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I Puma tra i Crusaders e i play off
In attesa dell’ultimo match del girone B che chiude la regular season del campionato a nove giocatori, meglio conosciuto come Arena Football, si cerca di interpretare l’articolo 21 del regolamento emesso dalla FIDAF (Federazione Italiana di American Football) in tema di passaggio del turno a parità di punti in classifica. Nessuno è ancora riuscito a […]
In attesa dell’ultimo match del girone B che chiude la regular season del campionato a nove giocatori, meglio conosciuto come Arena Football, si cerca di interpretare l’articolo 21 del regolamento emesso dalla FIDAF (Federazione Italiana di American Football) in tema di passaggio del turno a parità di punti in classifica. Nessuno è ancora riuscito a venirne a capo: dopo la gara di domenica, di certo si saprà chi delle tre protagoniste chiuderà anzitempo la stagione. Ovviamente si ricorrerebbe ad una attenta interpretazione del testo a patto che i Crusaders risolvano a loro favore la pratica Puma, il che non sarà affatto semplice. Gli atleti di Vimodrone sono reduci dalla vittoria al fotofinish (24 – 21) contro gli irriducibili Damons Martesana. Le due compagini lombarde comandano la classifica provvisoria con due vittorie, i Crusaders, in caso di successo, raggiungerebbero le comprimarie e da lì si scatenerebbe la disputa “tie – breakers”. Calcoli che non scalfiscono l’imperturbabilità dell’head coach Giacomo Clarkson, piuttosto allergico a certi ragionamenti: “Sono discorsi che mai mi interesseranno – dice – perché per quanto mi riguarda bisogna cercare di vincere bene, questo per me è l’obiettivo massimo, e non quello del passaggio del turno”. Il responsabile del coaching staff (composto dall’assistant coach defense Giovanni Manca e dall’offensive coordinator Aldo Palmas) prova a spiegarsi meglio: “Dal primo minuto di gioco sino a quando l’arbitro fischierà la fine, dobbiamo semplicemente dare il massimo, dobbiamo avere in mente un obiettivo irreale da raggiungere; con la mentalità giusta si entra in campo con l’intento di fare più touchdown possibili ed evitare che i nostri avversari ne realizzino”. Sul derby giocato a Vimodrone domenica scorsa e chiusosi con una trasformazione di differenza ha poco da dire: “Il risultato ci sta, non mi sorprende, sono due squadre che si equivalgono abbastanza”. Da un’analisi superficiale del girone si evince che nessuna delle protagoniste ha mai vinto in trasferta: “Non credo sia un fattore determinante – continua Clarkson – a parte la stanchezza che si può accumulare dopo un viaggio traballante, ma non nel caso delle lombarde, le loro sedi di gioco distano una manciata di chilometri; semmai possono incidere i terreni di gioco, devo ammettere, senza nessuna cattiveria, che il nostro campo è davvero molto bello, quello dei Daemons lo posso definire dignitoso e nella media, mentre su quello dei Puma non emetto un giudizio realistico perché quando ci abbiamo giocato si era trasformato in una ‘entità’ fangosa molto, molto brutta”.
La squadra si dovrebbe presentare nel Paese Museo a ranghi completi. Per farla sentire maggiormente a proprio agio si è preferito fare una doppia seduta di allenamento, giovedì e sabato, presso il campo dell’Oratorio Don Orione di Selargius.
I CRUSADERS PIU’ RECONDITI NELLE PAROLE DEL VICE PRESIDENTE DARIO MANNONI
Portare avanti un club di football americano non è affatto semplice. Dietro alla nuda e cruda partita ufficiale ci sono piccole gatte da pelare, apparentemente di facile risolvibilità ma che se prese troppo alla leggera potrebbero causare i panici dell’ultima ora. Attorno alla maglia rosso argentea, inoltre, ruotano diversi afficionados, ognuno col proprio compito che porta a destinazione con ammirevole impegno. Per carpire i segreti del dietro le quinte dei Crusaders abbiamo ubriacato di domande il vice presidente Dario Mannoni, pietra miliare del sodalizio cagliaritano e intrattenitore dei tifosi durante gli incontri casalinghi dei crociati.
Come vi è venuta in mente l’idea di commentare la gara in mezzo al pubblico?
Il commento in diretta va avanti (con qualche piccola pausa) dal 1996. Inizialmente abbiamo accompagnato le partite con la musica, poi, quando ci siamo resi conto che gran parte degli spettatori non comprendeva perfettamente ciò che accadeva in campo (falli, punteggio, tattica, etc.) abbiamo ritenuto opportuno affiancare al dj un commentatore.
Le avete provate tutte pur di coinvolgere i tifosi
In una occasione, se non sbaglio nel 1997 contro i Muli Trieste, avevamo anche fornito il capo arbitro di microfono affinché gli spettatori potessero sentire le chiamate arbitrali.
Un’organizzazione simile ad un programma radiofonico…
Al microfono si sono alternati in tanti. Il nostro speaker ufficiale è Carletto Caruana che si è conquistato il posto grazie alla sua parlantina e alla battuta pronta. All’occorrenza si sono però alternati al microfono Fabrizio Sulis, Ninni Marongiu, Marco Cogoni ed il sottoscritto.
Anche la scelta delle musiche non è mai stata affidata al caso
Le basi musicali le ho quasi sempre selezionate io. Da ex dj ho sempre “imposto” la musica che più prediligo: funky, rap, revival 70/80 ma spesso suono gli ultimi successi da hit parade. L’importante è che la musica sia coinvolgente per il pubblico e riesca a coprire i tempi morti della partita. Alcuni tra i giocatori e gli allenatori gradirebbero della musica rock o heavy metal, ma ho sempre ritenuto che sia una musica “non per tutti” e che il pubblico, composto principalmente da ragazze e genitori gradisca dei suoni più orecchiabili.
Come funziona l’allestimento di un incontro fra le mura amiche?
L’organizzazione delle partite casalinghe è parecchio laboriosa ed impegna tutta la dirigenza oltre a diversi giocatori ed ex giocatori. Dal 2008 il consiglio direttivo, per evitare che ogni partita casalinga diventasse un vero e proprio incubo per i dirigenti, ha predisposto una regola che prevede che l’organizzazione della tracciatura, della sistemazione dei pali, del posizionamento delle yard markers (indicatori di yard) e delle end zone pylons (indicatori dell’area di segnatura) venga affidata al coaching staff non impegnato nella partita (quello giovanile per la partite della senior e viceversa).
Come agiscono concretamente?
E’ compito del coaching staff di turno organizzarsi la squadra che provveda all’organizzazione del campo. I dirigenti invece continuano a provvedere alla ricerca del campo, dell’ambulanza, del medico (da alcuni anni Paolo Simbula) e dell’addetto alle statistiche (quest’anno, e speriamo per lungo tempo, Fabrizio Cancedda). Portano al campo l’acqua per la propria squadra e per gli avversari, ghiaccio spray, tape e attrezzatura medica, tutti gli accessori per la predisposizione del campo, l’impianto stereo e gli striscioni per gli sponsor.
E’ dura tracciare i campi?
E’ faticoso e il fatto che migriamo in continuazione da un campo all’altro non aiuta. Infatti è necessario prima di tutto prendere i punti di riferimento e questa fase, se giocassimo sempre nello stesso campo, potrebbe essere fatta solo la prima volta! La difficoltà della tracciatura dipende dal macchinario e dal materiale. Utilizzare la vernice è più semplice della calce ed alcune macchinette sono tecnologicamente superiori ad altre. La tracciatura impegna dalle tre alle sei persone, è parecchio impegnativa e, a secondo dei casi impegna dall’una alle tre ore.
Tra l’imponente tifoseria dei crociati, spicca un ragazzo cui tenete in particolar modo
Simone Atzeni, noto Carciofino è con noi dal 2005. Non avendo l’autorizzazione medica per poter giocare, ma una grande passione per il football e un grande amore per i Crusaders, abbiamo cercato di coinvolgerlo in altri ruoli (mascotte, accompagnatore della prima squadra, addetto alle statistiche, etc.) Da quest’anno si è trasferito con la famiglia in Valle d’Aosta, ma appena ha la possibilità viene in Sardegna a darci una mano. Nelle partite in casa spesso ha il ruolo di tenere il segna down (attrezzo che segnala alla crew arbitrale e al pubblico a quale dei 4 tentativi è arrivata la squadra in attacco per conquistare le fatidiche 10 yards di campo). Oltre il segna down al bordo campo si possono notare altre due persone (in genere ragazzi della giovanile) con il set catena che serve ad indicare il punto di inizio e la fine delle 10 yards da conquistare con i 4 tentativi.
E a proposito del motivetto porta fortuna, di cui scrivemmo tempo fa, hai da fare una puntualizzazione
La canzone che i Crusaders cantano alla fine di ogni partita vinta e che viene diffusa ad alto volume dagli altoparlanti è Can’t take my eyes off you (I love you baby è il ritornello), nella versione dei Boys Town Gang. Negli anni ’90 ero uno dei pochissimi a Cagliari a mettere questo disco durante le feste, grazie al mio compagno di mix Marcello Mereu che aveva preso spunto da un collega milanese che lavorava nelle disco della Costa Smeralda.
E al vostro amico Michelone piaceva tanto
Michelone De Virgiliis non mancava mai ad una delle mie serate, impazziva per questa canzone e, nei rari casi in cui tardavo a suonarla, mi implorava di inserirla immediatamente nella scaletta perché altrimenti non sarebbe potuto andare a dormire tranquillo. Negli spogliatoi Michele spesso canticchiava alcune note di questo brano ed insieme a Francesco Carta (ex giocatore noto col soprannome di Smazzulo) accompagnavano il mio ingresso negli spogliatoi urlando sulla musica dei Boys Town Gang: Da-rio Ma-nno-ni La-la-la-la-la-la Da-rio Ma-nno-ni La-la-la-la-la-la. Dopo la scomparsa di Michele, per tutti noi compagni di squadra è stato quasi automatico dedicargli ogni vittoria cantando uno dei suoi brani preferiti. Poi, negli ultimi dieci anni questa canzone è stata rilanciata da cover, colonne sonore, pubblicità e quindi è divenuta particolarmente conosciuta e apprezzata da tutto il pubblico presente sugli spalti che la canta a squarciagola pur ignorando il reale significato della stessa per la squadra.
A TU PER TU CON WALTER SERRA, CICCIONE DI LINEA
Scambiamo alcune battute con Walter Serra, cagliaritano, trentaduenne, impiegato. Nei Crusaders ricopre il ruolo di lineman.
Che hai da dichiarare sulla tua mansione?
Gli uomini di linea si distinguono in uomini d’attacco e di difesa. Io ho sempre giocato nella linea d’attacco anche se in questi ultimi anni ho bazzicato anche in difesa. Noi offensive lineman veniamo chiamati ciccioni di linea.
Come hai cominciato a giocare ?
Il merito va a Checco, un mio amico e Giampaolo, mio fratello. Loro sono stati reclutati grazie al progetto scuole del Marconi, non dimenticherò mai il momento in cui ho indossato casco e shoulder per la prima volta, appartenevano a Paul Frick. Per assestarmi il casco Andrea “Gambulone” Gambula mi ha dato una ventina di cascate poi per assestare lo shoulder mi hanno detto: “vai su quello con la maglia rossa, Massimiliano “Romeo” Antonino, (assieme a Gambulone due degli ex giocatori più grandi di sempre) che tanto è molle”. Dopo essere rimasto in piedi Paul mi ha preso per lo shoulder e mi ha chiesto:”ti piace più attaccare o difendere”? E da nove anni I am offensive lineman!
Il tuo ruolo é importante, ma non si vede, é come se tu e i tuoi pari ruolo agiste da dietro le quinte, e la gloria se la prendono gli altri, come mai ?
Noi siamo una squadra, ogni individuo viene surclassato dalla squadra, nel football spicca sempre chi segna, però nota bene: chi segna va sempre a ringraziare la linea. Questa è la nostra paga.
Descrivimi altri tuoi pari ruolo che come te sudavano nel silenzio. Ma vi sentite davvero trascurati?
Ah, i miei compagni ciccioni…. Darei la vita per poter continuare a giocare con i miei fratelli di qualche anno fa. Siamo stati dei dominatori insieme a Alessandro “Pasko” Paschina e Fabrizio “Zio” Sulis: erano i miei fratelli di linea e compagni di reparto, siamo stati i ciccioni più forti di sempre, ora, purtroppo, per varie ragioni, non giocano più al mio fianco ma siamo sempre legati. Nei confronti dei non addetti ai lavori (forse) ci sentiamo trascurati…..
Con quale tipo di mentalità si possono battere i Puma?
Le uniche mentalità del football sono quelle da vincente o da perdente. Noi giocheremo per vincere, bè che te lo scrivo a fare?
Vi ritenete una famiglia, andate tutti d’accordo ?
Noi siamo una famiglia ed in tutte le famiglie ci sono alti e bassi, che altro dire: noi Crusaders siamo una famiglia nel bene e nel male!
Fai un invito ai tifosi per la partita del sette giugno
Oh, venite a vederci oppure vi meno uno ad uno…. e non scherzo!
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Ultimo appuntamento di campionato del girone B Arena per i Puma Vimodrone impegnati nel campo comunale di San Sperate, Cagliari. Kick off previsto domenica 7 giugno alle ore 16:00 contro I Crusaders padroni di casa. I Puma giocano lo scontro decisivo per l’accesso ai play-off. La giovane squadra di Vimodrone s’appresta all’atto conclusivo di questa prima esperienza in campionato frutto del lavoro straordinario di tutta la squadra, della dirigenza e dello staff tecnico guidato da HC, Guido Cavallini che insieme hanno saputo mantenere tranquillo l’ambiente nei momenti difficili ed incalzare il gruppo al buon gioco in quelli positivi. Due vittorie nelle ultime partite di campionato confortano pienamente la squadra dei Puma ma alcuni fattori determinanti potrebbero giocare un brutto scherzo alla resistenza della squadra. La stanchezza che si può accumulare dopo 2 domeniche di gioco consecutive – annessi i diversi infortuni dell’ultima partita con i Daemons – e la trasferta aerea sono fattori che comprensibilmente preoccupano la squadra. Inoltre Crusaders dopo la sconfitta subita a Vimodrone contro gli stessi Puma sono davvero motivati alla rivincita e non intendono cedere il posto in classifica bruciando la certezza di avanzare ai play-off. La partita in casa con i Crusaders è stata vinta dai Puma grazie alla determinazione dei ragazzi ma anche alla conoscenza di un campo da gioco non noto agli ospiti e per giunta reso critico dalla pioggia incessante di aprile. Ma le parole servono a poco e possono creare solo cattivi e inutili pensieri. La squadra non intende scomodarsi da casa senza un buon risultato. Nel football americano o si vince o si perde e i Puma giocheranno al meglio per portare a casa: una vittoria per la dirigenza che in tempi record ha creduto in un progetto sportivo e ha portato avanti un club di football americano a giocarsi i play-off fino a fine campionato; un successo per collaboratori ognuno esperto o che si è “inventato” pratico della gestione delle attività complementari al sostegno della squadra e della dirigenza; una conquista per le mamme, le “morose”, le mogli e i figlioletti che non potranno seguire come d’abitudine i Puma sugli spalti di Cagliari ma che per sentirsi vicini alla squadra indosseranno la maglia rosa delle “Puma Girl”.
Autore: Fabio Gentile
Data di pubblicazione:
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