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Una nuova sfida: la preview di Miami Dolphins – Detroit Lions
I latini dicevano repetita iuvant, il ripetersi fa bene, e ai Dolphins farebbe benissimo conquistare una nuova vittoria domenica contro i Lions.
Si avvicina un altro fine settimana, si avvicina un’altra domenica, si avvicina un altro game day nella NFL. In realtà è già arrivato questa notte, quando i Denver Broncos hanno passeggiato su dei moribondi Arizona Cardinals, ma il clou è previsto per dopodomani.
Scenderanno di nuovo in campo, ancora in casa, anche i Miami Dolphins, trionfatori in una partita fantastica domenica scorsa, contro i Detroit Lions.
Diamo subito un’occhiata alle condizioni delle due franchigie.
Stafford e poco altro
Gli ospiti hanno il vantaggio di presentarsi a Miami reduci dalla loro bye week, la settimana di riposo che, nelle 8 giornate centrali della stagione, viene concessa, a turno, ad ogni squadra, per concederle di tirare un pò il fiato. Solitamente scendere in campo dopo il bye è un vantaggio, dal momento che si è più lucidi e freschi degli avversari, ma a metà ottobre questo non è ancora un elemento particolarmente significativo; come ci hanno dimostrato i Chicago Bears domenica scorsa.
Il capo allenatore di Detroit è una vecchia conoscenza dei Dolphins, per via del suo lungo – e glorioso – passato a New England, dove è stato per anni il coordinatore difensivo di Bill Belichick: parliamo del guru della difesa Matt Patricia, che, senza impressionare, può comunque vantare la quinta migliore defense di lega, statistiche alla mano. Questa unità funziona molto bene come gruppo, pur senza avere campioni degni di nota; i due nomi che sono soliti creare più problemi agli attacchi avversari sono probabilmente Devon Kennard (LB) e Darius Slay (CB), sempre efficaci, nonostante nessuno dei due sia propriamente una superstar.
Anche in attacco non troviamo playmaker decisivi, anche se bisognerà prestare particolare attenzione al giovane RB Keryon Johnson, che ha stupito soprattutto contro i New England Patriots, per velocità e visione di gioco. Si dividerà le portate con il veterano LeGarrette Blount, il quale non avrà più la brillantezza di qualche anno fa, ma è comunque sempre efficace, soprattutto in red zone. Il trio di ricevitori non è di quelli che fa impallidire, essendo composto da tre bravi giocatori, ma non certo fenomeni, come Golden Tate, Marvin Jones e Kenny Golladay. Senza troppi dubbi, potremmo dire che il giocatore offensivo più preoccupante è il QB con il numero 9, Matthew Stafford, ottimo generale sul campo, il quale avrebbe probabilmente potuto vincere ben più spesso, e in partite anche importanti, se fosse stato dotato di compagni più talentuosi. Sicuramente starà ancora rimpiangendo il prematuro ritiro di Megatron Calvin Johnson, fantastico ricevitore che ha dato addio al football giocato tre stagioni fa, a poco più di 30 anni. Oltre a Stafford, anche tanti appassionati di questo sport rimpiangono quella decisione, come ad esempio chi scrive. Il QB di Detroit ha un braccio molto potente, e abbina ad esso una buona visione di gioco; pur non essendo uno dei primissimi nella sua posizione, può tranquillamente essere considerato giocatore di elite.
Cautamente ottimisti
I Dolphins arrivano psicologicamente bene a questa sfida. La vittoria di domenica è stata un’emozione indescrivibile per loro, così come lo è stata per noi tifosi, perché é arrivata inaspettatamente, nel corso di un match nel quale eravamo dati per spacciati vista la pericolosità di una difesa guidata da Khalil Mack, la brutta prestazione della linea offensiva nella partita precedente a quella contro Chicago e l’assenza di Ryan Tannehill. Poi però Mack non si è praticamente presentato, gli ospiti che sono abituati a vivere nella windy city hanno accusato l’umido caldo della Florida del Sud (da sempre grande alleato dei Dolphins) e i giocatori chiave hanno dimostrato il loro valore; in questo modo i Fins si sono aggiudicati una partita importantissima e, nel farlo, ci hanno regalato un incontro memorabile, sicuramente uno dei migliori di questa stagione, possiamo dirlo fin da ora. La fiducia è quindi molta, nonostante anche domenica bisognerà sopperire all’assenza di Tannehill, ancora infastidito alla spalla a causa di un infortunio poco chiaro per tutti – lega compresa, dal momento che sembrerebbe vogliano indagare sui tempi della comunicazione del cambio di QB prima del match contro i Bears – e che, a detta di Adam Gase, è comunque sotto controllo e non richiederebbe alcuna operazione. Sarà dunque ancora titolare Brock Osweiler, dopo la prestazione non ottima ma comunque buona della scorsa settimana.
In attacco sono reduci da acciacchi sia Danny Amendola che DeVante Parker, ma entrambi dovrebbero essere della partita contro i Lions, magari per un predeterminato numero di snap. I tre principali artefici della vittoria con Chicago sono invece già scalpitanti: i due RB Kenyan Drake e Frank Gore e il giocatore offensivo della settimana per la AFC, Albert Wilson, non vedono l’ora di tornare in campo.
In difesa il cruccio è sempre legato alle condizioni di Cam Wake, non è chiaro se riuscirà a giocare o se le noie al ginocchio lo terranno fuori anche domenica, mentre non si segnalano altri infortuni preoccupanti, al di fuori dei lungodegenti già noti. Preoccupante invece potrebbe essere la situazione del ritornatore Jakeem Grant, non è al meglio e, seppur dovrebbe riuscire tranquillamente a giocare la partita, non ci è dato sapere se riuscirà ad essere esplosivo come suo solito, sui ritorni da calcio.
Sulla carta, i padroni di casa appaiono come i favoriti, ma non essendo al completo e dipendendo da un QB che non è il titolare (e che non è atletico come Tannehill), l’ottimismo non può che essere cauto. Matt Patricia di dispetti ce ne ha già fatti parecchi, sicuramente non gli dispiacerebbe farci un altro scherzetto, dal momento che Halloween si sta avvicinando. Forza Dolphins.
Autore: Mattia Mezzetti
Data di pubblicazione:
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