Monday Night interessante fino a 54 secondi dall’intervallo, quando Jay Cutler cercando di ribaltare il risultato di 10-7 ha lanciato (corto) per le mani del linebacker Luke Kuechly: intercetto, e touchdown del TE Ed Dickson sul rovesciamento di fronte.
Seppur i Dolphins non hanno mai dato segno di mollare veramente il match, il vero spartiacque della gara è stato l’intercetto, l’unico intercetto di Cutler, in una partita che l’aveva visto iniziare con buon piglio, supportato da una linea un po’ più motivata del solito.
Due quarti, tanto sono durati comunque i Dolphins, che sono stati sbeffeggiati più volte dall’atteggiamento provocatorio di Cam Newton, autore oltre 250 yards su passaggio e 4 touchdown pass, ma anche di un centinaio scarso di yards di corsa, giusto per ribadire che “se vuole”, può fare i numeri (tranne che al Super Bowl però).
Jonathan Stewart e Devin Funchess sono state le due armi “pesanti” dell’attacco guidato da Newton, numeri da urlo come per la linea di difesa, che ha letteralmente messo alle corde quella offensiva dei Dolphins, con un Jay Cutler costretto molte volte a buttare il pallone. Cutler che però tutto sommato, intercetto a parte, ha saputo dosare bene i passaggi, e nelle rare occasioni in cui l’offensive line si è comportata bene, anche i running back hanno saputo muovere palla. Kenyan Drake ha addirittura segnato un touchdown da 66 yards di corsa grazie ad ottimi blocchi degli uomini di linea ma anche dei wide receiver.
Il risultato però è impietoso, un 45-21 che fa male ai Dolphins, molto di più del 20-0 coi Saints o del 40-0 coi Ravens, perchè in quelle partite Miami non ha praticamente mai giocato in attacco, stavolta invece si rimane con la sensazione che con più pressione su Newton, e più accortezza sulle corse “nemiche”, si sarebbe potuto fare una figura migliore.
I Dolphins mancano di qualità, si dice, ma sembra invece che manchino di intensità, e anche di un po’ di fortuna. Cosa che non guasta mai quando ti trovi ad incontrare uno degli attacchi più esplosivi della lega.
I Panthers invece hanno messo in campo tutto quello che serviva, compreso un briciolo (eufemismo) di spocchia, con Cam Newton ovviamente, ma alla fine hanno dominato e vinto con merito. Come già detto, sicuramente il touchdown di Dickson a pochi secondi dall’halftime, quando il punteggio era fermo sul 10-7 per i Panthers, ha rotto gli equilibri ed ha confermato che “gli errori si pagano”.
Nella seconda metà dell’incontro comunque i Panthers non hanno sbagliato quasi nulla, e nel solo terzo periodo hanno segnato con Funchess, Artis-Payne e McCaffrey, 21 punti che hanno praticamente chiuso la partita. Ci ha pensato poi ancora Funchess (5 ricezioni per 92 yards e 2 touchdown) nel quarto periodo a dare il colpo di grazia ai Dolphins, che comunque psicologicamente sono rimasti in partita fino alla fine, andando a segnare ancora con il wide receiver Jarvis Landry, che ha chiuso un buon drive offensivo di Cutler, per il 45-21 finale.
Ora per Miami c’è da capire, ottimismo a parte, se veramente si può fare qualcosa per salvare la stagione (difficile), tanto più che la AFC East, Patriots a parte, vive ormai della solita mediocrità, Jets e Bills infatti, dopo la buona partenza, ora arrancano, e un secondo posto non è impossibile (ma basterà per i playoff?).
Carolina con questa vittoria si porta invece ad una sola lunghezza dai fenomenali Saints (7-3 contro 7-2) staccando di 1 sconfitta gli Atlanta Falcons e iniziando a vedere all’orizzonte il “tabellone playoff”.