La sfida di week 8 tra Miami Dolphins e Arizona Cardinals era sul calendario di tutti i tifosi dei pinnati da settimane, dal momento che si trattava della domenica in cui sarebbe tornato tra i titolari Tua Tagovailoa, colpito da un nuovo trauma cranico nella sfida di week 2 contro i Buffalo Bills. Il QB è tornato e il livello del gioco dei Fins ne ha immediatamente guadagnato, e pure molto. Quello che però non è cambiato è stato il risultato finale: Miami perde ancora e ora il record stagionale appare veramente impietoso.
Il film della partita
Il primo drive di Miami è esattamente quello che ci sognavamo: Tagovailoa sbaglia un passaggio ma completa tutti gli altri, facendo ritrovare il sorriso anche a Tyreek Hill che viene nuovamente coinvolto dopo settimane di evanescenza e lasciando spazio anche ai runners, con Raheem Mostert che corre per un corto TD. Anche la defense appare revitalizzata dal rientro del numero 1, e blocca Kyler Murray costringendolo a un 3 e fuori. I padroni di casa allungano il vantaggio grazie al calcio di Jason Sanders, realizzatore di un FG da 53 yards.
La partita è viva e gustosa, i Cards non ci stanno e rimontano subito con un TD del loro ricevitore, Michael Wilson, che chiude un possesso dove Murray coinvolge poco i corridori, preferendo correre sulle sue gambe, ma trova spesso il suo TE, Trey McBride. In chiusura di primo tempo c’è un nuovo FG realizzato da Sanders, lungo 25 yards. Nel secondo tempo, cambia tutto. I Dolphins si fanno meno pericolosi, più prevedibili e commettono alcune leggerezze francamente imperdonabili, come la safety causata da Tua dopo un pessimo snap del C, Aaron Brewer. Sull’altro lato, prende confidenza una delle più brillanti stelle dell’ultimo draft, la quale finora ha messo a verbale una stagione con più ombre che luci: il ricevitore, figlio d’arte, Marvin Harrison. Eppure Miami il suo lo fa, nel terzo quarto, quando Tua trova un TD su passaggio connettendo con De’Von Achane. James Conner e Maserati Marv fanno però meglio e, soprattutto, non commettono errori, consentendo a Murray di giocare con calma. Sebbene i Cards non affondino con costanza e talvolta siano costretti al punt, alla fine mettono a segno le giocate giuste quando occorrono e segnano due TD con Harrison, James Conner e infine il FG decisivo, allo scadere, con Chad Ryland. Anche Mostert trova il secondo TD ma alla fine la safety e uno stop decisivo sul termine del quarto periodo danno la vittoria ad Arizona, per 28 a 27.
Una sconfitta che brucia: come possono rimediare ora i Dolphins?
L’amaro in bocca, dopo una simile sconfitta, naturalmente rimane. Eppure, si tratta di risvolti che fanno parte del football americano. Gestire bene il cronometro e avere un kicker affidabile si traduce in W. I Dolphins ora lo sanno. Molto sarebbe cambiato se avessero difeso meglio la palla durante l’ultimo possesso, magari giocando in maniera più conservativa, ma è molto facile scrivere con il senno di poi. I Cards sono stati più scaltri e hanno ottenuto il massimo da una partita che per loro era iniziata piuttosto male. Alla fine, però, l’hanno raddrizzata e vinta. Tanto di cappello. Normalmente, sarei qui a scrivere bravi loro e pensiamo alla prossima. Ma alla prossima ci sono i Bills. A Buffalo. Dove ci battono da anni. E Miami è 2-5. Lontanissima dai playoff in una AFC molto competitiva. La situazione, da brutta, potrebbe diventare pessima e, poi, addirittura irrecuperabile.
Come si temeva, i problemi di questa squadra non erano dovuti soltanto all’assenza del suo QB. Miami non è in grado di tenere il ritmo alto per le tre ore di gara. Ci sono dei bei picchi, come le giocate difensive di Jalen Ramsey o le iniziative di Jonnu Smith, Jaylen Wright o il già citato Achane. ma poi ci sono errori che non dovremmo vedere a questi livelli, come la safety raccontata poc’anzi. Purtroppo, la fase più semplice, per così dire, della stagione, volge al termine. I Fins ora incontreranno franchigie migliori e lo faranno con l’acqua alla gola, dato l’alto numero di sconfitte accumulate. C’è margine di miglioramento, naturalmente, con il timoniere rientrato in plancia, ma, verosimilmente, stiamo vivendo un anno che, alla fine, sprecheremo per via di questo pessimo inizio. E l’anno prossimo occorrerà ricominciare, con una nuova situazione salariale da mettere a posto in offseason.
Crediti fotografici: AZ Central