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Bears 27, Giants 30 ot: un giro sull’ottovolante prima di tornare sulla Terra
I Bears si fanno superare dai Giants in una partita dove è successo di tutto, e dove è stata comunque scritta una pagina della loro Storia.
I Bears sono andati al Met Life Stadium da favoriti. La loro difesa, una delle migliori della lega, doveva contrapporsi all’attacco dei Giants il quale, benchè provvisto di uno dei migliori ricevitori della lega e del miglior RB rookie, non è stato capace in queste settimane di trovare quella continuità di gioco necessaria per vincere. Il risultato, polemiche e un record di 3- 8.
La squadra di Chicago d’altro canto, senza il QB titolare Mitchell Trubisky per la seconda settimana consecutiva, ha Chase Daniel in cabina di regia, reduce dal successo contro i Lions.
La partita per i ragazzi di coach Nagy comincia subito nel peggiore dei modi: Mizzell non trattiene il calcio d’inizio e Daniels si trova costretto a partire dalle proprie 15. Dopo una corsa di Howard, la seconda play è un passaggio, che viene intercettato da Alec Ogletree e ritornato in TD. Dopo 38 secondi di gioco, i Bears sono sotto di sette punti.
I successivi drive sono dei three and out da parte di entrambe le compagini, finchè Chicago non riesce a trovare continuità di gioco soprattutto grazie al lavoro di Howard e Cohen. Il drive si conclude con un TD pass per Adam Shaheen che porta lo score sul 7 pari.
Chicago sembra essere entrata in partita, e la cosa viene confermata nel drive seguente, che vede Kyle Fuller intercettare Manning. Purtroppo Daniel si fa nuovamente intercettare dal solito Ogletree, e si ricomincia.
Daniel non è molto a suo agio nella tasca, e anche l’attacco di New York non riesce a mettere in condizione né Barkley né i suoi ricevitori di generare gioco. Dopo qualche drive sterile, si arriva a 9:01 del secondo quarto. Il drive Bears viene portato avanti grazie soprattutto a dei grandi guadagni di Jordan Howard, Cohen e da un ottimo passaggio di Daniel per Robinson. Chicago entra in redzone ma la difesa Giants è brava a fermare Howard sulle proprie 1 in un 3rd and Goal.
Nagy decide così di scrivere, a suo modo, un pezzo di Storia di una squadra che ha fatto gran parte della storia della NFL. Gioca il 4th and Goal e mette la palla in mano ad Akiem Hicks, che riesce ad entrare in endzone. Touchdown. Signore e signori, The Fridge 2.
Il primo tempo si chiude con un FG da 57 yards di Rosas che porta il punteggio sul 14 – 10 per i Bears.
Il secondo tempo da la palla in mano ai Giants, che decidono di giocare una trick play: Odell Beckham riesce a pescare uno Shepard lasciato solo dalla secondaria Bears per il TD del 17 – 14 Giants.
La squadra di Chicago non riesce a trovare le risposte che le occorrono: la difesa Giants riesce a fermare Howard, e Daniel non è preciso nei passaggi. Il successivo drive dei padroni di casa vede sia Manning elevare il suo gioco rispetto allo standard a cui ci aveva abituato quest’anno, sia Barkley riuscire a essere più incisivo. Il risultato è un altro TD NY, concluso con un passaggio di 1 yard per Beckham.
Daniel riesce finalmente a mettere insieme un pò di bel gioco, ma il drive stalla sulle 18 di NY. Tentativo di FG che Parkey mette in mezzo ai pali.
Mancano 9:29 alla fine della partita e NY conduce 24 – 17.
Il tempo stringe, anche se gli Orsi sono dietro solamente di uno score. I Giants riescono a manovrare bene, bruciando sei minuti e arrivando in FG range. Ancora una volta Khalil Mack ci mette una pezza, facendo un sack su Eli Manning e riportando i Giants indietro, troppo lontano per calciare in mezzo ai pali.
Ma in una giornata nella quale quello che poteva andare male è quasi tutto andato male, lo special team di NY riesce, tramite un bel gioco di squadra, a rendere la palla a Chicago sulle proprie 2. Il successivo passaggio di Daniel è per Taylor Gabriel: il numero 18 riceve la palla, ma il successivo tackle di Webb gli fa commettere fumble. Possesso Giants sulle 13 di Chicago. Da lì, è impossibile sbagliare il FG. 27 – 17 New York.
Chicago a questo punto ha 1:49 a disposizione. Daniel sembra trovare quella concentrazione che è propria di chi non ha nulla più da perdere e riesce a portare l’attacco sulle 3 di NY: FG e punteggio sul 27 – 20.
C’è bisogno di recuperare un onside kick: cosa non proprio facile visto che, con le nuove regole, quest’anno ne sono stati recuperati solamente tre. Parkey calcia, e il pallone va a sbattere contro un giocatore Giants, prima di essere recuperato da Daniel Brown.
1:13 da giocare. Palla sulle 47 di Chicago. Bears’ Football.
La difesa dei Giants è nervosa, e le penalità che aiutano il drive degli Orsi ad andare avanti ne sono la prova. Il resto lo fa Daniel e soprattutto Tarik Cohen che guadagna 23 yards con una fantastica corsa che ferma il cronometro sulle 9 dei padroni di casa.
Undici secondi alla fine, Daniel passa per Gabriel. Incompleto.
Sette secondi alla fine, il passaggio è per Allen Robinson. Pass Interference fischiata a Webb (autore di un’ottima partita), palla sulle 1.
Tre secondi alla fine.
Snap. Daniel riceve palla e la da a Burton, che la passa lateralmente a Cohen. Il RB passa ad Anthony Miller in endzone. Touchdown.
Il calcio di Parkey porta lo score sul 27 pari. Overtime.
I Bears perdono il sorteggio e NY sceglie di ricevere. Barkley decide di mettere tutto quello che ha sul tavolo e grazie alle sue corse i Giants arrivano sulle 26 di Chicago. La difesa navy-orange riesce a fermare il drive e i padroni di casa si devono accontentare di tre punti. Tocca a Chicago.
Con le regole dell’overtime, se una squadra riesce a segnare un FG come han fatto i Giants, i Bears hanno tre possibilità: nulla di fatto e partita persa; FG e si continua; TD e si vince.
Purtroppo per Chicago, Daniel riesce a fare fumble per ben tre volte, nel drive forse più importante di tutta la partita. Il risultato è mettersi nella condizione di tentare passaggi disperati che risultano prevedibili dalla secondaria Giants, la quale riesce a fermare gli avversari sulle loro 40. Partita finita, vince New York.
Fare un commento a una partita così non è facile. I Giants hanno sicuramente giocato uno dei migliori football di questa stagione, specie in difesa. Barkley ha fatto il suo, come del resto Beckham, e soprattutto Manning ha lasciato vedere sprazzi di quella classe che gli ha permesso di vincere due Super Bowl contro una delle squadre più forti degli ultimi dieci anni.
I Bears in difesa hanno giocato bene ma non benissimo: un’attenzione costante a Barkley almeno per i primi due quarti e mezzo, con delle giocate molto importanti, come l’intercetto di Fuller, o il sack di Mack. Inoltre, la scelta di dare la palla ad Hicks per il tentativo di TD è una di quelle cose che, se sei tifoso Bears, non puoi che apprezzare: ha il sapore della tradizione, e a Chicago si sa che la tradizione è una delle cose più importanti. Tuttavia, non si è riusciti a capitalizzare quelle giocate, come l’intercetto, che avrebbero potuto far prendere alla partita un’altra piega.
La cosa che non ha funzionato è stata l’attacco. Daniel parte malissimo, e solo a tratti riesce a trovare continuità. In mezzo una quantità di three and out che affossano il gioco dei Bears, nonostante un Cohen monumentale con 30 yards corse e 156 ricevute, che lancia anche il TD pass del pareggio per Miller.Bene Howard, che c’è quando viene chiamato in causa. Tra i ricevitori spicca Robinson.
I Bears oggi come a Miami, hanno dimostrato di avere ancora qualcosa da mettere a posto prima di poter essere prese seriamente in considerazione come contender. C’è la scusante dell’assenza di Trubisky, ma vista anche la partita di Detroit, è una motivazione che non regge tanto.
Certo che, se all’inizio dell’anno ci avessero detto che alla fine del terzo quarto di stagione saremmo stati primi nella division e con un record di 8 – 4, probabilmente chiunque di noi ci avrebbe messo la firma. Però, per come siamo stati abituati in queste settimane, perdere con una squadra che sta giocando molto peggio di te, seppure fuori casa, dovrebbe essere evitato.
La giornata si chiude con delle notizie che rendono meno amaro il boccone: le sconfitte dei Packers (con il licenziamento di McCarthy, che praticamente azzera le possibilità dei cugini del Wisconsin di fare i playoff) e soprattutto quella dei Vikings contro New England, ci fa restare saldamente in testa alla division. Nulla è cambiato, quindi. Ma allo stesso tempo visti i risultati, una vittoria avrebbe ancora di più cementato la posizione di predominio nella NFC North. Lascio a chi legge decidere se il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto.
Ora, dopo questo bagno di umiltà, il team si prepara ad affrontare quella che è forse la squadra più forte della NFL, i Los Angeles Rams, al Soldier Field e durante il Sunday Night, con un aumentato bagaglio di esperienza che ad una squadra così giovane come la nostra, non può che far bene.
Si va avanti, consci che uno splendido futuro è davanti a noi.
Autore: Chicago Bears Italia
Data di pubblicazione:
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