Un’altra brutta domenica a Cleveland, per certi versi inaspettata. Quella contro i New York Giants visti in questo inizio di stagione avrebbe dovuto essere una partita ampiamente alla portata dei Browns; si è rivelata essere, invece, il punto di non ritorno per i ragazzi di coach Stefanski. I Giants hanno dominato nel primo tempo, sia offensivamente che difensivamente, con i Browns che hanno provato a reagire nella seconda mezz’ora di gioco senza riuscire, però, a completare una rimonta che, per quello che si è visto in campo, sarebbe stato un premio eccessivo per i padroni di casa. I Giants se ne vanno quindi dall’Ohio con la prima vittoria stagionale in tasca e con dei segnali di ripresa incoraggianti per coach Daboll; a Cleveland, invece, con la seconda sconfitta casalinga in altrettante partite giocate tra le mura amiche, inizia a tirare una brutta aria.
Un primo tempo di marca Giants
Per la seconda volta all’Huntington Bank Field di Cleveland, i Browns hanno dimostrato che un buonissimo inizio di partita non sempre si traduce in una vittoria. Come contro i Cowboys in Week 1, i Browns si trovano in vantaggio dopo 11 secondi di partita: fumble dei Giants sul kick off recuperato da Delpit sulle 24 yard offensive; lancio di Watson per Cooper e touchdown (quasi) immediato. 7-0 Browns. La partita si mette, come previsto, subito in discesa. Invece, questo resta l’unico lampo dei Browns nella prima mezz’ora di gioco. I Giants trovano 3 touchdown, uno con Singletary e 2 sull’asse Jones-Nabers, con il rookie prodotto di LSU immarcabile per la difesa dei Browns. Una difesa che nel primo tempo è riuscita a resuscitare l’attacco dei Giants e un Daniel Jones criticatissimo dopo le prime 2 uscite stagionali: il QB nativo di Charlotte chiuderà la gara con 24 lanci completati su 34 (17 su 19 nel primo tempo, con 12 lanci completati di fila), 236 yard, 2 touchdown e, soprattutto, con soli 2 sack subìti da una delle migliori difese della NFL, specialmente per quanto riguarda questa statistica. E al 21-7 Giants con cui si chiude il primo tempo ha contribuito in maniera significativa anche la difesa di New York, perfetta nel mettere a nudo tutti i problemi dell’attacco dei Browns e, soprattutto, della linea a protezione di Deshaun Watson: nei primi 2 quarti di gara, il QB dei padroni di casa ha subìto ben 5 sack (chiuderà con 8 sack subìti, record personale). Una mattanza.
Attacco Browns abulico, rimonta mancata
Nel secondo tempo l’incisività offensiva dei Giants cala vistosamente: i Browns prendono le misure, Denzel Ward copre perfettamente in marcatura Nabers e gli ospiti si ritrovano improvvisamente incapaci di trovare varchi nella difesa dei padroni di casa. Il problema per i Browns è che l’attacco guidato da Watson non da’ segni di vita e manca ancora di identità: l’ex QB dei Texans sembra sempre un pesce fuor d’acqua e continua a palesare problemi nel mettere in ritmo i suoi ricevitori, ogni schema chiamato da coach Stefanski pare improvvisato e alcune scelte continuano a lasciare perplessi. Neanche il secondo touchdown di giornata di Cooper riesce a rianimare e a dare lo slancio ai padroni di casa verso una clamorosa (vista la situazione) rimonta. Gli ultimi 3 drive dei Browns, le 3 ghiotte occasioni avute per riportare la partita in parità, sono state la perfetta sintesi di questo inizio di stagione di Watson&co.: fumble di Watson sul primo drive; turnover “on downs” con solo 9 yard guadagnate sul secondo down; turnover “on downs” con solo 6 yard guadagnate sul terzo drive. Questo non può essere l’attacco di una squadra che punta ai playoff. Ok, si è detto molte volte che i Browns devono sfruttare al massimo l’arma migliore, cioè la propria difesa: ma poi è fondamentale che in queste partite l’attacco massimizzi lo sforzo del proprio reparto difensivo, sfruttando le occasioni che si hanno all’interno dell’ora di gioco. Anche perché, con tutto il rispetto per la buonissima prestazione offerta a Cleveland, davanti a Watson c’era la difesa dei New York Giants, una difesa che nelle prime 2 partite aveva concesso la bellezza di 49 punti agli avversari. Essere riusciti a farne solamente 15 (di cui 7 a seguito di un fumble in red zone dello special team ospite) fa capire a pieno il momento che stanno vivendo i Browns.
Futuro grigio, quasi nero
All’inizio si è scritto che a Cleveland tira una brutta aria. Purtroppo è così, anche se si sono giocate solamente 3 partite. Ma queste 3 partite hanno evidenziato il difetto principale dei Browns: se c’è qualche piccola crepa difensiva, l’attacco non riesce a sopperirne. E questo è un grande problema, difficilmente risolvibile con il Deshaun Watson visto in queste prime 3 settimane di regular season. Senza un cambio di rotta, di Watson e anche di coach Stefanski, i playoff restano un miraggio. Ora arriveranno 3 trasferte consecutive (Las Vegas, Washington e Philadelphia): il calendario è difficile, la situazione infortuni non è delle migliori (da monitorare anche Myles Garrett), l’umore è molto basso. Il rischio di una stagione anonima come quella di 2 anni fa è molto alto.