Ci si aspettava Kendial Lawrence, non pervenuto (ma con parziale giustificazione) e ci si aspettavano dei Panthers concreti, pervenuti al 100%.
Panthers – Rhinos è stata una partita dai due volti, tanto bravi i milanesi a fare un po’ di gioco e ad imbrigliare alla meglio l’attacco in maglia nera, quanto altrettanto bravi a concedere delle sbandature difensive degne de “Le Riserve”, il mitico film di Howard Deutch con Keanu Reeves.
I Panthers invece bravi in tutto, e tutti nel verso buono.
Il risultato era previsto (guardare “la schedina“), o meglio, lo scarto (49 invece di 48 come ipotizzato), ma nel complesso il risultato appare oltremodo punitivo per i milanesi, che a differenza della scialba prova di Torino, contro i campioni d’Italia in carica hanno comunque mostrato carattere, soprattutto Giovanni Silva, capace di mettere in aria una ventina di palloni, completandone circa il 50% e portando a casa forse poco meno di 150 yards… certo il rovescio della medaglia sono i due intercetti, ma con la linea che si ritrova, è un miracolo che riesca anche a lanciare.
Già la linea, vero anello debole di questi Rhinos, già vista soccombere a Torino, e che a Parma ovviamente non ha potuto far altro che subire ancora di più, mettendo nella situazione di trovarsi con le mani addosso sia qb che rb prima ancora di avere il pieno possesso del pallone.
Panthers scintillanti, anche se nel primo tempo costretti a rimanere sul 14-0 dalla difesa Rhinos che in più occasioni è riuscita ad arginare Malpeli Avalli… certo arginare un’alluvione non è facile, prima o poi qualcosa passa, ed è quello che ha fatto il folletto di Parma, segnando nel secondo e nel terzo quarto, anche se ha faticato più di quanto visto nel kick off classic.
Partita ovviamente a senso unico (il risultato lasciava aperte altre considerazioni forse?), e corredata da un pubblico delle grandi occasioni, infatti il piccolo stadio Il Cervo di Collecchio oltre ad una tribuna gremita all’inverosimile, ha visto parecchia gente a bordocampo, una “marea umana” per il mondo football, stimato in almeno 1000 unità… altro che le “zebre”, forse gli amministratori comunali di Parma dovrebbero togliersi il parmigiano dagli occhi su chi merita spazio nella città scudata.
Torniamo alla partita. Milano ha una possibilità di cambiare volto alla gara, o almeno di rimediare allo “zero in attacco”, ed è a metà del secondo quarto di gioco, quando i rinoceronti arrivano fino alle 10 con un 1° & goal, grazie alle acrobazie di Silva coadiuvato da Gavazzi e Lawrence, ed a qualche sgroppata proprio del rb americano.
Peccato che una scellerata scelta sul 2° down & goal (sulle 7 yard) abbia portato il pallone nelle mani di Diaferia invece che di Alaimo, spostando così la “sorte” da un probabile (e più interessante) 14-7 ad un 21-0 tagliagambe, grazie alla combinazione Monardi-Brewer da 45 yard pass.
Rhinos decapitati. Occasione persa e partita finita.
Certo a discolpa dei milanesi c’è da dire che questi Panthers ad oggi ne hanno rifilate 91 in due partite agli avversari, e non sembrano una squadra che possa soffrire di stitichezza in attacco con nessuno, o almeno, la sensazione è quella. Tuttavia la pochezza di alcune svalvolate difensive dei milanesi sono state preoccupanti, anche perchè tutto sommato contro Torino la difesa non aveva poi demeritato, a parte l’1-2 iniziale dei Giaguari, mentre a Parma Finadri prima, Malpeli poi, Brewer nel mentre e Ghirotti alla fine, hanno fatto a pezzi la secondaria Rhinos, colpevole di coperture allegre e di placcaggi mancati a go go (come nel primo touchdown di Malpeli Avalli, quando il rb ducale riesce a mandare a farfalle 4 difensori a due a due).
Monardi & Co. invece sembrano privi di qualsivoglia difetto (ah… davvero? ndr), pochi lanci ben dosati (e soprattutto lunghi), tante corse efficaci, ed una difesa che era troppo forte anche per un rb dalle ambizioni NFL. Partita mai in discussione, forse il risultato è eccessivo, almeno per come sono maturati gli ultimi 14 punti nel garbage time, ma Parma è forte anche per questo, e poi c’è da segnalare due super touchdown di Brewer, annullati entrambi per le solite penalità (push in the back nel primo ed holding nel secondo), evidentemente ai Panthers piace complicarsi un po’ la vita, forse perchè fino ad ora, nelle prime due giornate, non hanno trovato alcuna complicazione da parte degli avversari.