Per riuscirvi, però, sarà imprescindibile essere concreti ed efficaci in tutte e tre le fasi di gioco: attacco, difesa e special team, quest’ultimo potrebbe anche rivelarsi fondamentale ai fini del risultato e quello di Miami non è certo secondo a quello di Pittsburgh. Forza Dolphins.

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