E alla fine arriva Flacco.
Quando tutto sembrava perduto, dopo 3 quarti di partita in balìa dei Chicago Bears, i Browns sono risorti. Con la stagione in bilico e una sconfitta che, nella “selvaggia” AFC, avrebbe potuto complicare i sogni playoff della squadra dell’Ohio, Joe Flacco, autore fin lì di una brutta prova, è salito in cattedra e ha sfoderato un ultimo quarto da fantascienza. I Browns sono entrati negli ultimi 15 minuti di gioco sotto 17-7, con poche speranze di poter riuscire a ribaltare il risultato, visti i brutti primi 45 minuti di partita in cui l’attacco era stato sopraffatto dalla difesa dei Bears; per ribaltare le sorti della stagione ci è voluto un Joe Flacco irreale, da 11 completi su 13 nell’ultimo quarto, con 212 yard guadagnate, 4 lanci da più di 30 yard, un touchdown (con una traccia spaziale per Cooper) e 2 drive impeccabili (con David Njoku protagonista indiscusso) che hanno consentito a Hopkins prima di accorciare il punteggio e poi di firmare il field goal decisivo. Ennesimo affresco di una carriera, quella dell’ex QB dei Ravens e dei Jets, a volte sottovalutata. Il 20-17 finale è un risultato pesantissimo nella corsa ai playoff per i Browns, ancora titolari del quinto seed in AFC: aver mantenuto la distanza dalle inseguitrici (Bengals, Colts, Texans e Bills hanno tutte vinto questo weekend) e averlo fatto con l’ennesima rimonta stagionale certifica l’enorme stagione che stanno disputando i Cleveland Browns.
La partita come specchio della stagione dei Browns
Quella andata in scena al Cleveland Browns Stadium è stata una partita pazza, strana, combattuta, a tratti brutta, a tratti bella. E in queste situazioni, come già ampiamente dimostrato durante tutta la stagione, i Cleveland Browns riescono sempre a trovare il modo per vincere la partita. Anche se per lunghi tratti, come detto, l’attacco è stato dominato da una difesa Bears perfetta per 3 quarti di gara: Flacco è stato messo costantemente sotto pressione, poco protetto da una O-Line non in giornata e sempre limitata dagli infortuni; ha fatto fatica a dare fluidità all’attacco, tanto che nei primi 45 minuti di gioco ha lanciato 3 intercetti (anche se su uno di questi 3 non ha colpe), con l’unico lancio degno di nota (42 yard per Cooper) effettuato nel drive che ha portato al momentaneo 7-7. Fortunatamente, dall’altra parte, l’attacco dei Bears è andato costantemente a sbattere contro la difesa dei Browns: i 2 touchdown degli ospiti sono arrivati dopo l’intercetto di Jackson (ma i Bears sono arrivati in TD dopo 8 tentativi e 4 penalità) e con il pick six di Tremaine Edmunds. Per il resto, Justin Fields ha fatto pochissimo: 19 completi su 40, con sole 166 yard guadagnate, in aggiunta alle sole 30 guadagnate su corsa. Merito di un reparto difensivo Browns sempre costantemente sul pezzo, con costanti blitz per incutere “paura” a Fields ad ogni snap: il prodotto di Ohio State è stato intercettato 2 volte (Belle e Owusu-Koramoah) e ha subìto 3 sacks (Wright, Mitchell e l’onnipresente Owusu-Koramoah). Oltre ad un Owusu-Koramoah in costante crescendo, tutto il reparto difensivo dei Browns ha dato dimostrazione del perché sia il migliore in NFL: grandissime le prove dei vari Tomlinson, Emerson, Takitaki, Bell, Hickman, Newsome II. E poi c’è Garrett, leader indiscusso del gruppo. Ecco, se i Browns e Flacco hanno avuto la possibilità di ribaltare la partita nell’ultimo quarto è stato grazie all’ennesima grande prova del reparto guidato dall’OC Jim Schwartz.
E vanno, comunque, dati dei grandissimi meriti a coach Kevin Stefanski. Una squadra che da inizio stagione perde costantemente pezzi importanti del proprio roster a causa degli infortuni, ma che allo stesso tempo continua a vincere e ad essere in lotta per un posto ai playoff, non può che far risaltare sempre più il lavoro del proprio allenatore. I Browns non si arrendono mai (quella contro i Bears è stata la seconda partita in stagione vinta dopo essere stata in vantaggio solamente per un minuto o poco più): cadono, ma si rialzano, si sono sempre rialzati. E il brivido finale sull'”Hail Mary” di Fields testimonia che, a volte, anche la fortuna sorride ai Browns e al proprio coach. Un Kevin Stefanski che merita, a questo punto, di essere inserito in tutti i discorsi riguardanti il premio di Coach Of The Year.
Tre passi
Piccoli o grandi. Restano comunque 3 i passi da compiere per arrivare ai playoff. Che per i Browns, e per come si era messa la stagione, sarebbe un’impresa. Ma questo non è il momento di pensare a quello che poteva essere e non è stato, non è il momento di guardarsi indietro e gongolare per la stagione fatta fin qui. Perché tutto verrebbe cancellato, a questo punto, da un mancato approdo ai playoff. Quindi testa già alla prossima partita: domenica 24 dicembre si andrà a Houston, in casa dei Texans, contro una squadra in lotta con i Browns per accedere ai playoff in AFC. Houston 8-6 di record, Cleveland 9-5: vincere in casa di C.J. Stroud & co. avvicinerebbe quasi matematicamente i Browns alla post season e consentirebbe di vivere poi le ultime 2 gare di regular season con più leggerezza.