Sconfitta dai toni amari per Cincinnati, che, unica nella sua division, resta senza vittorie dopo le prime due partite e inizia ad interrogarsi rispetto alle sue prestazioni.
La partita ha per molti tratti ricordato quella precedente contro Pittsburgh. In questo caso non ci sono stati i turnover a rendere complicato l’andamento del match, ma per il resto il copione è stato simile. Dominio della linea difensiva dell’avversario, in questo caso Dallas, troppi sack subiti da Joe Burrow e scarsa capacità di concretizzare il gioco. Questo, per un attacco che l’hanno scorso era spumeggiante è un tema di cui preoccuparsi. È vero che 4/5 della linea d’attacco sono diversi rispetto a quella titolare del Super Bowl, ma è chiaro che ancora gli aggiustamenti nei movimenti e la micro comunicazione tra gli OL è ben distante da quanto la dirigenza della franchigia dell’Ohio aveva in mente quando ha impostato la stagione. Nonostante l’orribile prestazione offensiva della prima metà di gioco, nel secondo tempo i Bengals sono riusciti, grazie ancora una volta ad un’ottima difesa, a stoppare i padroni di casa dando tempo al proprio attacco di pareggiare il match (il drive che ha portato al touchdown è stato il più lungo drive offensivo di Cincinnati da anni) e ad avere la palla nel drive che poteva condurli alla vittoria, ma rispetto all’anno scorso, quando vinceva quasi sempre le partite in pareggio negli ultimi minuti, quest’anno è già la seconda volta che si fa sfuggire un match tra le dita. La sensazione è che la difesa stia giocando bene, anche se è da migliorare la pass rush, che mette ancora troppo poca pressione al QB avversario. L’attacco è decisamente deludente, nonostante riesca alla fine a raggiungere la sufficienza, ma solo nelle statistiche. In generale il game plan sia offensivo che difensivo potrebbe essere forse un po’ più vario e aggressivo, per rischiare qualcosa e creare inerzia in momenti dove ce n’è bisogno. La sensazione è che Cincinnati quest’anno faccia proprio fatica a carburare.
Lato Dallas, una vittoria sofferta, ma meritata. Ottima la prestazione del QB di riserva Cooper Rush, al comando dell’attacco dopo l’infortunio occorso al titolare Prescott la settimana scorsa; si è visto che conosce il sistema offensivo, ha la fiducia della squadra e dei compagni, e ha risposto alla chiamata passando la palla con grande accuratezza. Ottima la linea difensiva e la capacità di mettere pressione ai Bengals. Il team è un po’ calato nel terzo quarto e quasi si faceva sfuggire una partita che per come si era messa era da portare a casa prima, tenendo conto del momento dei Bengals. Miglior giocatore: il QB Rush per aver condotto come un veterano una partita che sulla carta era tutt’altro che semplice.
Ora Cincinnati se la vede fuori casa con i NY Jets reduci da un’incredibile vittoria contro i Cleveland Browns.
Dallas andrà in trasferta a casa dei Giants, cercando di strappar loro l’imbattibilità e il primato nella division.