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Preview Dolphins vs Jets: giunge l’ora di fare sul serio
Partita chiave in AFC East tra Jets e Dolphins, due squadre poco brillanti e poco convincenti per una sfida che vale i playoff.
E’ arrivato il momento di tirarli fuori.
Arriva il mese di novembre, un periodo in cui, senza se e senza ma, le squadre che competono nella NFL devono dare un senso al mese di dicembre, e quindi alla loro intera stagione. Si badi bene, non significa che tutte le franchigie competeranno per una posizione nella postseason, ci sono già dei team che ne sono abbondantemente fuori e che hanno già cominciato a fare del tanking senza scrupoli, per guadagnarsi il maggior numero possibile di selezioni al prossimo draft e la più alta scelta possibile: gli Oakland Raiders non stanno facendo più nulla per mascherare questa – discutibile, quanto meno – scelta del loro – discutibile, quanto meno, anche lui – capo allenatore Jon Gruden e probabilmente anche i New York Giants intraprenderanno questa strada, da oggi a qualche settimana, per poter selezionare il loro QB del futuro in aprile. Altre squadre, più o meno apertamente, non avranno nulla per cui competere in dicembre se non le selezioni al draft.
Pur se poco entusiasmante, la posizione al draft è comunque qualcosa per cui lottare, e potrebbe già essere una situazione migliore rispetto a quella in cui corrono il rischio di trovarsi, tra un mese, i Miami Dolphins.
Perchè la squadra è al momento 4 – 4, con un record di .500 spaccato, abbastanza inutile in questa lega, perché non consente l’accesso al playoff (men che meno in un anno come quello che stiamo seguendo, in cui nella AFC ci sono squadroni e squadrette, e c’è poco spazio per la mediocrità) nè una posizione di prestigio al draft, una delle prime 10 picks, quelle in cui – abitualmente – ci si spartiscono i futuri campioni. Se si dovesse terminare novembre con lo stesso record, a 6 vittorie e 6 sconfitte, a dicembre si giocherebbe soltanto per le statistiche e per difendere il proprio posto di lavoro. Ecco perchè è arrivato il momento di mostrare gli attributi, a partire da domenica.
Avversari di cento battaglie
La partita di week 9 in calendario all’Hard Rock Stadium domenica pomeriggio (sera in Italia) è uno di quei match che in America chiamano win or go home perchè ci verranno a trovare i New York Jets. Gli avversari di division sono una partita indietro rispetto ai Fins, con un record di 3 – 5, molto lontani dai playoff, ma potrebbero agguantare il team di Miami e agganciarlo nel – pressochè impossibile, come al solito – inseguimento ai Patriots. Sarà la centoseiesima occasione in cui le due franchigie si incontreranno, in un matchup ricchissimo di storia e storie: dal Championship Game del 1982, quando un signore della difesa come il LB con il numero 77, Adam Joseph Duhe, intercettò per 3 volte, nella stessa partita, Richard Todd, QB Jets dell’epoca, incapace di segnare un solo punto sotto un torrenziale diluvio, in una data che si ricorda ancora oggi come una delle più memorabili partite della difesa aqua and orange; al terribile pomeriggio del 7 dicembre 1987, quando il DT di New York Marty Lyons, in un contrasto che – per sua stessa ammissione – rimpiange da sempre, mise fine alla pressoché certa carriera da Hall Of Fame di Dwight Stephenson, C di Miami che, in un maledetto gioco di metà quarto quarto fu costretto ad abbandonare per sempre il suo sogno di giocare in NFL, ad appena 30 anni; fino ancora, tornando più indietro, alla più leggendaria delle leggendarie stagioni della lega, quella del 1972 nella quale gli invincibili ‘Fins del tempo si imposero per 28 a 24 su degli agguerriti Jets che stavano giocando magistralmente all’Orange Bowl, mitico tempio della undefeated season, 46 lontanissimi anni fa. Nessuno nella storia di questa lega è riuscito ad eguagliare quel risultato, a vincere tutte le partite di regular season e tutte quelle di playoff, Super Bowl incluso. E’ decisamente più difficile riuscirci oggi che le partite di stagione sono 16 e non più 14, e dubito che possano riuscirci i Los Angeles Rams quest’anno. Quei Dolphins annoveravano tra le proprie file delle superstar come Bob Griese, Larry Csonka e Mercury Morris, giocatori sempre preceduti dalla propria reputazione.
Noi tifosi di Miami sono piuttosto nostalgici, inevitabilmente, di quel periodo e ne parliamo ogniqualvolta se ne presenti l’occasione, ma è ora tempo di tornare alla stagione 2018 e dare un’occhiata alle condizioni delle due sfidanti.
Un opaco presente per un brillante futuro
I Jets non sono una squadra particolarmente ambiziosa, per quest’anno. Sanno molto bene che la loro dimensione è quella di una squadra in divenire, che sta ponendo le basi per il proprio futuro. Futuro che, con ogni probabilità, non vedrà al timone l’attuale head coach Todd Bowles, ma girerà sicuramente intorno al QB Sam Darnold, matricola che ha fatto vedere buonissime cose ad inizio stagione, ma sembra essersi un pò spento ultimamente, essendo apparso sempre poco convincente nelle ultime settimane. Per essere incisivo, Darnold avrà bisogno del massimo sostegno possibile da parte dei suoi più pericolosi compagni offensivi, Robby Anderson, Quincy Enunwa e Jermaine Kearse, ricevitori concreti seppur non fenomenali, e del suo backfield composto da Isaiah Crowell e Bilal Powell, duo dinamico e capace di fare buone giocate. Certo, di questo periodo la mano più grande potrebbe dargliela la difesa di casa.
In difesa I Jets possono vantare nomi come Jamal Adams (S) e Brandon Copeland (LB), carismatici membri di una unità compatta, ma non d’elité. Bowles è un coach con mentalità difensiva, che conosce bene i Dolphins in quanto li incontra due volte l’anno e ha già sfidato numerose volte Adam Gase, capo allenatore e coordinatore offensivo di Miami. C’è da aspettarsi che il timoniere di New York abbia preparato qualcosa per rispondere ai trick plays che il coach dei padroni di casa starà sicuramente approntando in questi stessi minuti.
Le condizioni dei Dolphins
Miami non arriva al meglio a questa sfida, reduce da 4 sconfitte nelle ultime 5 partite e con una infermeria che non accenna a svuotarsi, la squadra appare come una parente molto lontana di quel team divertente e a tratti brillante che iniziò la stagione con 3 vittorie consecutive. Gase e il suo staff hanno preparato delle contromosse per rispondere all’emergenza infortuni, riattivando dalla lista delle riserve infortunate (IR) il LB Mike Hull e facendo firmare un contratto a Ziggy Hood e Sylvester Williams, due tackle difensivi. Dovrebbe riuscire a scendere in campo anche il ricevitore Kenny Stills, uno dei migliori per Miami in questa stagione. Non è però certo ce la faccia dal momento che in settimana si è allenato poco. E’ sembrato in buona condizione giovedì scorso DeVante Parker, WR che appariva sul piede di partenza ma che non è poi stato scambiato entro il 30 ottobre, data della trade deadline e ultima possibilità per cedere giocatori da una squadra all’altra. Si aspettano buoni segnali anche dai due RB Kenyan Drake e Frank Gore, oltre che qualche apparizione di Kalen Ballage, terzo running back della squadra che ha giocato poco, ma appare davvero promettente in allenamento. A coordinare questi giocatori ci sarà ancora, per la quarta settimana consecutiva, Brock Osweiler, dal momento che la telenovela della spalla di Tannehill è ancora in programmazione. Il QB di riserva non ha giocato male queste partite, ma non è apparso neppure strepitoso, ed è un passo indietro rispetto a Tannehill, a mio avviso, a causa della scarsa mobilità che lo caratterizza.
L’attacco dovrà mostrare un buon affiatamento ma il compito più gravoso è sulle spalle della difesa. L’unità deve reagire e deve farlo in fretta, perché da nomi come Cam Wake e Robert Quinn si aspettano sack, da Reshad Jones e Xavien Howard intercetti e da Kiko Alonso contrasti precisi ed efficaci. Nelle ultime due partite, tutte queste cose sono mancate e la squadra è uscita sconfitta. Sono questi difensori lo zoccolo duro dei Dolphins, e sono soprattutto loro quelli che gli attributi devono tirarli fuori.
Qualche buona giocata potrebbe regalarcela lo special team, con un ritorno da numerose yards di Jakeem Grant e qualche punt lungo di Matt Haack.
Quello che vogliamo vedere domenica, è il carattere di questa squadra. Domenica dobbiamo dimostrare chi siamo, domenica dobbiamo gettare il cuore oltre l’ostacolo, domenica dobbiamo tornare nella colonna delle vittorie oppure corriamo davvero il rischio di farci scivolare la stagione tra le dita, dopo un ottimo inizio. Domenica è la giornata giusta per disertare l’happy hour con gli amici o mandare la ragazza al centro commerciale da sola, perchè c’è una sfida delicatissima tra Dolphins e Jets, una partita divisionale che vale doppio, e servirà il massimo sostegno possibile ai ragazzi. Forza Dolphins.
Autore: Mattia Mezzetti
Data di pubblicazione:
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