Più che “Battle of Ohio”, quello che è andato in scena al Cleveland Browns Stadium è stato il “Bengals’ Massacre”. 24-3 il risultato finale in favore dei Cleveland Browns contro i campioni uscenti della AFC North, i Cincinnati Bengals guidati dal nuovo giocatore più pagato della NFL, Joe Burrow. Una vittoria schiacciante dei ragazzi di coach Stefanski, un dominio che non è stato mai in discussione: i Bengals sono stati annientati in ogni zona del campo, dal primo all’ultimo possesso. Watson ha chiuso con 154 yards e un TD lanciato (più uno su corsa) nonostante il tempo avverso; Chubb ha corso per 106 yards; Delpit ha guidato una difesa a tratti inarrestabile con 8 tackles e Garrett non ha perso tempo a mettere a segno il suo primo sack stagionale. E, soprattutto, il nuovo kicker Dustin Hopkins ha chiuso con 3 FG segnati su 3 tentativi: roba che non si vedeva a Cleveland da non so quanti anni.
I numeri dei Bengals sono stati impietosi: i primi 7 drives della partita sono finiti con un punt; Burrow ha completato 14 lanci su 31, con solamente 82 yards conquistate, il numero più basso della sua carriera; Chase, dopo le parole al veleno contro i Browns in settimana, è stato tenuto a sole 39 yards conquistate; la difesa ha concesso 21 primi down alle corse dei Browns. L’unica cosa positiva per i Bengals è stata che comunque si è trattato della prima partita della stagione e che anche le scorse 2 annate erano iniziate in maniera simile. Una magra consolazione.
La partita
Pioggia e vento sin dalla tarda mattinata a Cleveland: non le condizioni ideali per giocare a football e per vedere un po’ di spettacolo. In fin dei conti a giovarne maggiormente sono stati i Browns, capaci di mettere pressione all’attacco dei Bengals sin dai primi drive che, come detto, sono terminati tutti con i punt di Brad Robbins; l’attacco di Cleveland, invece, è entrato pian piano in partita, mettendosi finalmente in moto nell’ultimo drive prima della fine del secondo quarto che ha portato al TD di Deshaun Watson e fissato il punteggio sul 10-0 all’intervallo (dopo che ad inizio secondo quarto Hopkins aveva centrato i pali dalle 42 yards). Ma chi, soprattutto, ha continuato ad impazzare per tutti primi 2 quarti ed oltre è stata senza dubbio la difesa dei Browns: elettricità, dinamicità, pressione continua, tutti ingredienti che il nuovo Defensive Coordinator dei padroni di casa, Jim Schwartz, ha inserito nel motore di una squadra che sembrava, già dallo scorso anno, costruita apposta per questi tipi di schemi difensivi. E con Hopkins che centra i pali per 2 volte di fila (dalle 34 e dalle 43 yards) e Stefanski che chiama i giusti giochi per permettere alla sua squadra di approfittare della buona zona di campo conquistata dall’inarrestabile linea difensiva dei padroni di casa, il 24-3 a cui si arriva a 9 minuti dalla fine della partita è una pietra tombale alla speranza di rimonta dei Bengals. Zach Taylor decide allora, con ancora 5 minuti da giocare, di lasciare in panchina Burrow per gli ultimi 2 drive dell’incontro. Il segnale della resa.
Considerazioni finali
Troppo facile continuare ad esaltare la partita disputata dalla difesa dei Cleveland Browns. Una menzione speciale va a coach Stefanski, per aver guidato in modo perfetto l’attacco nonostante le condizioni atmosferiche non fossero delle migliori: troppe volte, giustamente, lo si è criticato la scorsa stagione per non aver saputo leggere le partite e aver sfruttato poco e male il gioco di corsa della sua squadra; contro i Bengals, invece, ha dimostrato di aver imparato dai propri errori, affidandosi, nei momenti topici della partita, alle corse di Nick Chubb. Può una partita, per di più la prima della stagione, ribaltare i giudizi? No. Però, se il buongiorno si vede dal mattino, i Browns hanno dimostrato di avere tutte le carte in regola per dare fastidio nella AFC North.