Il draft dei trades. Questo infatti è stato il tema dominante del Draft 2012 della National Football League, svoltosi a Radio City Music Hall, nel cuore di Manhattan, tra il 26 ed il 28 aprile scorsi. Nel solo primo round si sono registrati ben 16 scambi di scelte, la stragrande maggioranza dei quali esito di un’intensissima attività in tal senso nel giorno stesso del draft. Una girandola di movimenti sorprendente, anche se forse spiegabile con il radicale ridimensionamento del valore finanziario associato alle prime scelte, a seguito dell’approvazione lo scorso anno del nuovo Collective Bargaining Agreement, vale a dire il contratto collettivo dei giocatori dell’NFL.
Sorprese, ai piani alti del primo giro, non ce ne sono state. Come ampiamente previsto, gli Indianapolis Colts hanno affidato l’eredità pesantissima di una leggenda come Peyton Manning ad Andrew Luck, da Stanford, giudicato unanimemente uno dei migliori prospetti di sempre ad uscire dal college alla posizione di quarterback. La seconda scelta, acquisita dai Washington Redskins in uno scambio colossale con i Saint Louis Rams, che potranno usufruire delle due prime scelte dei Redskins anche nel 2013 e 2014, ha chiamato in causa Robert Griffin III, alias RGIII, quarterback di Baylor vincitore dell’ultimo Heisman Trophy, il trofeo che viene assegnato ogni anno al miglior giocatore della nazione a livello collegiale.
I Cleveland Browns hanno sacrificato tre picks, del quarto, quinto e sesto giro, spedite a Minnesota per salire di una posizione soltanto e scegliere il talentuoso ex running back degli Alabama Crimson Tide, Trent Richardson. Un prezzo salato, per prevenire di essere scavalcati da Tampa Bay, mentre i Vikings hanno approfittato alla grande dello scambio con i Browns portando a casa, con la quarta scelta assoluta, il giocatore che comunque desideravano nell’offensive tackle Matt Kalil da USC. I Buccaneers, persa l’opportunità di scegliere Richardson, hanno invece scambiato la propria quinta scelta assoluta con Jacksonville, salita dalla settima posizione per garantirsi un ricevitore di grandissime prospettive, Justin Blackmon da Oklahoma State. Una mossa inattesa, perché messa a segno da un GM come Gene Smith, notoriamente prudente nella gestione del draft. Segno che la filosofia del club è destinata a mutare sotto Shahid Khan, nuovo padrone dei Jaguars da pochi mesi. I Bucs hanno in compenso scelto una safety da tutti giudicata “NFL ready” come Mark Barron da Alabama, anticipati al sesto posto da, indovinate un po’, un altro scambio. I Rams, dopo essere scesi dalla seconda alla sesta scelta, per effetto del trade che ha di fatto portato RGIII a Washington, non hanno esitato ad acconsentire ad uno scambio con i Dallas Cowboys. Jerry Jones, focoso ed appassionato proprietario-GM dei Cowboys, ha infatti individuato in Morris Claiborne da Lousiana State il corner back in grado di permettere un salto di qualità alla secondaria della propria franchigia. Un giocatore dotato di rara abilità in copertura, ma anche passato alle cronache per un punteggio bassissimo (4/50) nel Wonderlic Test, l’ esame cognitivo che rientra fra le prove cui i futuri professionisti si sottopongono prima del draft.
All’ottavo posto, la terza franchigia della Florida a scegliere nella top 10, i nobili ma decaduti Miami Dolphins, hanno chiamato Ryan Tannehill, QB di Texas A&M con poca esperienza ma tanto potenziale, la cui transizione dal college ai pro potrà giovarsi della relazione con l’offensive coordinator di Miami, quel Mike Sherman ex capo allenatore dei Packers nell’era pre-Mike McCarthy e soprattutto ex capo allenatore di Tannehill al college.
Con la nona scelta assoluta, i Carolina Panthers hanno selezionato Luke Kuechly, solidissimo linebacker da Boston College, chiamato a rinforzare la difesa colabrodo di coach Ron Rivera per aiutare l’attacco guidato dall’esplosiva prima scelta e rookie dell’anno del 2011, Cam Newton. La top 10 è stata poi chiusa da Stephon Gilmore, cornerback proveniente dai Gamecocks di South Carolina, scelto dai Buffalo Bills, anch’essi alla ricerca di rinforzi difensivi in grado di supportare un attacco che, quando ha funzionato a pieni giri nella prima metà della stagione 2011, si è rivelato capace di segnare con grande continuità, anche contro difese di alto livello.
(Photo Credit: Ben Liebenberg/NFL)