I Guelfi Firenze si prendono la rivincita dell’Italian Bowl del 2019 quando vennero travolti dai Seamen per 62-28 e vincono il loro primo titolo italiano chiudendo il match 21-17 inginocchiandosi a 7 yards dalla endzone avversaria.
A Bologna nel magnifico scenario dello stadio Dall’Ara, dove oltre 30 anni fa si celebrava un Superbowl Italiano (la denominazione prima che diventasse Italian Bowl) tra Angels Pesaro e Warriors Bologna davanti a quasi 20.000 spettatori, va in scena una partita di quelle che non ti aspetti, ma non solo per il risultato che ha visto vincere gli underdog di turno, ma per il risultato stesso, un 21-17 figlio di una maestosa prova difensiva di entrambe le squadre, quasi a irridere il loro marchio di fabbrica mostrato durante tutto il campionato.
Nel 2019 allo Stadio Breda di Sesto San Giovanni (Milano), i Seamen triturarono i Guelfi con un pesantissimo 62-28, maturato in gran parte nella seconda metà della gara, dopo un avvio piuttosto equilibrato. Quest’anno, in campionato, esattamente un mese e mezzo fa i Seamen battevano i Guelfi per 56-47. Insomma, due squadre non certo votate alla difesa, capaci di finire la stagione con oltre 300 punti segnati (circa 40 punti a partita), e l’Italian Bowl XLI sembrava destinato ad un altro punteggio quasi cestistico.
E invece no, i Guelfi hanno capito cosa dovevano fare per fermare l’attacco dei Seamen e l’hanno messo in pratica. Fin dal primo drive infatti, la difesa viola ha messo pressione al quarterback avversario Luke Zahradka, blitzando praticamente in ogni gioco con una pass rush quasi furiosa, rischiando spesso di prendere un big play in faccia (come sul touchdown di Flores Calderon per il vantaggio Seamen nel primo quarto sul 10-7), ma le scelte di Briles (head coach di Firenze) ha dato i suoi frutti perchè insieme al rischio è arrivato anche il guadagno grazie ai sack e ai lanci che il quarteback dei marinai ha spesso dovuto effettuare sotto pressione, non riuscendo a completare come al solito.
Tagliando i rifornimenti aerei i Seamen hanno dovuto trovare altre strade per muovere palla e catena, e spesso il compito è stato affidato proprio a Zahradka, che dall’altro dei suoi quasi 2 metri, ha fatto meglio di quanto si potrebbe pensare, ma a lungo andare ne ha risentito, e nella seconda parte del match è stato uno dei giocatori meno incisivi.
I Guelfi dal canto loro, con un attacco troppo prevedibile e praticamente monotematico (option, option, option, lancio… ah no option…ecc ecc) sono stati tenuti in gara proprio dalla difesa (e dallo special team che nel primo quarto ha messo i primi punti viola sul tabellone con lo straordinario ritorno in touchdown da oltre 80 yards di Cosimo Casati), ma nella seconda metà della gara l’intesa Tanner-Gerbino (sempre in option ovviamente) ha preso piede in modo considerevole, e anche il quarterback Andrea Fimiani, praticamente un running back aggiunto… a dispetto del suo talento, ha iniziato a muovere discretamente il pallone.
Non sono mancate le classiche penalità, che per Firenze quest’anno sono state un marchio di fabbrica, ma stupisce vedere che anche i Seamen, in una giornata storta, hanno pagato dazio con numerosi falli, alcuni dei quali sanguinosi.
Alla fine il merito di riuscire a chiudere, anzi ad addormentare la partita, con 5 minuti ancora sul cronometro, è stato di Gerbino, il numero 1 del team, un colosso che si è caricato l’attacco sulle spalle, e coadiuvato dai soliti Fimiani e Tanner, ha prosciugato il cronometro portandosi fin sulle ultime 7 yards degli avversari, sulle quali ha potuto inginocchiarsi per portare Firenze sul tetto d’Italia.