52 punti per tenere lontani i Redskins e i Cowboys vincenti nelle rispettive partite. 52 punti per arrivare nel modo giusto alla sfida di domenica prossima contro i Falcons, fortissimi ma in calo. 52 punti, tanti sono stati messi a segno dai New York Giants al Metlife Stadium per la vittoria ai danni dei New Orleans Saints, ai quali adesso servirebbe più di un miracolo per raggiungere i playoff (statisticamente, le loro chance sono sotto lo 0,01%)
Il tardo pomeriggio di dicembre nel New Jersey nel quale il match si è giocato ha portato con se un freddo non indifferente e una pioggia che ha accompagnato a intermittenza quasi tutte le azioni. Condizioni climatiche che suggerirebbero un low-scoring game, ma si sa, il football è imprevedibile, e quindi le due squadre hanno messo insieme 79 punti (il risultato finale è di 52-27). Per sette volte i Giants sono arrivati nella end zone avversaria, delle quali quattro su passaggio di Eli Manning, quarterback ancora una volta autore di un’ottima partita nel momento del bisogno della sua squadra.
Ma decisiva ai fini del risultato finale è stata la prestazione degli special teams di New York, che hanno messo insieme più yard su ritorno di quanto non sia mai successo nella storia della franchigia. Sembrava che ci fosse un big play ogni volta che i Saints battevano un kickoff. I numeri sono impressionanti, un ritorno da 60 yard di Jerrel Jernigan e tre di David Wilson, rispettivamente da 58, 97 (quest’ultimo riportato direttamente in end zone) e 52 yard. In totale, sono state corse 287 yard in cinque ritorni, come già detto record di franchigia.
Non è solo sui calci che David Wilson, vero mattatore del match, ha dato il suo meglio nella partita di domenica: il rookie, che aveva iniziato la sua stagione con delle difficoltà, ha dimostrato di meritare la fiducia accordatagli da Tom Coughlin anche con la sua prestazione nel ruolo di runningback. Altre 100 yard di corsa, e altri 2 touchdown, uno da 6 yard e l’altro da 52. Per un totale di 327 all-purpose yards, un altro franchise record messo a segno dal numero 22 Big Blue in questa incredibile partita.
E pensare che il match non era iniziato con il migliore degli auspici per i ragazzi di New York, con Eli Manning che vede Albert Mack riportare in end zone un suo passaggio dopo 73 yard di corsa, e tutto questo mentre arrivavano brutte notizie dagli altri campi con le vittorie di Washington e Dallas. La difesa dei Saints poi metterà a segno un altro intercetto, a dimostrazione che, nonostante il risultato, la partita non è stata per niente un blowout: New Orleans, anche grazie a questo secondo intercetto (messo a segno da Patrick Robinson) nel terzo quarto i campioni del mondo del 2010 avevano rimontato dal meno 22 al meno 7 riaprendo la partita.
Ma la battaglia dei turnover, che si sa, è spesso decisiva per l’esito delle partite, alla fine l’hanno vinta i Giants, che per la prima volta riescono a prendersi cura di Drew Brees, loro vera bestia nera fino a oggi, intercettandolo per due volte con Stewie Brown (in una delle quali, ritornando il pallone fino alla end zone avversaria). Non solo, ci sono a favore dei Big Blue anche due fumble, in ognuno dei quali c’è lo zampino di Antrel Rolle, altro grande protagonista della partita, che ha forzato uno di essi e recuperato l’altro.
Con questa importante vittoria, dunque, i Giants (8-5) mandano un messaggio chiaro al resto della NFC East: noi ce la giocheremo fino alla fine. Con una conferma: il ginocchio di Hakeem Nicks sta meglio, Manning tornerà a fare affidamento su un’arma in più nelle prossime settimane. E già la prossima partita sarà forse rivelatrice per il futuro della division, con i G-Men che vanno ad Atlanta sperando di sfruttare l’inerzia di questo match contro una squadra che ha già staccato il biglietto per i playoff e sembra essersi anche rilassata un po’, vista la sconfitta contro Carolina. Stagione da dimenticare, invece, per i Saints (5-8), che domenica prossima giocheranno in casa contro i Tampa Bay Buccaneers, per la gloria e per cercare di far recuperare lo stato di forma a un Drew Brees che nelle ultime partite non ha per niente messo insieme buone prestazioni.