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Poker di Tua a Bill Belichick: per i Dolphins è buona la prima
I Miami Dolphins trionfano in casa contro i rivali di division di New England. La squadra gioca bene anche se non perde alcune sbavature.
Bill Belichick, capo allenatore dei New England Patriots, è uno dei più vincenti head coach della NFL recente. La sua accoppiata con Tom Brady è valsa 6 anelli alla franchigia dei Kraft e alla città di Boston, nonché a innumerevoli statistiche favorevoli, tanto che è raro trovarne di nettamente sfavorevoli.
Ciononostante, è proprio da qui che vogliamo partire prima di entrare nel recap di Miami Dolphins – New England Patriots, season opener per i due team di AFC East che si sono affrontati nel Sud della Florida in una gara conclusasi con la bella vittoria dei padroni di casa. C’è infatti una stat interessante: tra i QB che possono vantare un record di xb contro Belichick c’è una leggenda di questo sport, John Elway, e un collega che ha ancora molto da dimostrare ma è anche decisamente più giovane: Tuanigamanuolepola Tagovailoa. L’hawaiano, con la vittoria di ieri, ha rinfacciato un bel poker di W al serio capo allenatore.
L’inizio che speravamo
La scorsa offseason di Miami ha appassionato moltissimo i tifosi, tanto da far passare in secondo piano la perdita – per ragioni disciplinari di tampering – della prima pick di squadra al prossimo draft e della terza nella lotteria successiva. Si trattava di una importante possibilità per andare a rattoppare eventuali falle che verranno alla luce nei prossimi mesi, eppure non se n’è parlato troppo: evidentemente il focus è tutto sul qui e ora e non si pensa al futuro, segnale che si spera di avere gioie prima di cominciare ad attrezzarsi per il futuro draft. Domenica 11 settembre, in week 1, la partita ha promesso bene, in questa ottica. Sintetizziamo cos’è avvenuto all’Hard Rock Stadium.
Plays salienti
Fin dall’inizio i padroni di casa mettono in mostra che serata sarà: sul primo drive della gara, con New England in attacco, Mac Jones prova a mettere l’ex di turno, DeVante Parker – ultimo di una lunga lista di giocatori passati in tempi recenti dall’una all’altra franchigia, in meta. Xavien Howard, in un’azione probabilmente viziata da trattenuta non chiamata, spizza l’ovale prima che raggiunga il ricevitore e Jevon Holland, in raddoppio, la agguanta riportandola sulle 29 difensive dei Dolphins.
L’attacco di casa è un pò meno brillante, e lo sarà per tutto il match, tanto che in un possesso dove passa bene ad Alec Ingold e Tyreek Hill, Tagovailoa commette un fumble, fortunosamente ricoperto dal C di quest’anno, Connor Williams. Il drive porterà comunque punti grazie al kick di Jason Sanders, un buon FG lungo 43 yards.
Un punt per parte dopo sarà ancora la defense Dolphins a indirizzare la partita: Brandon Jones forza un fumble e l’atteso Melvin Ingram lo ricopre qualche yard fuori dalla meta ospite, riportandolo oltre la linea: TD difensivo e 10 a 0 Miami. New England non molla, e alcuni attaccanti salgono in cattedra, come ad esempio Jakobi Myers e il RB Damien Harris, però è troppo poco. Miami non affonda, anche perché la difesa ospite, conoscendo gli schemi di Mike McDaniel, chiude tutti gli spazi alle corse. Ciononostante il mismatch che Hill crea a danno di Jonathan Jones è evidente e il numero 10 finirà la partita con 95 yards ricevute al debutto con i Fins.
La potenza delle superstar di casa è evidente in chiusura di primo tempo: McDaniel coraggiosamente chiama un quarto e 7 poche yards oltre la linea di centrocampo, Tua vede Jaylen Waddle, che risponderà sempre presente nelle situazioni più importanti, mostrando un sangue freddo non comune tra atleti della sua età, e gli passa la palla; a questo punto, il numero 17 mette in mostra tutta la sua velocità e riporta la palla in meta per il 17-0 Dolphins che chiuderà la prima metà della partita.
Il miglior possesso Pats è il loro primo nel secondo tempo, dove Matt Patricia – che a quanto pare chiama gli schemi offensivi per New England, o perlomeno lo ha fatto in questo match – e Bill Belichick trovano la quadra per far percorrere ben 92 yards alla loro offense fino a quando Ty Montgomery, rotolandosi a terra, riesce a portare l’ovale in meta. Siamo ora sul 17 a 7, in procinto di diventare 20 a 7 per Miami dopo un FG lungo 49 yards messo a segno da Sanders, che non ha subito la stessa sorte dei tanti kickers imprecis nella prima giornata, molti dei quali si sono resi responsabili delle sconfitte delle proprie franchigie.
Il tabellone non si sposterà più da questi numeri perché Miami diverrà più conservativa, coinvolgendo molto spesso i suoi RB Chase Edmonds e Raheem Mostert, anche in situazioni di passaggi corti per masticare il cronometro. In difesa, invece, bisogna riconoscere onore al merito di Kader Kohou, CB arrivato dopo che nessun team lo aveva chiamato al draft, il quale si è reso protagonista di un paio di importanti deflessioni che hanno soffocato l’attacco ospite, contribuendo in maniera decisiva alla vittoria.
Un grande inizio
First time at Hard Rock was a success! #VictoryMonday #Finsup pic.twitter.com/bk78ZrHb1E
— Torin Chaney Jr. (@T_Chaney10) September 12, 2022
I Dolphins partivano favoriti e hanno dimostrato di essere la franchigia migliore, controllando la sfida dall’inizio alla fine. Certo, questi non sono più i Pats di Tom Brady – il quale comunque aveva sempre le sue gatte da pelare quando scendeva a Miami – capaci di raddrizzare una partita complicata, seppure mai veramente irrecuperabile essendo terminata con una differenza di soli 13 punti – dunque due possessi – pressoché ogni domenica, e, per tutta la offseason, New England ha avuto bei problemi in attacco, come abbiamo visto con i 3 turnovers provocati in week 1, ma i Fins sembrano proprio essere quello che ci attendevamo.
La difesa è solida e l’attacco ha ottimi playmaker: Hill, Waddle, Edmonds, tutti hanno fatto la loro parte e ci si attende molto anche da Mike Gesicki, poco chiamato in causa al debutto ma per il quale potrebbe essere lecito attendersi un ruolo similare a quello di George Kittle negli schemi di McDaniel. Abbiamo dunque entrambe le fasi e un affidabile special team, con Sanders che sbaglia poco o nulla, al solito, e il nuovo punter, Thomas Morstead, capace di piazzarla dove occorra per rendere la vita difficile alla offense avversaria. Qualche preoccupazione resta ancora in merito al QB, perché oltre al fumble già segnalato, Tua si è reso responsabile anche di un paio di decisioni rivedibili nel terzo quarto, in un momento di forcing da parte dei Patriots. Invece di prendere il sack, il numero 1 tende a sparacchiare l’ovale, anche se ciò significa correre rischi davvero troppo grandi quando stai controllando una partita. È necessario correggere questa tendenza, altrimenti si corre il rischio di regalare possessi e in partite con avversari più preoccupanti, come quelle che stanno arrivando, ciò può significare perdere la sfida.
Buona la prima per Miami, e domenica prossima si va a Baltimore per sfidare i Ravens guidati da uno dei più elettrizzanti giocatori in attività, quel Lamar Jackson che arriva da un’ottima prova contro i sottodimensionati New York Jets.
Autore: Mattia Mezzetti
Data di pubblicazione:
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