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Jeanty vs Judkins, è il draft dei RB? L’NFL va di corsa
Con il draft alle porte, approfondiamo tre interessanti prospetti che potrebbero diventare celebri nei prossimi anni.

Non manca più molto al draft NFL 2025.
Il primo round si terrà il prossimo 24 aprile, nella notte italiana tra giovedì e venerdì, a Green Bay, nel Wisconsin. La classe di quest’anno non è elettrizzante come quella dell’anno scorso, poiché non abbiamo altrettanti prospetti nel ruolo più importante del football americano, quello di QB, ma ciò non toglie che ci siano nomi pazzeschi. Sarebbe molto lungo parlare di tutti e si correrebbe il rischio di fare torto a qualcuno, motivo per il quale, in questo articolo, ci soffermeremo a parlare di tre giocatori. Due saranno quelli già posti nel titolo, due RB che appaiono in grado di tenere alta la bandiera sventolata da Saquon Barkley per l’intera stagione 2024, in una performance che ha riportato al centro del proscenio – e degli schemi dei coordinatori offensivi – un ruolo che è stato per decenni il più importante nel football ma che ultimamente aveva perso smalto. Il terzo nome è quello di cui non si può non parlare, dal momento che si tratta di due giocatori in uno, ed è proprio da lui che vogliamo iniziare.
Travis Hunter in NFL, che cosa ci si può attendere da lui
Difficilmente Travis Hunter sarà il primo giocatore a essere chiamato a Green Bay. I Tennessee Titans, o chiunque sceglierà per primo (per quanto rare, le trade per la prima assoluta possono essere concluse), opteranno probabilmente per un QB, data la sua importanza nel gioco moderno e la necessità di trovare risposte in quella posizione a Nashville, dal momento che Will Levis non è continuo come un QB1 dovrebbe essere e sembra più adatto a fare da backup che a giocare come starter.
È molto probabile che il primo nome a essere annunciato da Roger Goodell sarà quello di Cam Ward o, al limite, del suo omologo Shedeur Sanders, figlio di Deion. In tutta franchezza, nessuno di questi due prospetti sembra essere un QB epocale ma, di nuovo, il vantaggio di giocare la posizione fa sì che diventino i più papabili iniziati per indossare il cappello per primi. Quotato per essere first overall è anche Abdul Carter, edge da Penn State che ricorda molto da vicino Micah Parsons. L’ex linebacker, che ha giocato in linea soltanto nell’ultima stagione in Pennsylvania, ha mostrato un talento cristallino e una rapidità tale da consentirgli di mettere le mani sulle linee offensive prima ancora che siano pronte a bloccare. Carter è un prospetto unico nel suo ruolo, decisamente superiore alla media dei suoi colleghi di questa classe e, probabilmente, piace a moltissime franchigie. Tolti questi tre nomi, non se ne vedono altri migliori di Hunter, il vincitore dell’Heisman Trophy da Colorado State che ha la peculiarità di poter giocare, e molto bene, sia come ricevitore che come cornerback.
Quando gioca da corner, Hunter è capace di tenere il passo dei ricevitori, anche i più veloci, e di correre con loro anche dopo essersi voltato verso il QB, per intuire la direzione della palla. È un playmaker capace di deviare le traiettorie dell’ovale e di afferrarlo, come dimostrano i 7 intercetti che ha firmato nelle ultime due stagioni. Sa leggere le tracce dei ricevitori, giocando la posizione, ed è in grado di mettere gli occhi sul QB non appena questi escono dalla route. Rapidissimo a leggere il momento, sa abbandonare il seminato per tagliare fuori il WR dall’ovale indirizzato a lui, impedendogli di compiere la giocata.
Come ricevitore, lo standout player diplomato a Boulder può bruciare il suo marcatore sulla linea di scrimmage e anticiparlo in ricezione. Una volta che ha assicurato l’ovale è in grado di mandare a vuoto la secondaria e allontanarsi dal suo inseguitore. Si tratta di un vertical threat moderno, abile ad aggiustare la palla e a percorrere molte yards dopo la ricezione. In NFL è molto difficile giocare come starter sia in attacco sia in difesa, poiché si tende a specializzare il giocatore su una sola posizione, e Hunter è visto meglio come CB, tra i professionisti. Il coaching staff che lo allenerà, ad ogni modo, potrà dare massimo sfogo alla propria fantasia sperimentando un impiego, almeno parziale, del ragazzo su entrambi i versanti.
Ashton Jeanty e Quinshon Judkins ridefiniranno il ruolo del RB?
Il contributo dato da Barkley alla trionfale stagione dei Philadelphia Eagles ha restituito dignità al ruolo di RB, che ultimamente era stato troppo sottovalutato. Un paio di offseason fa, volarono parole pesanti tra alcuni runners importanti e le loro franchigie. Oggi molti dei coinvolti hanno cambiato casacca (Josh Jacobs, Aaron Jones, lo stesso Barkley e Zeke Elliott, che è infine rientrato a Dallas, dove ha vissuto un 2024 tutt’altro che memorabile), proprio per l’impossibilità di ottenere il contratto desiderato dai front office per i quali lavoravano in precedenza. Dopo una stagione nella quale Saquon si è guadagnato un trofeo Lombardi da assoluto protagonista, però, molto potrebbe cambiare, e i RB potrebbero tornare a essere considerati pietre angolari nelle formazioni offensive. Due nomi caldi del prossimo draft sembrano avere le caratteristiche per farlo: Ashton Jeanty, da Boise State, e Quinshon Judkins, da Ohio State.
Forte ed elusivo, Jeanty è visto da numerosi analisti come una possibile top-5-pick. Si tratta forse di una stima inverosimile ma, sicuramente, ben inquadra il talento del ragazzo. Nell’ultima stagione NCAA ha messo assieme 2601 rushing yards, che sono un’enormità e rappresentano il secondo miglior risultato di sempre, più corto di solo 27 yards rispetto a quello registrato da Barry Sanders, nel 1988, quando giocava con Oklahoma State. I suoi trucchi del mestiere sono uno stiff-arm da fare invidia a Derrick Henry, o a Beast Mode Marshawn Lynch, e l’equilibrismo di un acrobata, che non dà modo ai difensori di bloccargli le gambe mentre corre. Jeanty è estremamente paziente, studia il suo marcatore, lo sfida a duello e poi, con maestria, lo lascia nella polvere, prima di esplodere nella secondaria e salutare tutti involandosi da solo verso l’end zone. Buon ricevitore, non è sicuramente il RB più veloce che ricordiamo ma la sua accelerazione è incredibile ed è proprio su questa caratteristica che il prospetto basa gran parte del suo gioco.
Quinshon Judkins è un RB di cui si parla meno. Ciò si deve sia alla polarizzazione di un profilo come Jeanty, che ha messo assieme i numeri spaventosi di cui si è scritto, sia al fatto che a Ohio State il backfield era equamente suddiviso tra lui e TreVeyon Henderson. Questa situazione, inevitabilmente, divide anche gli scouts. Secondo alcuni, è più valido Judkins, secondo altri vale la pena chiamare prima Henderson. Ambedue, comunque, sono proiettati tra la seconda metà del primo round e la prima del secondo, in base a come si muoveranno le franchigie che hanno le scelte più alte. Judkins è estremamente potente ed è capace di portare la palla con frequenza, ottenendo sempre ottimi risultati. È sufficiente guardare l’highlight reel dell’ultima finale NCAA contro Notre Dame per verificare quanto scritto. Il runner ha messo assieme numeri interessanti alla scouting combine di Indianapolis, evento presso il quale molti prospetti hanno deciso di non svolgere prove atletiche e limitarsi a sostenere colloqui con le franchigie. Judkins, con umiltà e abnegazione, ha sostenuto ogni esercizio, dimostrando grande etica professionale. Il suo baricentro è esplosivo e le sue gambe sono difficili da arrestare, dandogli modo di svicolarsi facilmente dai placcaggi. Queste caratteristiche sono particolarmente utili in red zone, dove Judkins abbraccia il bloccante e poi gli scivola via, proponendosi in ricezione. È un miglior catcher di Jeanty ma non possiede la sua stessa accelerazione, pur essendo dotato di un fisico piuttosto simile alla star di Boise State.
Accanto a questi due nomi, ve ne sono altri di RB che potrebbero fare la differenza, nel prossimo futuro della NFL. Uno è il già citato Henderson, ex compagno di squadra di Judkins a Columbus, un altro è Omarion Hampton, ex North Carolina Tar Heel, e poi vi sono i due prospetti Kaleb Johnson, da Iowa, e Cam Skattebo, di Arizona State, che sono più distaccati nelle valutazioni pre draft e non saranno sicuramente chiamati durante il primo giorno di draft. Sebbene non appaiano pronti a diventare starter dal primo giorno da professionisti, hanno il potenziale per lasciare il segno nella lega. Un ruolo come quello del RB si presta molto a generare cosiddetti bust, ovvero giocatori che sembrano promettenti ma poi non incidono mai, tra i professionisti. Tutti quelli che abbiamo citato potrebbero diventare simili rimpianti, ma ci auguriamo di aver descritto dei potenziali Saquon Barkley, più che dei perfetti signori nessuno. Vedremo quanta fiducia sarà loro concessa tra un npaio di settimane, durante la notte dei sogni.
Crediti fotografici: Facebook/ Scott Pennyman
Autore: Mattia Mezzetti
Data di pubblicazione:
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