Con la pioggerellina di Foxboro a fare da cornice ad una tipica serata autunnale del New England, il Monday Night della settima giornata di NFL propone la visita dei Chicago Bears ai Patriots, che recuperano Mac Jones dopo alcune settimane di assenza in cui, peraltro, Bailey Zappe non ne ha fatto sentire la mancanza.
Parte come un diesel l’attacco dei Patriots, con due 3&out consecutivi, di cui approfitta appieno l’attacco degli ospiti. Sorprende l’efficacia dei Bears con la palla in mano: il piano delle prime chiamate dell’offensive coordinator Mike Getsy, con una scelta molto oculata di corse alternate all’uso frequente di bootleg per muovere la tasca e fare sentire Justin Fields a suo agio, si concretizza prima con un buon primo drive che mette Cairo Santos in condizione di registrare i primi tre punti dell’incontro e poi con un ottimo secondo drive, finalizzato da una corsa per touchdown di Fields.
Ad inizio secondo quarto, però, dopo un brutto intercetto, le condizioni di Mac Jones (o forse la prestazione nei primi quindici minuti?) vengono ritenute non all’altezza di proseguire e riecco Zappe. L’ingresso del rookie da Western Kentucky è assolutamente elettrizzante per la tifoseria dei Pats, il cui attacco appare improvvisamente rivitalizzato, portando alla prima segnatura dei padroni di casa con un touchdown di Jakobi Myers trovato su un passaggio profondo da Zappe, con la complicità della difesa dei Bears che lascia scoperta la secondaria, spalancando la porta dell’endzone per il ricevitore di New England. Si torna da Fields e su un lancio deviato da un uomo di linea, i Patriots si riprendono l’intercetto, restituendo palla a Zappe che va di nuovo profondissimo completando una bomba di 43 yards per DeVante Parker cui fa seguito il touchdown del sorpasso.
I Bears però non si scompongono e producono un buon drive in risposta, con un particolare coinvolgimento di Fields nelle corse disegnate per il QB che porta al touchdown di Khalil Herbert dopo il two-minute warning. Primo tempo in ghiaccio…o forse no, perché c’è ancora tempo per un clamoroso fumble dei Patriots con 1:32 sul cronometro e palla sulle proprie 38 yards. Il drive che segue è quanto di più aleatorio si possa immaginare, fra un sack su Fields che sembra ammazzare le possibilità di segnatura degli ospiti, una corsa lunga del quarterback per guadagnare un sorprendente primo down e poi un altro sack con fumble che quasi cancella il guadagno territoriale…insomma, Fields fa e Fields disfa aggiungendo una corsa lunga e una conversione di un 3rd&16 per poi chiudere con un FG di Cairo Santos che fissa il punteggio del primo tempo sul 20-14 in favore dei Bears.
Il terzo quarto riparte sulla falsariga del secondo. Fields continua ad inanellare giocate importanti sia con le proprie gambe che con passaggi precisi a coinvolgere vari ricevitori, non riuscendo però a scrollarsi di dosso la tendenza a qualche errore gratuito di troppo. Detto questo, la gestione dell’attacco da parte di Chicago si sviluppa a livelli non visti da tempo (un dato su tutti, 10/15 le conversioni di terzi down ad inizio ultimo quarto) e continua a macinare yards e segnature. Arrivano anche due intercetti per Zappe, ad opera di Smith il primo e del rookie Kyler Gordon il secondo.
Cala quindi il sipario su quello che è stato uno degli appuntamenti in prima serata di maggiore spettacolo di tutta la stagione, a dispetto delle due compagini di ambizioni non eccelse in campo. Finisce 33-14, missione compiuta per i Chicago Bears che hanno impedito momentaneamente a Bill Belichick di superare il loro mitico fondatore, “Papa Bear” George Halas, per il numero totale di vittorie da head coach (i due seguono appaiati per ora a 324) e finalmente un’iniezione di fiducia per Justin Fields dopo un primo terzo di stagione non entusiasmante. Se l’ex-quarterback di Ohio State riuscirà a limitare alcuni errori a volte sinceramente inspiegabili e costruire sulle giocate importanti di cui è capace sia con le sue gambe che con il suo braccio, il futuro dei nuovi Bears di Matt Eberflus potrebbe essere meno enigmatico di quanto si potrebbe temere. Da parte Patriots, difficile dire se ci si trova di fronte ad una “quarterback controversy” che oppone Mac Jones e Bailey Zappe ma, di certo, in una AFC East caratterizzata dal ritmo spedito di Bills, Dolphins ed anche dalla sorpresa dei Jets, per Bill Belichick i problemi da risolvere rapidamente sono tanti. Forse troppi per pensare di rivedere i Patriots in campo a gennaio inoltrato.