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C’era una volta il football: Warren Moon
Aspettando il Superbowl facciamo un passo indietro nel tempo e scopriamo Warren Moon, uno dei più prolifici quarterback della NFL.
In attesa del Superbowl XLIX tra i New England Patriots ed i Seattle Seahawks, facciamo un salto indietro nel tempo, e godiamoci qualche pillola di storia di questo meraviglioso sport.
Il protagonista di oggi è Warren Moon, mitico quarterback degli scomparsi Houston Oilers (oggi Tennessee Titans), e successivamente dei Minnesota Vikings (la squadra dove chiudono la vecchiaia i qb della NFL), dei Seattle Seahawks ed infine dei Kansas City Chiefs.
Warren Moon, classe ’56, rivoluzionò il ruolo di quarterback nella NFL grazie ad un sistema di gioco che gli creò su misura Jerry Glanville, eccentrico head coach degli Houston Oilers (1986-1989), che ne valorizzò le capacità di lettura e di lancio.
Moon del resto era un vero campione, dopo aver vinto nel 1978 il Rose Bowl (il principale Bowl che assegna il titolo di Campione Nazionale a livello di College) con la maglia dei Washington Huskies, passò al professionismo nella Canadian Football League, vincendo in 6 anni ben 5 volte la Grey Cup (il titolo di Campioni del Canada) con la squadra degli Edmonton Eskimos.
La carriera “canadese” del quarterback californiano si concluse con un palmares strepitoso, in 5 anni Moon collezionò oltre 21.000 yards lanciate, 144 touchdown pass e 5 titoli nazionali, oltre ad essere stato eletto due volte MVP (Most Valuable Player) della Grey Cup.
Sembra assurdo, ma un gigante (191 cm) dotato di una release del pallone di straordinaria eleganza e forza, nel 1978 non venne selezionato ai draft della NFL. Solo nel 1984 ci fu un reale interessamento della lega americana verso il quarterback e Moon entrò dalla porta principale dopo un’asta incredibile che lo strappò agli Edmonton Eskimos della CFL per portarlo agli Houston Oilers.
La storia di Moon agli Oilers è la storia di una squadra spettacolare ma dal rendimento altalenante, una squadra che basava praticamente tutto sul gioco aereo (un po’ come i Miami Dolphins di Dan Marino) e che aveva come classica formazione d’attacco il quarterback in shotgun formation con al suo fianco il running back Lorenzo White e quattro ricevitori in campo aperto.
Squadra decisamente spettacolare, con interpreti altrettanto capaci, come il trio di ricevitori Ernest Givins, Curtis Duncan e Haywood Jeffires, tre pazzi scatenati che macinavano centinaia di yards a partita ma il premio, spesso, era un bel pallone da touchdown che Moon recapitava nelle loro mani.
In 23 anni di carriera tra i professionisti (17 in NFL e 6 in CFL) Warren Moon ha lanciato per oltre 70.000 yards (49.000 in NFL e 21.000 in CFL), con 435 touchdown pass (291 e 144), battendo numerosi record di franchigia e della NFL stessa per numero di yards e touchdown segnati.
Nonostante questi numeri Moon non riuscì mai a coronare la sua carriera con una vittoria nel Superbowl e nemmeno in una Conference Championship. Ciononostante, chi ha avuto la fortuna di vederlo all’opera negli anni ’90, pur non tifando Oilers avrà apprezzato quelle partite da 300-500 yards di lancio dove le difese sembravano inermi di fronte all’armata “columbia blue” (il colore della maglia), dal cui backfield partivano lanci come fossero dei missili terra-aria, che spesso andavano a segno.
Oggi Moon è telecronista dei Seattle Seahawks, (ma guarda…) che questa domenica si giocheranno la riconferma del titolo di Campioni del Mondo.
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