Alabama, not so sweet home anymore!
Quando i giganti cadono fanno rumore. E così, felicissimi di sbagliarci dopo avere celebrato l’ennesimo trionfo dei Crimson Tide a Baton Rouge, casa di Louisana State, durante la Week 10, Alabama è caduta. In casa. Davanti a 102mila tifosi.
Non molto sweet il sabato a Tuscaloosa, dove la Week 11 della stagione 2012 di NCAA Football ha visto gli Aggies di Texas A&M, guidati da un’impressionante prova del redshirt sophomore Johnny Manziel, QB di grande mobilità, ma anche dotato di ottime qualità di passatore (92 yds di corsa, 74 nel primo quarto, quando A&M ha costruito un vantaggio di 20-0, 24/31 per 253 yds, 2 TD, 0 int, rating 167.3) mettere sotto i padroni di casa in ogni fase del gioco e portare a casa una convincente vittoria con il punteggio di 29-24.
Welcome to the SEC, Texas A&M!
Un affronto o quasi, per la squadra di Nick Saban, essere battuti dalla matricola della South Eastern Confence (SEC), la conference più forte, competitiva e vincente delle ultime stagioni: 9 apparizioni nei bowls BCS validi per il titolo dal 1998 al 2011, 8 successi, addirittura un “affare di famiglia” l’anno scorso fra ‘Bama e LSU, 6 titoli negli ultimi 6 anni.
Texas A&M ha esordito come nuovo membro della SEC in questa stagione. E chissà che l’ultimo arrivato non sia il responsabile della fine della corsa della SEC come padrona incontrastata del football collegiale statunitense., almeno per questa stagione. Forse i Maya erano al corrente anche di questo…
Ed ora Touchdown Jesus proteggerà gli Irish anche lontano da casa?
Prudenza insegna, viste le premature previsioni su un’altra cavalcata trionfale di Alabama, di non dare mai nulla per scontato in uno sport sorprendente e imprevedibile come il football a livello universitario. Mancano due settimane alla fine della regular season e ad oggi, non ce ne vogliano a Manhattan, lo scontro più atteso per il titolo sarebbe Notre Dame – Oregon.
No, Wall Street stavolta non c’entra niente, ci riferiamo a Manhattan, Kansas, sede di Kansas State University, i cui Wildcats hanno un immacolato record di 10-0 dopo il successo esterno di ieri, a Forth Worth, sugli Horned Frogs di Texas Christian per 23-10. Sempre ieri, però ND ha vinto il “derby” fra due delle maggiori scuole cattoliche degli USA, espugnando il terreno di Boston College per 21-6, mentre Oregon è andata a distruggere California a Berkeley per 59-17.
Dopo la Week 10, il ranking BCS vedeva, dietro ai Crimson Tide, Kansas State #2, Oregon #3 e Notre Dame #4, per cui in teoria Kansas State potrebbe ora balzare in testa agli standings ed essere la squadra a vantare i maggiori diritti di disputarsi la finalissima. Ma prima di pensare al gran finale, tutti gli appassionati sono attesi da una supersfida alla Week 13, il 24 novembre.
I Fighting Irish che, dopo anni di purgatorio (e diverse escursioni all’inferno …), potrebbero riaffacciarsi al paradiso rappresentato dalla possibilità di disputarsi il titolo nazionale, visiteranno il Coliseum di Los Angeles per giocarsela contro gli USC Trojans. Chissà che Touchdown Jesus (il nickname del murales di Gesù benedicente situato alle spalle di una delle end zones del Notre Dame Stadium a South Bend, che sembra quasi ripetere il gesto con cui gli arbitri decretano l’assegnazione di un TD) non estenda la sua benedizione per concedere agli irlandesi il regalo di Natale di giocarsi il titolo NCAA fra un paio di mesi.