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Seamen: intervista a Jordan La Secla

Dopo l’ottima stagione disputata in Italia lo scorso anno torna a Milano Jordan La Secla, talentuoso quarter back proveniente dalla San Josè State University, per tentare, con la maglia dei Seamen, la scalata all’Italian Football league 2013. A lui abbiamo rivolto qualche domanda. Ciao Jordan, bentornato a Milano. Siamo felici di rivederti. E tu? «Sono […]


Dopo l’ottima stagione disputata in Italia lo scorso anno torna a Milano Jordan La Secla, talentuoso quarter back proveniente dalla San Josè State University, per tentare, con la maglia dei Seamen, la scalata all’Italian Football league 2013. A lui abbiamo rivolto qualche domanda.

Ciao Jordan, bentornato a Milano. Siamo felici di rivederti. E tu?

«Sono molto contento di essere tornato a Milano, di rivedere i miei vecchi compagni di squadra e d’incontrarne di nuovi. Sono particolarmente felice di ritrovare la famiglia Mutti, per cui ho grande stima, ancor più dopo aver incontrato il padre».

Cosa pensi della squadra dopo l’esperienza dello scorso anno?

«Nel 2012 abbiamo avuto un calendario molto duro, reso ancor più difficoltoso dall’impegno europeo. Se ci mettiamo anche la morte del nostro grande coach Joe Avezzano si può parlare come minimo d’inizio difficile! Poi abbiamo messo insieme una buona serie di vittorie, ma con gli infortuni di Anthony Di Michele e del sottoscritto, nella partita contro i Daemons, terminata con una sconfitta, le nostre speranze di playoff sono sfumate. Per quanto mi riguarda ho impiegato un po’ ad abituarmi al football italiano, ma con il passare del tempo mi sono sentito sempre più a mio agio. Tirando le somme la scorsa stagione è stata deludente perché il nostro obiettivo era entrare nei playoff e vincere il derby e non siamo riusciti a fare nulla di tutto questo».

 

 

Questa volta invece cosa ti aspetti?

«Ovviamente di andare al Super Bowl. Ma un passo alla volta: più partite vinciamo migliori saranno le nostre possibilità. Per prima cosa bisogna centrare i playoff. Dunque: obiettivo principale accedere alla post season».

Cosa pensi della squadra? La vedi cambiata?

`Sì, c’è stato del cambiamento. Abbiamo aggiunto giocatori e ne abbiamo persi, ma vedo anche una diversa maniera di vivere lo spirito di squadra. Mi sembra che i giovani del gruppo siano più maturi. Mi sembra che ci sia maggior coesione, quasi come fossimo una famiglia e maggior fiducia nelle nostre possibilità».

E dei nuovi innesti, nello specifico, cosa pensi?

«Sono quelli che faranno la differenza rispetto all’anno passato. L’attacco grazie a Ditu (Stefano Di Tunisi, ndr) sarà più continuo ed esplosivo e la difesa con Riccardo Matani come linebacker, Luca Bellora come defensive tackle e Matteo Pegoraro, nuovo defensive end, sarà tutta un’altra storia. I nuovi arrivati in linea d’attacco Rossini, Brandi e Bova ci renderanno poi più forti e completi».

Hai due coach italiani: Paolo Mutti e Luca Lorandi. Cosa ne pensi?

«Paolo ha fatto un lavoro pazzesco dopo avere preso in mano la squadra lo scorso anno in una situazione davvero difficile. Ha la stima della squadra ed è nel football da sempre, come giocatore e allenatore, per cui la sua esperienza ci aiuta molto. Luca è un grande acquisto. Conosce benissimo i dettagli del gioco di corsa e i relativi blocchi. Le nostre idee sul passing game sono molto simili. Riesce a comunicare con l’attacco molto meglio di quanto non faccia io e questo per me è un grande aiuto. Non si fa mettere i piedi in testa da nessuno. La sua storia professionale ci rende davvero molto fiduciosi».

Lo scorso anno i tuoi colleghi americani erano i fratelli Di Michele. Questa volta Jeff Souder e Shawn Abuhoff. Un tuo giudizio?

«Penso che Jeff e Shawn siano perfetti per il nostro tipo di squadra. Jeff è un fenomeno, non si ferma mai e da tutto per i compagni di squadra. Del resto lo scorso anno è stato Mvp del campionato e questo dice tutto. Shawn è velocissimo ed è un grande cornerback, esattamente quello che ci serviva. Sono entrambi difensori, ma la loro capacità di produrre giochi esplosivi in attacco è un alro motivo per il quale non vedo l’ora di scendere in campo con loro».

L’attacco, lo scorso anno, ha chiuso al settimo posto. Quest’anno andrà meglio?

«Io dico sempre ai ragazzi che da loro non mi aspetto nulla in meno della perfezione, perché se non ragiono così nemmeno loro si aspetteranno tanto da se stessi. Ambisco alla perfezione, voglio essere il migliore, voglio che i miei ricevitori siano i migliori. Secondo me il nostro gruppo di ricevitori è il più talentuoso di tutta la IFL e se riusciremo a giocare bene in linea e a far girare bene il nostro attacco può essere il numero uno del campionato. Io farò di tutto per essere il miglior quarterback».

Dunque il reparto dei ricevitori è migliorato?

«Con Gianluca Santagostino, a posto fisicamente e l’aggiunta di Ditu e Shawn, aggiungendo i giovani della under 21, dovremmo essere inarrestabili. Il nostro gruppo di ricevitori era il migliore già la scorsa stagione. Quest’anno non dovrebbe esserci storia».

 

Quando hai prenotato il volo di ritorno negli Stati Uniti? Prima o dopo l’Italian Super Bowl?

«Tornerò a casa dopo che lo avremo vinto».

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