Terminata l’era di Joe Montana, con 4 Superbowl e miriadi di records, inizia l’era Steve Young.
Certo i risultati non sono stati come quelli ottenuti a metà anni 80 ma tuttavia San Francisco è rimasta ai vertici nella NFL ancora per parecchio tempo.Il dualismo tra i due QB iniziò non appena gli infortuni di Montana ne mettevano in dubbio la continuazione della carriera.
Young era una QB diverso da Montana: più lottatore e con un raggio di passaggio più ampio e sapeva far avanzare l’ovale con azioni personali di corsa, ma aveva sulle spalle il passato vincente della franchigia e i paragoni si sprecavano. Non lo ha favorito certamente questa spada di damocle: dover dimostrare sempre e comunque di essere all’altezza della situazione. I suoi successi sono stati inferiori al talento che aveva. E poi c’era da far i conti con i Cowboys di Aikman Irwin ed Smith.
Memorabili furono le sfide nei Championship, 2 per Dallas e 1 per Sanfra. A metà anni 90 già da settembre sulle sideline delle due squadre c’era chi gridava “showdown baby showdown”. In pratica le due squadre si davano l’appuntamento per la finale della NFC già alle prime partite. E chi vinceva la NFC in quegli anni era quasi certo di vincere il Superbowl vista la netta differenza tra le due conference. Infatti dal 1982 fino al 1997 soltanto una volta la AFC è riuscita a strappare dalle mani alla NFC il “Vince Lombardi Trophy “
Comunque anche Young è riuscito a coronare il sogno dell’anello di campione NFL grazie soprattutto all’arrivo dagli Eagles del corteggiato, per svariati anni, Ricky Watters. Parafrasando un vecchio adagio del football, che invita prima a consolidare il gioco di corsa per poi dare “sfogo” a quello dei passaggi, Watters risultò basilare al raggiungimento del 5° Superbowl.
L’attacco era più o meno rimasto invariato tranne il RB principale che ovviamente come sopra detto era Watters . La difesa invece annoverava parecchi Probowlers. Ne ricordiamo alcuni come Ken Norton jr (figlio del pugile pluricampione) immenso linebacker che con gli altri Plummer e Woodall costituiva una diga veramente tremenda da superare. E poi due DT Bryant Young e Stubbefield. Splendida anche la secondaria: i gregari Davis e Mc Donald comandati da Merton Hanks la FS (come Lott anni 80) e ovviamente “Neon” Deion Sanders.
Sanders non era un difensore insuperabile ma sapeva leggere e appunto accendersi in un baleno. Era anche soprannominato “PrimeTime” per via del suo caratterino che amava molto mettersi al centro dell’attenzione!! Anche Sanders tradì i niners per andare poi ai rivali di Dallas.
Il coach era Goerge Siefert più famoso per quel ciuffetto bianco sulla fronte che per altro, mentre menzione particolare va all’offensive coordinator Mike Shanaham ora ai Redskins vincitore di 2 anelli con i Broncos insieme al QB John Elway.
La stagione si concluse ovviamente con il Champioship contro Dallas. Frisco dopo averle prese sonoramente l’anno prima in texas, con la partita mai in discussione, rende pan per focaccia al Candlestick Park. In quella partita infatti in meno di 5 minuti Dallas perde 3 palloni tra intercetti e fumbles e Sanfra a metà primo quarto è già avanti 21-0 e si costruisce il vantaggio che poi sarà decisivo per le sorti della partita che finirà 38-28.
Al Superbowl invece sponda AFC arrivano i Chargers: neanche il tempo di vedere le formazioni sul video della tv che Young lancia per Rice un TD pass che spezza subito la partita. Alla fine sarà MVP con 6 passaggi da TD record per un Superbowl.
Tuttavia a parte alcuni momenti di gloria in singole partite le stagioni dei 49ers si concludevano sempre con apparizioni ai playoffs e con finali disputate ma che non li hanno più visti trionfare.
Era iniziata l’era del QB di Green Bay Brett Favre che al Lambeau Field (con il suo freddo e gelo) risultava essere un avversario troppo forte per quei niners di fine anni 90.
Comunque resta il fatto, come già detto prima, che Steve Young è stato un grandissimo QB che ha ottenuto meno di quanto meritasse.