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Una chiusura in bellezza? Recap di Miami Dolphins – New England Patriots
I Miami Dolphins chiudono bene la stagione 2021, battendo i rivali di New England. La notizia, però, è il licenziamento del capo allenatore Brian Flores, inattesa, che ha stupito molti.
La stagione dei Miami Dolphins si è ufficialmente conclusa. L’ultimo atto, sul campo, è stato il bel trionfo ai danni dei New England Patriots, sconfiggendo i quali questa regular season 2021 si è aperta e chiusa. La partita ha mostrato numerose note liete per Miami, che presto andremo a vedere, anche se dobbiamo considerare che si giocava contro una franchigia già ai playoff, la quale non aveva molte motivazioni per dare il massimo.
Non è tanto il risultato della week 18 – giocata per la prima volta nella storia della NFL che aveva avuto, al massimo, 17 settimane di stagione regolare – a essere importante però, bensì la scelta del presidente Stephen Ross, che nel black monday degli allenatori ha deciso di dare il benservito a Brian Flores, licenziando in tronco l’ormai ex head coach dei Dolphins.
Highlights dalla sfida
La partita comincia benissimo per i Miami Dolphins padroni di casa che segnano 14 punti sui primi due drive. Il primo è il loro attacco e Tua Tagovailoa con una efficienza pazzesca (7/7 per 54 yards) trova in meta Jaylen Waddle per il primo TD. New England ha la possibilità di rispondere sul suo attacco ma Mac Jones pasticcia, facendosi intercettare da Xavien Howard, pick 6 lunga 37 yards e Miami sopra di due mete, con Jason Sanders che mette entrambi i PAT. I Dolphins allungheranno ancora perché in risposta al punt dei Patriots, Sanders metterà un calcio lungo 30 yards.
Il primo quarto termina 17 a 0 per i padroni di casa. I Pats sono più convinti nel secondo, che aprono con una segnatura, il TD è lungo 15 yards e lo corre il potente RB Brandon Bolden. Da qui alla fine del periodo avremo solo punt. Uno di questi calci sarà forzato da un bel sack di Andrew Van Ginkel ai danni del QB matricola degli ospiti.
I Patriots apriranno il terzo quarto con un FG realizzato dall’esperto Nick Folk, lungo 43 yards a cui Miami risponderà con il TD del duca, Duke Johnson, su una breve corsa da 1 yard. Non facciamoci ingannare da questa segnatura sul breve, Johnson giocherà un’ottima partita, terminandola con una stat line che recita 25 portate per 117 yards e questa meta. Il duca è arrivato tardi in roster ma ha già dimostrato di essere la più affidabile tra le soluzioni nel backfield. Un trio composto da lui, Myles Gaskin e Phillip Lindsay può dare una grande mano alla franchigia, nella prossima stagione. Sia Johnson che Lindsay, però, andranno rifirmati in free agency. A un brutto fumble ospite ricoperto da Jaelan Phillips seguirà un altro FG realizzato da Sanders, questa volta lungo 49 yards.
Nell’ultimo periodo di gioco i Pats appaiono più tonici di Miami, tanto da riuscire ad avvicinarsi minacciosi, a causa di due TD su drive consecutivi: il primo lo firma ancora Bolden, questa volta su una ricezione da 18 yards dopo che un buon Mac Jones muove i suoi per 80 yards lungo il campo da gioco. Il secondo arriva da una corsa di Damien Harris, lunga 1 sola yard. In entrambi i drive si può apprezzare il feeling tra Jones e il suo WR1, Jakobi Myers, buona arma a disposizione di questa offense che vuole essere una mina vagante ai playoff. Dal risultato di 24 a 27, NE prova a farsi aggressiva nell’ultimo drive della gara, nonostante il buon punt di Michael Palardy li costringa a giocare da dentro la loro end zone; una serie di passaggi laterali però terminerà malamente tra le mani del LB di Miami, Sam Eguavoen, che riporterà l’ovale in meta per segnare il TD del 33 a 24 finale, a cronometro fermo su doppi zeri.
Una buona domenica prima di un brutto lunedì
Nonostante i Dolphins fossero già eliminati dalla post season, è stato bello per i tifosi assistere a una vittoria per salutare la regular season e chiudere questo torneo 2021 con un victory monday. Oltretutto c’è da celebrare il record NFL firmato Waddle, nessun rookie WR aveva ricevuto 104 palloni nella sua prima stagione, il velocista da Alabama lo ha fatto quest’anno, polverizzando il record di Anquan Boldin, fermo a 101. Facile dirà qualcuno, visto che ora si gioca una partita in più. Ricordiamo però che il numero 17 ha saltato la sfida contro i New York Giants a causa del protocollo Covid, dunque il suo record arriva comunque sulle 16 partite.
Il lunedì successivo, però, non è stato completamente sereno perché è stata la giornata nella quale Brian Flores, capo allenatore di Miami nelle ultime tre stagioni, è stato licenziato.
Addio a Flores: uomo squisito, head coach discutibile
Statement from the Miami Dolphins. pic.twitter.com/Lh1WaAIRY9
— Miami Dolphins (@MiamiDolphins) January 10, 2022
Con l’annuncio riportato sopra, i Miami Dolphins hanno informato la NFL e il mondo del licenziamento di Brian Flores. La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno nella mattinata – americana, pomeriggio per noi – di lunedì 10 gennaio, il tradizionale black monday dove si terminano i contratti di chi non ha raggiunto gli obiettivi che doveva, in NFL.
Tutti siamo rimasti dispiaciuti perché c’eravamo affezionati allo spirito di Flores, al suo carisma, alla sua dialettica, al suo amore per i giocatori, i tifosi e la comunità, alla grinta che metteva in campo ogni domenica, ai suoi cojones potremmo dire, per usare un termine molto in voga tra i membri della comunità ispanica di Miami, grande tifosa dei Dolphins. Il fatto che fosse arrivato, a inizio 2019, rilevando una franchigia in totale ricostruzione e facendosi carico di riassemblare le macerie lasciate dai disastri targati Adam Gase e Joe Philbin, riuscendo a ottenere due stagioni consecutive con record vincente, questa e la scorsa, era sufficiente per molti. Ricordiamo che l’ultima volta che a Miami si sono viste due stagioni di seguito con record di vittorie superiore al .500 era il 2003 e la franchigia metteva in campo ogni settimana delle leggende: Brian Griese, Sam Madison, Sean McDermott, Randy McMichael, Junior Seau, Patrick Surtain, Jason Taylor, Zach Thomas e Ricky Williams erano tutti parte di quel roster. Niente male.
I suddetti molti, però, non sono Steve Ross. Il presidente dei Dolphins non ha potuto tollerare, evidentemente, il quinto anno consecutivo senza postseason. Ancora una volta, a Flores sono sfuggiti i playoff per una partita, con la squadra che è implosa a Nashville così come aveva fatto a Buffalo l’anno scorso, fallendo due prove di maturità consecutive che sarebbero valse il football che conta. Tutti questi anni senza playoff sono tanti per tutti, troppi molti. Ross, discutibile com’è, è uno che ha investito miliardi nei Fins, senza battere ciglio, e non sembra intenzionato a smettere presto; probabilmente, si attende qualche risultato in più.
L’opinione diffusa – che è anche la mia, per quanto conti – è che Flores fosse un uomo magnifico, di gran cuore e una persona innegabilmente squisita. Però è anche uno che ha fatto molti errori. Mi riferisco alla confusione nella scelta e gestione dei coordinatori, soprattutto in attacco, ad alcuni plays in cui ha sprecato tempo a cronometro – ne abbiamo visti diversi quest’anno, l’ultimo proprio contro i Patriots, al termine del secondo quarto, quando Tua ha corso facendo andare il cronometro invece di buttare via la palla e tentare un calcio. Certo, si tratta di un errore decisionale del QB, ma chi deve spiegare queste cose a un ragazzo di 25 anni con un’esperienza di 15 partite nella lega?
A Flores poteva essere dato un altro anno? Sicuramente si, anche perché l’anno prossimo sarà il terzo di Tua, quello in cui si giungerà probabilmente al verdetto sulle sue performance: Tagovailoa è o non è il nome giusto per il futuro di Miami? A questo punto, bisognerà anche vedere che cosa ne penserà il nuovo head coach. Il numero 1 è stato gestito abbastanza male, va detto. Per quanto Flores abbia sempre detto pubblicamente che non bisognava nominare il nome di DeShaun Watson, poiché Tagovailoa era il QB1 senza dubbio, alcuni media vicini all’ambiente hanno riportato come in realtà il coach fosse molto solleticato dall’idea di poter allenare il timoniere dei Texans, indipendentemente dalle sue grane legali e dal riscatto principesco che Houston chiede per la trade. Se il QB di Miami ha respirato questa aria, l’ambiente di lavoro per lui era davvero tossico, troppo pesante per un ragazzo che ancora deve trovare i ritmi nella lega, poiché arriva da brutti infortuni.
I nomi che si susseguono al momento, per la job vacancy, sono quello di Jim Harbaugh, in netta discesa perché l’ex capo allenatore di San Francisco non sembra intenzionato a lasciare il college; Doug Pederson, ex head coach di Philadelphia che non convince tutti; Jim Caldwell, noto per aver realizzato l’impresa sportiva di aver portato i Detroit Lions ai playoff per ben due volte, ma aveva Megatron in squadra; oppure Brian Daboll, coordinatore offensivo a Buffalo, il cui nome è salito alla ribalta nelle ultime ore in quanto sia Dolphins che Chicago Bears avrebbero chiesto di poterlo intervistare, una volta che non avrà più impegni stagionali con i Bills. Personalmente, ritengo che nessuno di questi farà il prossimo capo allenatore a Miami. Il nome sarà deciso dopo il Super Bowl, perché sono sicuro che ai Dolphins interessino diversi membri dello staff di Andy Reid a Kansas City.
Ross ha detto che la squadra gli piace molto e Chris Grier, general manager di Miami, ha il posto salvo per ora perché ha draftato Waddle, Jaelan Phillips e Jevon Holland, nonché Christian Wilkins tre anni fa. Questi giovani piacciono molto al presidente, esattamente come a tutti i tifosi e molti tasselli Miami li ha già al loro posto. Chiunque sia il nuovo capo allenatore avrà un lavoro già ben impostato da portare avanti, dovrà però metterci le vittorie, sono quelle alla fine che ti salvano il posto. Il record finale di Flores con i Dolphins è 24 – 25, niente male visto dove si è ritrovato; la squadra di quest’anno, però, è troppo forte per vedere i playoff dal divano, anche con i punti deboli che ha mostrato. Il talento c’è, lo si incrementerà in offseason sicuramente ma occorre saper portare risultati, ovvero W. Ci auguriamo che non si verifichino terremoti nella zona di Miami Gardens, dunque licenziamenti in tronco e nuovi rebuilding; ad ogni modo, saremmo qui a seguire le prossime settimane e mesi come sempre, portando fatti e opinioni.
Chiunque abbia il piacere di condividere giudizi su Flores e il suo operato, sulla scelta di Ross e su possibili nomi futuri; lo spazio per i commenti sui social di Touchdown Magazine serve esattamente a quello.
Autore: Mattia Mezzetti
Data di pubblicazione:
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