Un intercetto e un fumble perso e “un solo” touchdown pass, ma anche 303 yards di completi con una percentuale pazzesca, il 75% (30 su 40), questo è il fattore Tom Brady, che, a 40 anni compiuti (a marzo), è ancora il leader di una squadra quasi perfetta.
Quasi, perchè se c’è un difetto che possiamo trovare nei Patriots, è la pass protection, anello debole di una squadra che in attacco muove palla su corsa e su pass senza troppe difficoltà. A ben vedere poi un’altro difetto ci sarebbe, ovvero la tenuta nel corso di tutta la partita, Tampa Bay forse non è l’avversario più impegnativo della stagione, ma la difesa dei Patriots, che ben si è comportata nella prima metà della gara, ha faticato parecchio a rimanere a galla nel terzo e quarto quarto di gioco. Se i Buccaneers avessero avuto un quarterback più accurato di Winston, forse sarebbe finita come contro Carolina, e se vuoi andare al Super Bowl, non puoi permetterti black out difensivi di due quarti.
Il thursday night scorre via sulle note di un equilibrio che sta caratterizzando questa stagione NFL, basti pensare che i Buccaneers riescono ad avere l’ultimo drive offensivo con 1 minuto sul cronometro e la possibilità di ribaltare il risultato, ma come già detto, Winston non è Brady, il quarterback di Tampa è tosto, ma pecca di tocco, molti dei suoi passaggi sono fuori misura, e rischia più volte l’intercetto, che non arriva più per imperizia della secondaria avversaria che per altro.
Se poi Tampa vuole un colpevole a tutti i costi, si può puntare il dito sul kicker Nick Folk, uno che in 11 anni di NFL ha una percentuale di realizzazione, dei field goal dell’80% e oltre, ma che contro i Patriots riesce a sbagliare 3 calci su 3 (che portano la sua percentuale di questa stagione ad un disastroso 54,5%). Folk riesce persino a mandare fuori, nel bel mezzo del quarto periodo di gioco, un calcio dalle 13 yards di New England… sarebbe bastato quello per permettere ai suoi di vincere la partita con un calcio dalle 19 nell’ultima azione di gioco, se il risultato fosse stato 19-17 per i Patriots invece di 19-14, ma tant’è…
I Patriots ringraziano e portano a casa una vittoria importante in chiave playoff, perchè con i Buffalo Bills che sembrano diventati una squadra solida e i Jets che sculando di qua e di la mettono in tasca vittorie non preventivate, non è così scontato dominare la division come si è abituati a fare da 16 anni (14 titoli divisionali dal 2001 al 2016). In tutto questo un grazie va al solito Stephen Gostkowski che fa 4 su 4 per 12 punti.
Il migliore in campo (per noi) tuttavia non è stato Brady ma Danny Amendola, autore di 8 ricezioni quasi tutte determinanti, in situazioni chiave della partita. In pratica Brady ha potuto fare affidamento sul suo n. 80 ogni volta che serviva una “mano sicura”, un po’ come Montana faceva con Rice negli anni ’80, quando la boccia veniva lanciata nelle mani del n.80 ben sapendo che sarebbe stata più al sicuro che a Fort Knox.
Brady ha avuto il merito di saper distribuire molto bene il pallone, oltre ad Amendola hanno ricevuto palla anche Cooks, Hogan e White (e anche il running back Lewis), 300 yards distribuite quasi equamente tra i suoi ricevitori, non da tutti. Una chiara risposta a chi pensa che il n.12 dei Patriors sia ormai bollito, certo non ha più la mobilità e l’intraprendenza di 10 anni fa, ma se i 40 sono i nuovi 30 anni, Brady allora è molto più trentenne di tanti altri suoi colleghi.
Tampa invece deve recriminare su un attacco che vive di episodi, Winston lancia per 334 yards, ma lascia sul terreno di gioco il 45% dei suoi palloni che cadono incompleti, forse, vista la buona prova di Doug Martin (13 corse per 74 yards e 1 touchdown), e la buona tenuta della linea offensiva, si sarebbe dovuto fare più ball control e avere meno foga sui lanci, un po’ come ha fatto New England con Lewis e Gillislee, che con poco più di 50 yards a testa, hanno tenuto sempre sul chi va la la difesa avversaria, togliendo tante volte la pressione su Brady.
Winston nonostante tutto ha saputo mettere il pallone in mano a 8 giocatori diversi, forse lavorando di più sull’accuratezza nei passaggi lunghi e togliendogli un po’ di pressione aumentando il gioco sulle corse, il 23enne proveniente da Florida State (mica un college qualsiasi…) potrebbe dare molto di più a questa squadra. Una squadra che ad oggi, ha le sue armi migliori proprio nelle linee, che anche contro New England sono state dominanti (soprattutto quella difensiva).
Ora aspettiamo il week end per vedere se questo equilibrio continuerà o se qualche squadra (Kansas City?) inizierà a prendere il largo. Di sicuro il calendario ci mette di fronte incontri molto interessanti, come Carolina vs Detroit, Seattle vs LA Rams e Green Bay vs Dallas (partitona!).
Da tenere d’occhio anche i Bills che contro i Bengals potrebbero aggiungere un’altra W nel loro record, e poi, per gli amanti delle cause perse, c’ il succoso incontro tra LA Chargers e NY Giants, entrambe con un record immacolato, nel senso che fino ad oggi di vittorie non se ne è vista nemmeno l’ombra.