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Week 12: i Packers sconfiggono i 49ers 38-10

Sfida mai in discussione quella tra Green Bay e San Francisco. Josh Jacobs trascina i Packers segnando 3 TD. Le assenze dei 49ers continuano a pesare.

Photo by WISN

Nel rematch del Divisional Round dello scorso gennaio, i Green Bay Packers fanno la voce grossa, sconfiggono i San Francisco 49ers e salgono 8-3 di record, cercando di tenere il passo dei Lions e dei Vikings, in una NFC North altamente competitiva. Sugli scudi, per i padroni di casa, Josh Jacobs, autore di 3 touchdown e imprendibile per la difesa dei 49ers.
La squadra di coach Shanahan, invece, che ha ritrovato Kittle (assente contro i Seahawks) ma si è presentata al Lambeau Field senza Brock Purdy, Trent Williams, Charvarius Ward e Nick Bosa, non è riuscita ad arginare l’attacco guidato da Jordan Love e a tenere quantomeno in bilico la partita. Il record di San Francisco è 4-5 e per entrare ai playoffs servirebbero (almeno) 5 vittorie nelle ultime 6 gare: il calendario e gli infortuni, però, non fanno dormire sonni tranquilli sulla baia.

Partita con un solo padrone

La partita, come detto, l’hanno condotta i Packers dall’inizio alla fine. I primi 3 drive dei padroni di casa hanno portato ad altrettante segnature: touchdown di Kraft, field goal di McManus, touchdown di Jacobs. 17-0 dopo meno di 22 minuti di gioco. Un dominio offensivo che non ha trovato risposte da parte dei 49ers. E se, come detto, Jacobs è stato il protagonista assoluto della partita, da contraltare ha fatto la difesa di San Francisco, “capace” di mancare 20 tackles, di cui 15 nella prima metà di gara. Jacobs ha macinato yard su yard a volte quasi indisturbato (chiudendo con 106 yard guadagnate su corsa e i 3 touchdown sopra citati), Love ha subìto pochissima pressione ed è riuscito a gestire cronometro e risultato a suo piacimento (chiudendo con 13 completi su 23, 163 yard di guadagno e 2 touchdown). I Packers sono entrati in partita con la voglia di dominare i 49ers senza farsi condizionare dai problemi di infortuni degli avversari e l’hanno fatto, senza mai togliere il piede dall’acceleratore. Infatti, nella seconda metà di gara sono arrivati altri 3 touchdown: 2 di Jacobs e uno di Heath. Tutti e 3 questi touchdown hanno avuto un denominatore comune: sono arrivati dopo dei turnovers dell’attacco dei 49ers. Un attacco dei 49ers che, dopo aver dato un segnale di risveglio con il touchdown di Kittle a poco più di un minuto dall’intervallo lungo, nella seconda metà di gara è stato bullizzato dalla difesa dei Packers. Brandon Allen, promosso QB1 causa infortunio di Purdy, ha fatto una fatica incredibile nel far girare la squadra, venendo intercettato 2 volte e commettendo 2 fumble; McCaffrey ha corso solamente per 31 yard (in aggiunta alle 37 guadagnate su ricezione); Deebo Samuel è stato spettatore non pagante della partita, con solo una ricezione per 21 yard di guadagno. L’unico giocatore che si è avvicinato ai suoi livelli è stato George Kittle, che ha chiuso con 87 yard guadagnate su ricezione e il touchdown di cui sopra. Troppo poco per avere la meglio di questi Green Bay Packers.

Green Bay vista futuro

Il 38-10 con cui hanno battuto i 49ers è un risultato che fa clamore per le proporzioni, ma non sorprende, perché certifica ancora di più che i Packers sono sulla strada giusta per tornare ad essere una possibile contender. Una strada iniziata con l’addio di Rodgers di 18 mesi fa e che ha visto il punto di svolta esattamente 12 mesi fa: la vittoria nel Thanksgiving Day contro i Lions diede la spinta alla squadra allenata da coach LaFleur per un finale di stagione sorprendente, culminato con la vittoria nel Wild Card Game contro i Cowboys e il quasi upset nel Divisional Round proprio nei confronti dei 49ers. Con un Jordan Love sempre più a suo agio in quest’attacco, un Josh Jacobs che sta dimostrando di essere uno dei migliori acquisti dell’anno e una difesa che in questa stagione ha deragliato pochissime volte, in Wisconsin possono dormire sonni tranquilli. E prepararsi al meglio per la sfida del Giorno del Ringraziamento contro i ritrovati Miami Dolphins.

San Francisco abbiamo un problema

Sonni tranquilli che, come detto, non possono dormire sulla baia. I 49ers stanno vivendo una stagione altalenante e sono lontani parenti di quelli ammirati negli ultimi 2 anni. Gli infortuni di questi primi mesi sono stati altamente impattanti, ovviamente. Però, a partire dalla pre season, l’ambiente che circonda San Francisco non ha mai dato la sensazione di essere un ambiente tranquillo; anzi, i 49ers, con tutti i problemi relativi ai rinnovi di alcuni dei giocatori chiave, con le critiche a Shanahan post Super Bowl, con la poca chiarezza su alcuni infortuni subìti dai propri top player, ha sempre dato la sensazione di essere una pentola a pressione pronta ad esplodere. Il record è ancora migliorabile, le condizioni per arrivare ai playoff ci sono ancora. I 49ers avrebbero però bisogno di ricompattarsi, recuperare i giocatori chiave (McCaffrey domenica era alla terza presenza stagionale, Purdy ha dimostrato di essere imprescindibile per questa squadra, Samuel sta giocando per ora una stagione anonima) e tornare a praticare il football che ha dimostrato di saper fare nelle ultime stagioni, anche a livello difensivo e di disciplina (9 penalità accettate contro i Packers). Solo così possono risalire dal buco in cui si sono cacciati e centrare i playoffs (al momento, statistiche alla mano, avrebbero solo il 15% di possibilità di centrarli), nonostante un calendario complicato (Bills, Bears, Rams, Dolphins, Lions, Cardinals). La partita di Buffalo di domenica prossima sa tanto di ultima spiaggia.

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