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Chargers corsari a Cleveland: Browns battuti 27-10

Dopo la vittoria contro i Ravens, i Browns tornano sulla terra: i Los Angeles Chargers vincono in scioltezza a Cleveland, approfittando anche dei tanti errori dei padroni di casa.

AP Photo/David Richard

3 intercetti di Jameis Winston. Un field goal di Hopkins bloccato. 2 errori madornali in copertura della difesa. 4 touchdown dei Chargers. Za’darius Smith vicinissimo al trasferimento ai Detroit Lions. La sintesi di una domenica da dimenticare per Cleveland e per i Browns.
7 giorni dopo la grande e sorprendente vittoria contro i Baltimore Ravens, i Cleveland Browns (e Jameis Winston) ritornano sulla terra, sconfitti in casa dai Chargers a cui è bastato un buonissimo primo tempo per avere la meglio dei ragazzi di coach Stefanski. Una squadra, i Browns, apparsa fuori partita nei primi due quarti di gioco e troppo confusionaria negli ultimi due per sperare di avere la meglio sulla squadra californiana. Los Angeles Chargers, dal canto loro, perfetti nello scappare subito nella prima mezz’ora, con Herbert in grande spolvero, e a gestire poi la partita fino al termine.

Le carte vincenti dei Chargers

Proprio Justin Herbert è stato il protagonista assoluto nel primo tempo. Rigenerato dalla cura Harbaugh dopo un’ultima stagione ben al di sotto delle aspettative, l’OROTY del 2020 sta confermando in questa stagione di essere un QB di assoluto livello e sta alzando, di partita in partita, il livello delle sue prestazioni. Non sono tanto i 18 completati su 27 lanci, o il 125,8 di rating, o il fatto di aver lanciato per 2 volte in touchdown approfittando delle dormite difensive della difesa dei Browns: è stata la sua capacità di tenere testa alla pressione esercitata dalla difesa di Browns la carta vincente che ha consentito ai Chargers di dominare nel primo tempo. Ed infatti l’attacco di coach Harbaugh ha girato a meraviglia, sia via “aerea” che via “terra”. I già citati 2 touchdown arrivati su lanci di Herbert (per Johnston e Palmer) che hanno messo a nudo gli errori dei Browns hanno indirizzato la partita; il gioco di corsa ha elevato J.K. Dobbins a co-protagonista della sfida, con 85 yards guadagnate e i 2 touchdown che, tra secondo e ultimo quarto, hanno fissato il punteggio sul 27-10. Contro i Browns, i Chargers hanno mostrato a tutta la NFL di avere un attacco potenzialmente atomico (con McConkey ulteriore bocca di fuoco per Herbert), sempre più a proprio agio negli schemi di coach Harbaugh.
E anche la difesa dei Chargers ha fatto la sua parte: nel primo tempo i Browns sono stati costretti al punt 5 volte (con 3 3&out) in 6 drives, con l’unico touchdown dei padroni di casa arrivato solamente nell’ultimo possesso della partita; Winston è stato intercettato 3 volte, ha subìto 6 sacks e 9 QB hits.
Quando i Chargers riescono ad esprimersi in questo modo su entrambi i lati del campo, allora diventano una potenziale candidata per i playoffs; l’importante è continuare sulla falsa riga di ciò che si è visto in queste ultime 3 partite. E, soprattutto, prendere con le dovute proporzioni la vittoria contro i Browns.

Le carte perdenti dei Browns

I Cleveland Browns scesi in campo domenica contro i Los Angeles Chargers sono stati la versione più brutta dei Browns che si sia mai vista nelle ultime 2-3 stagioni. Quando, dopo un primo tempo non giocato e chiuso sotto 20-3, si pensava che ormai il fondo fosse stato toccato e che si potesse provare a risalire, è arrivato un secondo tempo giocato addirittura peggio del primo, soprattutto offensivamente.
Da principe azzurro a ranocchio, nel giro di una settimana. Dopo la prova maiuscola contro i Ravens della scorsa domenica, Jameis Winston è incappato in una domenica…da vecchio Jameis Winston. Cioè in una partita in cui al prodotto di Florida State va’ tutto storto, entra in una spirale negativa e continua a sbagliare qualsiasi scelta. A testimonianza di ciò ci sono i 3 intercetti del secondo tempo che hanno azzerato ogni possibilità di rimonta dei Browns e i soli 26 lanci completati su 46 tentativi; ovviamente deve avere a che fare con un’OL che non lo protegge quasi per niente (6 sacks subìti) e bisogna anche riconoscergli il fatto di aver coinvolto un po’ tutti i suoi ricevitori nei drive che hanno preceduto gli intercetti. Però la statistica che resta è quella che dice “3” vicino ad “intercetti lanciati”; più ancora del lancio da 17 yard per Tillman per il touchdown arrivato all’ultimo drive, quando ormai la partita era finita da almeno un paio di drive.
Le colpe, comunque, non sono solo di Jameis Winston. Cosa ha combinato la difesa dei Browns sui 2 lanci di Herbert che hanno generato i touchdown di Palmer (7-0) e di Johnston (13-3) è una cosa inconcepibile per chi gioca in NFL. La mancanza di comunicazione della secondaria dei Browns che ha consentito ai Chargers di segnare 2 TD pressoché identici è inspiegabile, soprattutto perché reiterata; non solo all’interno della stessa partita, ma anche negli ultimi 3-4 anni. Jim Schwartz può preparare tutte le contromisure possibili contro gli attacchi avversari, ma se poi i vari Ward, Tornhill, Emerson, Delpit, etc., non si parlano tra di loro, si rischierà sempre di subire questo genere di touchdown; soprattutto se dall’altra parte c’è un QB (come l’Herbert di questa stagione) capace di punirti ad ogni minimo errore. Nel secondo tempo la difesa dei Browns si è riassestata ai suoi soliti (alti) livelli, tanto che alla fine Herbert subirà 6 sacks (3 da parte di Garrett). Ma, essendo il reparto migliore della squadra dell’Ohio, non può permettersi la superficialità mostrata nei primi 30 minuti di football.
Ora per i Cleveland Browns arriverà la settimana di riposo. Una “bye week” che servirà a capire come muoversi e cosa chiedere ad una stagione finita già troppo in fretta.

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