Partita surreale quella che si è vista ieri al Giuliani di Torrette: i Energy Building Dolphins Ancona, che in questi anni ci hanno abituato a punteggi spesso sopra i 40 punti segnati, sia con il senior team che con l’under21, tenuti a 0 per tutto il match ed oltre. Pochissimi primi down conquistati, pochissime volte […]
Partita surreale quella che si è vista ieri al Giuliani di Torrette: i Energy Building Dolphins Ancona, che in questi anni ci hanno abituato a punteggi spesso sopra i 40 punti segnati, sia con il senior team che con l’under21, tenuti a 0 per tutto il match ed oltre. Pochissimi primi down conquistati, pochissime volte l’attacco guidato da Mejdi Soltana è riuscito a raggiungere le ultime 20 yards avversarie e tutto questo non può essere giustificato con il forte vento che ha reso difficoltoso il gioco di lanci o con l’assenza, seppur importante, del bersaglio preferito dei lanci del QB dorico, ovvero Filippo Limitone, infortunatosi nel riscaldamento, uno stiramento che l’ha tenuto sulla sideline senza casco per tutta la partita. Si diceva “per tutto il match ed oltre” perché addirittura i tempi regolamentari si erano conclusi con un doppio zero sul tabellone, fatto ancora più insolito. Intanto i meriti degli ospiti, scesi nel capoluogo marchigiano con intenti bellicosi pronti a giocarsi tutte le loro carte per conquistare il secondo posto provvisorio nel girone: una difesa molto veloce, capitanata dal n.7 Lorenzo Dalle Piagge che con la sua rapidità è stato per tutto il tempo nel raggio di azione del QB avversario vanificandone spesso ogni tentativo di improvvisazione o ogni scorribanda al di là della linea di scrimmage. Quando non ci pensava lui, ecco entrare in scena Giachetti, Tarabella e soci, che concedevano veramente poco spazio ai giovani delfini, spesso costretti a giocare alla mano il quarto down o addirittura al punt. I quarti down, sovente non convertiti, si alternavano con le palle perse: i due fumble consecutivi nel terzo quarto di Soltana, uno dei quali in cooperazione con il RB Canonico, erano stati preceduti da una delle azioni più buffe che si possano vedere su un campo da football: a metà secondo quarto circa, con l’attacco dei Dolphins che continuava a faticare a trovare soluzioni efficaci, il QB dorico veniva intercettato da un uomo di linea toscano, il quale però incomprensibilmente lanciava la palla in avanti una volta vistosi placcato, questo ovviamente non può essere fatto, gli arbitri ravvisavano il fallo e i marchigiani recuperavano il possesso, tirando un sospiro di sollievo per il pericolo sventato. Ma nemmeno questo svegliava dal torpore l’attacco dei padroni di casa, anzi erano proprio i pisani ad avvicinarsi di più al segnare punti sul tabellone, mettendo in mostra un kicker molto interessante: Francesco Violante, uomo di linea a tempo pieno e con un’invidiabile capacità di calcio, difficile da trovare sui campi da football americano in Italia a qualsiasi livello. Durante i tempi regolamentari il giovane toscano, classe ’92, aveva avuto 2 occasioni per sbloccare il match, entrambi da oltre 30 yard ed entrambi usciti veramente di poco, con il vento a sfavore che soffiava anche trasversale al campo. Il capolavoro del numero 78 arrivava però durante l’overtime, quando trovatosi a calciare dall’altra parte del campo infilava perfettamente tra i pali il field goal che dava il vantaggio alla sua squadra, che per vincere la partita doveva però fermare l’attacco dei Dolphins. L’overtime infatti si disputa a possessi alternati: tutte e due le squadre hanno una chance offensiva a partire dalle 25 yard dalla meta. Nel caso in cui il pareggio persista terminati i due possessi, si continua ad oltranza. Dopo lo 0-3, l’attacco dorico si era trovato spalle al muro e il drive conclusivo è stato la sintesi di tutte le imprecisioni messe in mostra durante i minuti regolamentari: 3 incompleti di fila, due dei quali lasciati cadere scioccamente dai ricevitori e una corsa sul quarto down che però si concludeva ad un paio di yard dalla chiusura. Turnover on downs e game over. La sideline di Pisa scoppiava nell’urlo di gioia della vittoria, i ragazzi di coach Paolucci lasciavano a testa bassa il terreno di gioco in quello che in trenta anni di storia dei Dolphins era il primo incontro ad ogni livello tra le due squadre. Ma è già tempo di rialzarla quella testa, perché già domenica prossima, nell’ultimo impegno casalingo del girone C, prima di 3 trasferte consecutive, arriveranno i Titans Romagna, la squadra di Forlì che è stata battuta nell’altra partita di giornata dai leader del girone, i Ravens Imola. Questa partita ci lascia 2 insegnamenti: il primo è che senza la dovuta concentrazione e la necessaria umiltà si può perdere contro chiunque, a maggior ragione contro una squadra ben allenata e ben assortita come quella toscana. Il secondo è che se è vero che in ogni vittoria bisogna saper trovare ciò che non è andato e migliorarlo, anche in ogni sconfitta bisogna saper trovare ciò che è andato per il verso giusto e da quello ripartire: nella partita di Domenica la difesa ha dato ancora una volta mostra delle sue qualità, come era stato contro i Guelfi Firenze tre settimane fa. Pignataro, Mazzoni, Stoppoloni, Pietrini (o Petrini), Battilà hanno a turno messo a segno sempre la giocata difensiva decisiva, dominando il backfield avversario. Per come ci hanno abituato i Dolphins Ancona negli ultimi anni, sembra assurdo trovarsi a scrivere così male dell’attacco e così bene della difesa, assurdo come un punteggio di 0-3, irreale nell’entità ma perfettamente reale per quello che si è visto sul campo.
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