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Italian Bowl ai Guelfi Firenze, il racconto dagli spalti
L’Italian Bowl di sabato 2 luglio ha incoronato sul campo i Guelfi Firenze. Che cosa è successo intorno al gridiron? Il racconto dagli spalti.
L’estate bolognese non è piacevole. Il sole picchia e l’afa soffoca. Eppure, nel primo sabato di luglio, il popolo del football americano in Italia non desiderava null’altro che trascorrere una serata a quelle latitudini.
Il 2 luglio scorso, dalle 20.30, si è tenuto al Dall’Ara, il tempio del Bologna FC, la squadra di calcio del capoluogo emiliano, il quarantunesimo Italian Bowl. Nel caso in cui la temperatura non fosse sufficientemente elevata, il grande football americano ha contribuito a innalzarla ulteriormente.
Sotto l’afa bolognese lo stadio si è tinto di viola, incoronando campioni i Guelfi Firenze dopo una partita tesa, emozionante ed equilibrata, degna di una finale del massimo campionato italiano, che li ha opposti ai Seamen Milano. Firenze recitava la parte della sfavorita, dell’underdog, eppure si è imposta per 21 a 17, stringendo i denti fino alla fine.
Una grande cornice
Lo stadio Dall’Ara era stato aperto al pubblico soltanto per una porzione della sua considerevole capienza. È stato ad ogni modo sufficiente per garantire due sezioni dedicate alle due calde – leitmotiv della serata – tifoserie. I fiorentini non hanno mai fatto mancare il proprio apporto alla loro squadra e lo stesso hanno fatto i supporters dei Seamen, in una serata nella quale speravano di vincere per coronare la loro perfect season e dare un degno saluto alla federazione, prima di lanciarsi nella sfida della European League of Football che li vedrà impegnati già dalla prossima stagione, a quanto filtra dagli ambienti milanesi.
Durante il preshow si è potuto assistere all’Italian e-Bowl, ovvero la finale del torneo italiano di Madden NFL, il simulatore sportivo dedicato alla National Football League; a una esibizione delle campionesse italiane di cheerleading e cheerdancing, nonché gli inni nazionali statunitense e italiano intonati dalla cantante Lenora, che si è esibita in una performance senza sottofondo musicale subito dopo il teatrale ingresso delle due squadre sul terreno di gioco.
Buona parte di questo preshow è stato perso dai presenti che, come l’autore, si trovavano in fila al punto ristoro. I furgoncini di cibo e bevande, infatti, dipendevano da un’unica cassa e ciò ha comportato tempi d’attesa pressochè biblici (cortesemente, rimediamo per il prossimo futuro!)
Dopodiché è finalmente iniziata la partita. Mentre Milano guidava, per mano di Luke Zahradka, il primo attacco della serata, sugli spalti cominciava il rito del tifo, che si sarebbe spento soltanto tre ore abbondanti dopo, grazie alla passione dei supporter milanesi e lo spirito dei tifosi fiorentini.
Per il coin toss interviene Nick Eyde, ex QB dei Giants Bolzano piuttosto noto nei primi anni 2000, accompagnato da sua moglie, mentre il kickoff lo dà Roberta Li Calzi, l’assessore allo sport del comune di Bologna con un passato da calciatrice. Questi momenti avvicinano molto la ritualità dell’Italian Bowl a quella del Super Bowl, forse persino troppo perché non deve necessariamente essere portata in campo tutta questa gestualità, tutti questi elementi esterni alla gara di football in sè, non è necessario iperspettacolarizzare un evento di tale portata, il quale non ha l’impatto di una partita fuori scala com’è la finalissima del torneo NFL che, ricordiamo, prima di essere una partita è un appuntamento sociale, per gli States e non solo.
Un entusiasmante saliscendi
Milano segna per prima, grazie a un FG di Lorenzo Gioco sul primo drive. Poi Firenze azzecca subito un big play, grazie al ritornatore Cosimo Casati che si porta l’ovale per 90 yards, dopo il punt Seamen, fino alla linea di meta. Il Dall’Ara esplode e le bandiere gigliate sventolano alte. Il big play milanese arriva nel secondo quarto, quando una bomba di Zahradka trova il ricevitore Juan Flores Calderon profondo; il TD di quest’ultimo viene festeggiato con rumorosissime (e piuttosto fastidiose) vuvuzela, quelle trombette ad aria che abbiamo iniziato a conoscere durante i mondiali di calcio in Sudafrica, nel 2010.
A questo punto la partita diventa molto difensiva: i milanesi mettono a referto un intercetto, su iniziativa di Flavio Piccinni, sebbene poi non riescano a muovere la catena. Cosa che invece fa Firenze, efficacemente sostenuta da una penalità personale – i Seamen ne commetteranno tante nella serata, portandosi in vantaggio grazie ad una corsa del suo QB Jared Gerbino sostenuto dai compagni che lo spingono letteralmente in endzone.
Prima dell’intervallo e dell’esibizione, non indimenticabile, del dj Shocca e del rapper Egreen, c’è tempo per vedere anche Zahradka sparacchiare in avanti e venire intercettato, grazie a un’iniziativa di Sebastiano Pascolo. Da tradizione, durante l’halftime c’è tempo per le premiazioni collaterali, prima i campioni di Madden NFL Football e poi i migliori addetti alle statistiche, voce sempre importantissima in uno sport come il football americano. Sono infatti questi dati a distinguere i ragazzi dagli uomini e mostrarci chi siano davvero i campioni, in questa splendida disciplina.
Un simile saliscendi, che sarebbe poi continuato anche nel secondo tempo, è stato naturalmente in grado di coinvolgere tutti coloro i quali si trovavano tra il pubblico, tifosi e semplici appassionati. È stata davvero una di quelle occasioni in cui a vincere è stato lo sport – come si suol dire in maniera talvolta anche ben poco azzeccata – e le emozioni del pubblico sugli spalti lo hanno fatto trasparire. L’entusiasmo era palpabile e tutti gli intervenuti si saranno sicuramente divertiti.
Degna conclusione
Markell Castle, uno degli atleti più in forma, si infortunia e, nonostante Milano non sia certo a corto di frecce appuntite, la sua assenza gioca un ruolo importante nella carestia offensiva dei Seamen durante gli ultimi 24 minuti (all’Italian Bowl, ogni quarto dura 12 minuti), nei quali trovano si un TD, ma grazie a Zahradka che si mette in proprio e corre in meta. Chi conosce i Seamen e sa quanto amino lanciare, capisce da questo play come ci sia qualcosa di rotto, come non stia guardando la solita Milano.
Chi di corsa ferisce, di corsa perisce e Firenze si riporta sopra, sul 21 a 17, grazie a una corsa di Ahmad Tanner. Castle rientrerà per la conclusione ma Milano non saprà più essere produttiva, grazie anche a una difesa viola insuperabile guidata dall’MVP di serata, il grantitico Lorenzo Dalle Piagge, defensive end con un fisico da linebacker che, oltre a tenere sempre il fiato sul collo di Zahradka, guida anche da leader i suoi compagni nel front seven difensivo. Partitona per il numero 52.
Grazie a una vittoria, poco pensabile a inizio match, per 21 a 17, Firenze si guadagna così il primo titolo della sua storia, mostrando di essere un progetto con ampissimi margini di miglioramento. Quando compaiono i doppi zeri sul cronometro, parte la festa viola, sugli spalti e in campo. I Seamen e i loro tifosi, molto rispettosi, celebrano sportivamente gli avversari, comprensibilmente sopraffatti dalla gioia.
Al calar del sipario i sentimenti trasmessi dalla sfida del Dall’Ara non sono solo la felicità – per l’ambiente fiorentino -e la delusione – per quello milanese – ma anche la soddisfazione, per ogni appassionato di questo sport, di aver assistito a un Bowl equilibrato, avvincente, che indubbiamente può rappresentare un grande spot per il movimento italiano. La partita è stata davvero una degna conclusione di questa season 2022, un punto fermo da cui ripartire per continuare a sviluppare il football americano nel nostro Paese.
Non sempre, in una partita di football lunga 3 ore il livello si mantiene sempre elevato ed equilbrato. Per fortuna, chiunque abbia deciso di dedicare la sua serata di sabato 2 all’Italian Bowl, non ha dovuto assistere a rallentamenti improvvisi. Soltanto nel finale Firenze ha abbassato la tensione. Naturalmente, in questo sport giochi anche contro il cronometro e gestirlo diventa fondamentale, quando ci si trova in vantaggio. Art Briles, head coach viola, lo sa bene e ha optato per uno schema conservativo, quando la partita era agli sgoccioli e Milano aveva esaurito i suoi time out.
Autore: Mattia Mezzetti
Data di pubblicazione:
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