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Week 11: i Saints sconfiggono i Browns 35-14

Ancora una sconfitta per i Browns, battuti a New Orleans dai Saints. Protagonista assoluto (e a sorpresa) nella domenica di football nella “Big Easy” è stato Taysom Hill.

AP Photo/Gerald Herbert

Dalle “stalle” alle “stelle” nel giro di 15 minuti: la domenica di Taysom Hill può riassumersi in questo modo. Dopo aver lanciato un intercetto e aver commesso un fumble nei primi due quarti di gioco, il 35enne dei Saints è salito in cattedra nell’ultimo quarto di gioco, mettendo a segno 2 touchdown che hanno consentito ai padroni di casa di avere la meglio dei Cleveland Browns. Il 35-14 finale regala al coach ad interim Darren Rizzi la seconda vittoria come capo allenatore in NFL (in altrettante partite) e consente ai Saints di salire 4-7 di record e tenere vive le (poche) chance di playoff (i Falcons, per quanto riguarda la NFC South, sono solo a 2 vittorie di distanza, con gli scontri diretti in parità).
Lato Browns, invece, quella che poteva essere la domenica del riscatto di Winston, si è trasformata in una disfatta che lascia nuovamente l’amaro in bocca. Anche perché, sfruttando la buonissima giornata dell’ex QB proprio dei Saints, i Browns erano riusciti a portarsi sul 14-14 dopo 3 quarti di gara; nell’ultimo quarto, però, la difesa è completamente collassata contro l’attacco guidato da Derek Carr e soprattutto, come detto, è stata vivisezionata da Tayson Hill. L’ottava sconfitta stagionale, maturata nella “Big Easy”, lascia sempre più aperte le questioni legate al futuro, sia per quanto riguarda il parco giocatori (e come “sfruttarli” da qui a gennaio), sia per quanto riguarda il coaching staff e la dirigenza.

Da protagonista in negativo a protagonista in positivo

In realtà il pomeriggio di Taysom Hill sembrava partito con il piede giusto: al primo drive dei Saints, prima lanciava Austin (dopo aver ricevuto da Carr) per un guadagno di 18 yards e poi chiudeva il drive correndo indisturbato in touchdown per il 7-0 iniziale. Poi il buio: subiva prima un intercetto da parte di Ward e poi, un paio di drive dopo e a 10 yards dalla end zone, perdeva l’ovale in un contrasto sempre con Ward per un fumble sanguinosissimo che riconsegnava il possesso ai Browns poco prima dell’intervallo lungo. Potevano essere 2 mazzate tremende per il veterano dei Saints; invece, come anticipato sopra, nell’ultimo quarto Hill è diventato il protagonista indiscusso della partita, segnando prima il touchdown del 21-14 con una corsa di 33 yards, poi chiudendo definitivamente la partita con il touchdown del 35-14 dopo una corsa di 75 yards. E i numeri con cui ha chiuso la partita sono stati stratosferici: 138 yards guadagnate su corsa, 50 yards guadagnate su ricezione, i 3 touchdown di cui sopra, 18 yards lanciate. Numeri che lo hanno fatto entrare nella storia della NFL, visto che nessuno prima del 17 novembre 2024 era riuscito a mettere insieme nella stessa partita almeno 100 yards guadagnate su corsa, 50 yards guadagnate su ricezione, 10 yards guadagnate con i propri lanci e 3 touchdown. La seconda vittoria consecutiva dei Saints ha ovviamente la griffe di Taysom Hill.
Comunque, tutto l’attacco dei Saints ha girato benissimo contro la difesa dei Cleveland Browns. Derek Carr ha completato 21 passaggi (su 27 tentativi), lanciando in touchdown Valdes-Scantling nel secondo quarto per il momentaneo 14-6 e Johnson nell’ultimo quarto per il momentaneo 28-14. Aver recuperato quasi al 100% il proprio QB1 dopo un periodo di assenza causa infortunio ha ridato nuova linfa all’attacco di New Orleans, ora nuovamente la squadra ammirata nelle prime uscite stagionali. Se queste ultime 2 vittorie siano state solamente il frutto del cambio allenatore e dell’abbrivio che di solito ne consegue, lo scopriremo nelle prossime 2-3 settimane.

Niente di nuovo sul fronte Browns

Per i Cleveland Browns, invece, continua ad essere notte fonda. Nonostante un Jameis Winston in grande spolvero, i Browns a New Orleans sono riusciti a segnare solamente 2 touchdown (più una conversione da 2 punti) contro una difesa, quella dei Saints, apparsa tutt’altro che irreprensibile. Riuscire ad ammontare quasi 400 yards offensivamente e, nonostante ciò, non riuscire a mettere punti a tabellone nell’ultimo e decisivo quarto resta la fotografia perfetta di questa stagione dei Browns. Una stagione dal “potrei ma non riesco”. Una stagione da chiudere il prima possibile e gettare nel dimenticatoio. Anche se il tuo QB lancia per 395 yards (con 2 touchdown); anche se Jeudy infila 142 yards (con un touchdown), Njoku infila 81 yards, Moore infila 66 yards (con un touchdown) e Chubb guadagna 50 yards su corsa. Se la partita poi la perdi, tutte queste statistiche individuali lasciano il tempo che trovano. A maggior ragione considerando che la difesa dei Browns, a New Orleans, come anticipato, è stata disintegrata dall’attacco dei Saints, offrendo la prova più brutta degli ultimi 14 mesi. Ai due turnover forzati nei primi due quarti di gioco ha fatto da contraltare la prestazione imbarazzante dell’ultimo quarto, con Carr a fare ciò che voleva “via aerea” e Hill ad imperversare “via terra”, perfetto coltellino svizzero per vivisezionare un reparto che, al netto di Ward, non ha trovato mai risposte per fermare i padroni di casa.
E così, nonostante la bye week di mezzo, i Cleveland Browns non hanno dato segnali di possibile svolta. Il record ora è diventato 2-8. La posizione in AFC North è sempre l’ultima (a 2 vittorie di distanza dai Bengals). La voglia e l’entusiasmo vanno a scemare partita dopo partita. Saranno due lunghi mesi in Ohio da qui alla fine della Regular Season. Due mesi di riflessioni. Due mesi in cui si rischia, giocando in questo modo, di continuare ad accumulare molte sconfitte.

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