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Tank you fans
Nella loro migliore prestazione stagionale i Miami Dolphins mancano la vittoria, perdendo in casa contro i modesti Washington Redskins.
Al termine delle partite, sui maxischermi degli stadi americani, compare sempre un saluto e la scritta di ringraziamento ai tifosi che hanno assistito alla gara, la quale recita Thank you fans! Al termine della sfida tra i Miami Dolphins e i Washington Redskins sarebbe forse stato il caso che la scritta rispecchiasse lo spelling usato per il titolo poiché le intenzioni della squadra di Miami di ricercare il tanking più esplicito sono apparse evidenti, soprattutto nel finale.
Due squadre equilibrate
Il livello delle due contendenti è apparso davvero simile, nel corso del match di domenica all’Hard Rock Stadium, con un primo quarto di sostanziale equilibrio tra due squadre le quali, forse, per rispetto del già rinominato tank bowl che stavano disputando, non erano neanche troppo intenzionate a farsi del male. Il primo periodo è soprattutto di studio, tra le fila dei Dolphins si vede titolare, per la prima volta, il running back Mark Walton, che appare motivato e propositivo, diversamente dalla sua linea d’attacco che costringe il QB Josh Rosen ad uscire spesso dalla tasca e a subire due sack prima che il veterano Adrian Peterson decida di accendere la partita.
Il talentuoso runner di Washington si comincia a prendere la scena nella seconda metà del primo periodo, in un momento nel quale Miami era apparsa la formazione leggermente migliore, giocando in maniera molto aggressiva e vincendo un primo down grazie ad una impeccabile fake punt run guidata da Kalen Ballage. Quel possesso però era poi tramontato a causa di una chiamata, quantomeno dubbia, di pass interference a danno di Preston Williams.
In un solo drive AP corre prima 18 yards, poi altre 20 per due primi down consecutivi inframezzati da una corsa per un primo della sua riserva. Washington sembra essere in grado solo di correre e Miami prende le misure a queste chiamate, preso atto di ciò Bill Callahan, capo allenatore degli Skins, e il suo giovane coordinatore dell’attacco, chiamano un lancio: Case Keenum è chirurgico e connette con il suo ricevitore Terry McLaurin, matricola elettrica ed efficacissima in questo inizio di stagione, per 25 yards ed il TD che apre le marcature.
I Fins provano a rispondere da subito, Walton è in palla e guadagna due primi down, uno su corsa e uno su lancio, poi un aggressivo Brian Flores decide di andare alla mano su un quarto tentativo e 2, riuscendo a tener vivo il drive dopo una chiamata arbitrale non facile, confermata dalla prova tv in seguito alla challenge richiesta da Callahan; ma il possesso muore qui, poichè un attento Quinton Dunbar intercetta Rosen. La difesa di casa tiene bene, grazie ad una buona giocata di Nik Needham, CB firmato in questi giorni dalla practice squad, i Redskins devono andare al punt. Nuovamente in attacco Miami coinvolge Albert Wilson, al rientro, e il solito Walton e riesce a marciare lungo il campo grazie anche a due penalità chiamate alla difesa, un holding ed un roughing the passer abbastanza evitabili, grazie a Kenyan Drake i Fins arrivano vicini ad un primo down ma non lo ottengono; a mettere Miami sul tabellone deve pensare lo special team, e lo fa grazie ad un field goal firmato da Jason Sanders. Il primo tempo termina 7 a 3 per gli ospiti.
Una buona strategia… fino al penultimo play
A partire in attacco nel secondo tempo sono i padroni di casa, che come ben sappiamo devono ancora segnare un singolo punto nei secondi tempi in questa stagione. Per restar fedeli a questa nomea, i Dolphins iniziano con un 3 e fuori. Washington fa l’opposto e parte fortissimo, Peterson è incontenibile per l’inesperta difesa di Miami, la quale, nervosa, regala anche un primo down a causa di un facemask. Keenum lancia molto poco in una giornata in cui il playbook è chiaro e recita ground and pound, ma quando lo fa si fa notare: come nel secondo quarto, vede la sua miglior arma offensiva, l’enfant prodige di questa giovane season, McLaurin e gli lancia l’ovale, il WR lo afferra e ringrazia prontamente con un TD da 33 yards. I padroni di casa si trovano ora sotto di due segnature. La pressione difensiva degli ospiti è altissima e Rosen viene livellato ancora a terra, sack numero 5 per gli Skins e Fins al palo. In attacco Dustin Hopkins realizza un FG, allungando il vantaggio ospite a 17 a 3. Sembra la solita Miami di questo noioso ed infruttuoso inizio di stagione ma a Flores si accende una lampadina; si gioca la carta Ryan Fitzpatrick lasciando Rosen sulla sideline.
L‘impatto del veterano è devastante sulla gara. Fitz si libera della palla in pochissimo tempo, vede le tracce dei suoi compagni molto prima del QB che ha sostituito e rimette in moto la squadra: trova Drake, poi Walton, poi corre lui stesso e arriva sullo zerbino degli Skins. Da quella posizione a Ballage bastano due corse per segnare un TD; siamo sul 17 a 10 e i Dolphins sembrano essere resuscitati. Il momento è favorevole a Miami e anche la difesa sale in cattedra; il giovane McLaurin che fino a questo momento aveva fatto il bello e il cattivo tempo droppa una palla facile, per questi livelli naturalmente, il primo down non arriva e Tress Way deve andare al punt.
Fitzmagic è tornato e trova anche Williams, che non si era mai visto fino ad ora, se non sui ritorni dal momento che Jakeem Grant non è della partita, il quale si rende subito protagonista del gioco più lungo per i Dolphins; 21 yards. Il primo down non arriva perché agli arbitri sfugge un’interferenza abbastanza evidente ai danni di Mike Gesicki e allora la palla va di nuovo in mano a Keenum, il quale però non sa che farci e dopo 3 tentativi in cui prende solo tanti rischi, è ancora il barbuto numero 14 di Miami a timonare l’azione, una sfortunata fumble uccide il drive e, nuovamente, Keenum ha l’ovale in mano. A seguito del perfetto punt di Matt Haack che termina sulla linea delle 1 difensive, il QB in rosso non è in grado di far scorrere il cronometro come vorrebbe e i Fins hanno la palla per gli ultimi 2 minuti di gioco.
L’enfasi è voluta perché Fitzpatrick guida un 2 minutes drill encomiabile: partecipano tutti i giocatori più importanti: Wilson, Drake, Williams, che non riceve ma blocca bene, e anche lo stesso Fitz che, in barba alla sua età, non disdegna lo scramble; poi timbra il cartellino anche DeVante Parker, ricevendo in meta una bomba da 20 yards per il TD che vale il 17 a 16.
Ci sono 6 secondi sul cronometro e qui Flores e Chad O’Shea prendono una decisione che qualcuno dovrà spiegarmi: invece di chiamare Sanders e farlo calciare per giocarsela in overtime tengono in campo Fitzpatrick per tentare una difficile conversione da 2 punti. E’ chiaramente il play più importante della gara, un’azione che vale una vittoria o una sconfitta e lo schema chiamato è uno screen pass per Drake, che si lascia sfuggire l’ovale. Game Over Dolphins e vincono gli ospiti.
Ora, personalmente non sono un coach di football americano ma davvero non mi capacito di quale possa essere la ratio per prendere una simile decisione. A che pro essere così aggressivi in un frangente decisivo? Perché giocarsi un simile azzardo? Pensandoci, viene in mente una sola, terribile, ragione: l’intenzione di perdere la partita. Mi auguro di essere in torto, mi auguro che Flores motivi nella sua conferenza stampa al termine della sfida, o nei prossimi giorni, questa decisione ma come recita un vecchio adagio, a pensar male spesso ci si azzecca.
Autore: Mattia Mezzetti
Data di pubblicazione:
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