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Seamen troppo forti, Rhinos e fair play al tappeto
Chi si aspettava una partita esaltante e ricca di colpi di scena sarà rimasto deluso almeno a metà, tanto è infatti durata la partita vera e propria.
Chi si aspettava una partita esaltante e ricca di colpi di scena sarà rimasto deluso almeno a metà, tanto è infatti durata la partita vera e propria, ovvero fino all’intervallo, col risultato di 23-6 per i marinai.
Nella seconda metà di gioco lo spettacolo è venuto meno, a causa dell’infortunio di Tom Wort, che ha lasciato i rinoceronti completamente orfani, infatti in campo mancava anche la stella texana, Kendial Lawrence, volato a Denver per un “richiamo” alle combine dei Broncos.
Per i Rhinos c’era in campo Charles Wort, fratello minore di Tom, appena ventenne, dotato di tecnica e velocità, ma anch’egli difensore, e infatti in attacco non si è mai visto, se non per un paio di palloni che Silva ha provato a lanciargli senza successo.
Il kick off regala le prime emozioni, Danilo Bonaparte pasticcia col pallone sulla ricezione dopo il calcio d’inizio e lo special team neroarancio riesce a prendersi l’ovale. Incredibile ma vero, pronti via ed i Rhinos sono già in touchdown con Giacomo Querzola, per una corsa da 6 yard. La trasformazione di Storti tuttavia non è efficace e Dalton Hilliard riesce a raccogliere il pallone da terra e a riportarlo nell’endzone opposta: 6-2 per i Rhinos, e nuovo kick off.
I Seamen ricominciano e nonostante qualche intoppo, riescono comunque a pareggiare, anzi ad andare in vantaggio con il touchdown di Mattia Binda, che seguito dalla trasformazione di Di Tunisi porta il parziale sul 9-6 in favore dei marinai alla fine del primo quarto di gioco.
Nel secondo quarto di gioco due fiammate di Dally e delle buone corse di Binda regalano il primo allungo decisivo, prima su Santagostino e poi su Di Tunisi, risultato che si ferma sul 23-6, e Rhinos che sul drive successivo perdono Tom Wort per una sospetta distorsione al ginocchio.
Per i Seamen c’è ancora tempo a 19 secondi dall’intervallo per andare a punti ma il lancio di Dally viene intercettato in endzone da Giuseppe Della Vecchia e le squadre vanno al riposo.
La seconda frazione di gioco è purtroppo solo garbage time, i Rhinos già privi di alternative in attacco a causa dell’assenza di Kendial Lawrence e privi anche della forza d’urto di Tom Wort non riescono a pungere, nonostante le buone intenzioni di Giovanni Silva (c’è del talento nel ragazzo). La linea di attacco dei Rhinos fatica a contenere la pressione ed il risultato è che prima o poi per l’attacco neroarancio deve entrare lo special team per il punt.
I Seamen dal canto loro giocano in scioltezza, nel terzo periodo arrivano altri due touchdown grazie ad un Jonathan Dally davvero funambolico, capace in almeno due occasioni di sgusciare via in mezzo alle maglie della difesa Rhinos, ed il punteggio assume proporzioni importanti, il terzo quarto si conclude con i blue navy avanti per 37-6, ma Dally e l’offense dei Seamen non si fermano nemmeno nel quarto tempo.
In merci rule arrivano infatti altri 14 punti, che potevano essere 21 se Lorin Mema non vanificasse il lancio in endzone a seguito della discutibile scelta del coaching staff dei Seamen che, avanti di 51-6, decide di chiamare un time out a 16 secondi dal termine della partita per mettere altri punti sul tabellone.
Finisce 51-6, ennesima partita inutile di una IFL che non regala emozioni, in questo caso solo alcune e solo nei primi due quarti di gioco, ma nonostante questo, sicuramente una partita che lascerà il segno, non tanto per il risultato in se quanto per il pubblico presente, almeno 2000 i tifosi infatti che hanno gremito la tribuna centrale del Vigorelli, segno che, almeno per quanto riguarda la visibilità, il lavoro paga.
Organizzazione ottima, (Sideline, il game book dei Rhinos è qualcosa di un altro pianeta, se la squadra fosse allo stesso livello a Parma avrebbero da preoccuparsi), musica, arbitri microfonati, tabellone, cheerleader (anche se anch’esse sottotono oggi) e kick off del grande Dino Meneghin, stella del basket d’altri tempi ed oggi premiato come tifoso onorario dei Rhinos, hanno fatto da contorno alla sfida.
Note negative
In una giornata in cui vanno in campo le mamme dei giocatori juniores dei Rhinos per promuovere l’inziativa “noi facciamo un unico coro“, volto al fair play ed al rispetto reciproco tra tifosi, con l’obiettivo di incitare i propri colori e non ad insultare l’avversario, ci siamo trovati ad assistere (anzi ad ascoltare) per tutta la partita gli insulti ed i cori da stadio di un gruppetto di una trentina ragazzi vestiti Seamen dal repertorio variegato e molto calcistico tipo il classico “scemo scemo” verso alcuni giocatori avversari e verso i ragazzi dell’under 9 quando sono entrati in campo all’intervallo, oppure al “siete come la Juve” in caso di penalità chiamate dagli arbitri contro i marinai, o ancora tristi cori quali “non vincete mai” o “chi non salta è nero arancio/rinoceronte”, il tutto condito da fischi a ripetizione durante gli snap degli avversari, motivo che ha indotto il capo arbitro a richiamare tali tifosi (???) alla moderazione, poichè l’utilizzo di fischietti durante le azioni di gioco mandava in errore gli stessi giudici di gara.
La ciliegina sulla torta tuttavia è stata l’idea di accendere un fumogeno in tribuna (per legge sono vietati i fumogeni negli stadi che hanno una copertura), lasciandoci per qualche minuto a respirare fumo, e qui è servito l’intervento del servizio di sicurezza dell’impianto per sequestrare tale fumogeno.
Se questi elementi sono il futuro del football, probabilmente se ne potrebbe fare a meno, anche perchè solo per una casualità si è evitata un possibile rissa quando un paio di sostenitori dei Rhinos, sono andati ad intimare agli pseudo ultras di smettere i loro cori, ma forse per avere visibilità serve proprio questo.
Autore: Mauro Cesari
Data di pubblicazione:
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