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I Dolphins non si fermano: Miami realizza la cinquina

I Miami Dolphins vincono ancora, giungendo a 5 W consecutive. La stagione è ora riaperta e si può ritornare a sognare in grande.


Una partita alla volta. I Miami Dolphins vincono ancora e lo fanno grazie alla loro difesa, in una partita dove le due defense hanno dominato, contro i New York Giants. La quinta W consecutiva porta i Fins ad un record di 6-7, a bussare sulla porta del settimo seed disponibile per i playoff in AFC. La narrativa intorno ai Dolphins è completamente cambiata. Ricordate quegli articoli depressi e pessimisti scritti – anche su queste pagine – da chi segue l’ambiente? Ora pare di avere a che fare con un’altra squadra e ne siamo ben contenti.

Una vittoria più sudata del previsto

Mack Hollins riceve per il suo TD. Foto: Palm Beach Post.

I Giants erano segnati dagli infortuni, domenica scorsa. L’assenza più significativa era naturalmente quella del QB Daniel Jones, sostituito da Mike Glennon, ma mancavano anche numerosi altri pezzi alla squadra della Grande Mela. Ciononostante, i Giants sono stati sempre in partita e il risultato finale di 20-9 potrebbe far pensare a una gara meno bilanciata di quanto non sia in effetti stata.

Consideriamo che la prima metà della sfida è stata equilibratissima, per merito delle due difese. Da una parte, gli ospiti spingevano forte con i loro migliori giocatori: Evan Engram, Kenny Golladay e Saquon Barkley, impiegato come dual threat, dall’altra la difesa di casa era sempre pronta a rispondere, tanto da non concedere neppure un TD agli avversari, i quali hanno trovato gloria sul tabellone soltanto grazie al piede di Graham Gano, il loro kicker.

Per Miami, in difesa si sono distinti Xavien Howard, autore di un intercetto che è il secondo in due partite consecutive e il ventisettesimo in carriera, il CB guida la lega in questa importante voce dal 2016 a oggi. X è assolutamente un CB d’élite, nel caso qualcuno lo abbia dimenticato.

Anche la difesa di New York fa bene il suo mestiere, specialmente a inizio gara, quando imbriglia continuamente Tua Tagovailoa e i suoi due RB, Myles Gaskin e Salvon Ahmed, gli unici a disposizione a causa dell‘infortunio di Patrick Laird e l’indisponibilità di Phillip Lindsay, arrivato da una decina di giorni a Miami e già infortunato. Nel corso della gara, però, la difesa si stanca e la offense di casa prende confidenza: DeVante Parker si rende protagonista di un ottimo ritorno; Mike Gesicki non è al top – appare un pò affaticato nelle ultime partite – ma dà comunque il suo consueto contributo e Jaylen Waddle guida ancora il team in ricezioni, mettendone assieme 9 per 90 yards, prima di abbandonare anzitempo la sfida per un infortunio che dovrebbe essere di poco conto, anche perché andiamo incontro alla bye week per i Dolphins e ci sarà modo di recuperare.

Waddle batte il record di franchigia griffato Jarvis Landry sulle ricezioni per una matricola, superando quota 85. Il rookie da Alabama è un asset pazzesco per questa squadra, grande selezione all’ultimo draft, quantomeno per quel che stiamo vedendo finora. I due TD segnati dai Fins portano la firma di Mack Hollins e Isaiah Ford, due ricevitori che non occupano certo le prime posizioni nella depth chart ma che sono ottimi elementi in un’ottica di squadra, perché sempre disponibili a fare quel che occorre per vincere, mettendosi a disposizione in tutto e per tutto.

Tagovailoa ha messo a verbale un QB rating superiore a 100 in tutte le ultime quattro partite che ha disputato. Questa voce, a mio avviso, conta meno di 0 quando si vincono le partite e ancor meno quando si perdono ma se qualcuno tra i miei lettori sia appassionato di statistiche, gli farà piacere sapere che l’ultimo QB di Miami a mettere assieme un simile risultato fu Dan The Man Marino, quando lo fece per 6 gare consecutive nel 1984, la stagione in cui fu incoronato MVP.

Note liete dall’Hard Rock

Pressoché tutte le note relative a Miami sono ottime, al termine della sfida di domenica. Si è trattato di una sfida tesa, equilibrata, di quelle dove chiunque può vincere, e i Dolphins sono riusciti a vincerla, dopo averne perse diverse quest’anno, come ad esempio quelle a Las Vegas e a Londra contro i Jacksonville Jaguars.

Naturalmente, ciò si deve anche all’emergenza Giants, con tanti titolari indisponibili. Gli errori più grossolani, però, non sono venuti dalle riserve, bensì dalla sideline, con alcune chiamate di Joe Judge, capoallenatore di NYG, abbastanza fuori fase: pensiamo a un paio di timeout gettati alle ortiche e alla scelta, troppo conservativa, di decidere per il calcio libero invece di tentare la conversione da quarto tentativo – prima – nonché al fallimento nel tentare di arginare l’attacco partito da quel punt, atterrato dentro le 5 yards di Miami, che i Dolphins hanno riportato in meta per un TD. Insomma, è mancata attenzione alle piccole cose e questo non farà certo piacere a un head coach che fa della cura del dettaglio un suo mantra come Judge.

Glennon è stato un backup tutta la vita, e lo ha dimostrato mancando due lanci importanti, uno per Engram e l’altro per il veloce John Ross, che avrebbero potuto portare i suoi molto vicini alla end zone, ma questi errori vanno messi in conto quando giochi con il QB2 – pensiamo alle partite dei Dolphins con Jacoby Brissett a sostituire l’infortunato Tua – e va aggiunto che la difesa di casa ha sempre portato pressione al timoniere avversario, non mettendolo mai a suo agio per l’intera partita.

Sottolineo di nuovo, prima di chiudere, la performance difensiva. Spesse volte abbiamo criticato il reparto, nei mesi di settembre e ottobre, quando Miami prendeva schiaffi a destra e a manca. Ora dobbiamo invece complimentarci. In quattro delle cinque vittorie consecutive dei Fins, gli avversari sono stati tenuti a meno di 11 punti segnati. Glennon ha subito tre sacks – due delle quali da Jaelan Phillips, altra matricola terribile di questa franchigia – è stato intercettato una volta come visto sopra e ha messo a verbale un tasso di conversione da terzo down bassissimo, convertendone soltanto 6 su 16. Sono tutti segni di una difesa ottimamente schierata e che esegue benissimo i propri compiti.

Quando hai un reparto che gioca così bene, l’altro può limitarsi a portare a termine le sue operazioni, come ha fatto Tua con il suo attacco domenica. Il QB non ha mai dovuto forzare, limitandosi a quei lanci brevi e veloci, da run-pass option, che gli riescono meglio, e a gestire il tempo di possesso. Questa formula potrebbe non bastare contro avversari più pericolosi, come sono i Tennessee Titans e i New England Patriots che affronteremo nelle ultime due settimane di questa regular season. Prima però c’è la settimana di riposo per affinare gli schemi e una sfida contro i New York Jets che non appare estremamente proibitiva.

 

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